Monreale Palermo Sicilia

Quando nel 1174 Guglielmo II avvia l’edificazione del Duomo, Palermo è l’unico arcivescovado (dal 1090). Il luogo scelto per la grande ecclesia munita di Monreale ricade in una zona dove i re normanni hanno già innalzato le loro ricche dimore e le grandi torri difensive. Il nascente Duomo di Monreale, infatti, pur privo di un urbano alle spalle, diviene il più temuto antagonista della vicina Palermo che non ha ancora una sede religiosa che la rappresenti degnamente. Preesistenze certe nel territorio in cui nasce la Cattedrale , abitato da contadini musulmani, e la chiesa bizantina di S. Ciriaca. A giustificazione della vicina e nascente Cattedrale, in quanto sede dell’episcopio in epoca araba, di un significativo riferimento a essa si serve papa Alessandro III nella bolla di ratifica della nuova grande chiesa (30 dicembre 1174) indicendone l’ubicazione con le parole super sanctam Kiriacam. Nel 1183 Monreale è elevata al rango di arcivescovado.

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La corsa dei ceri di Gubbio UMBRIA

Si tratta della festa di più antica tradizione e di più intensa partecipazione emotiva della regione che si svolge ogni 15 di maggio. I tre ceri sono grandi costruzioni lignee, cave alte circa dieci metri e pesantissime che presentano la comune forma di due prismi ottagonali riuniti ad un vertice e attraversati da un’antenna, pur essendo leggermente diversi tra di loro.

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Mosaici dell’Abside di Santa Maria in Trastevere (1291) di Pietro CAVALLINI Storie della Vergine

In realtà, a Santa Maria in Trastevere i mosaici che veramente contano sono altri, un po’ più in basso: sono le Storie della Vergine di Pietro Cavallini, nella fascia più bassa dell’abside. Questi ultimi rappresentano appieno il momento dell’abbandono nell’arte musiva romana dei caratteri bizantini a favore di modelli completamente nuovi che vedono Giotto e Cavallini tra i grandi protagonisti di quella stagione.

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Atalanta e Ippomene di Guido Reni nel Museo di Capodimonte a Napoli

La tela (sia la versione a Madrid che a Napoli) rappresenta il mito di Atalanta, da Le Metamorfosi di Ovidio, ninfa la cui imbattibile capacità nella corsa fu sconfitta solo da Ippomene tramite uno stratagemma ordito da Afrodite. Atalanta è infatti una donna avversa al matrimonio, pronta a sposarsi solo con colui che l’avrebbe battuta in una gara di corsa. I suoi spasimanti che vengono di volta in volta sconfitti pagheranno la posta in gioco con la morte, così Ippomene, con l’aiuto di Afrodite, che gli ha fornito i pomi d’oro, durante la corsa getta gli stessi nel giardino delle Esperidi, allorché Atalanta una volta che si china per raccoglierli, viene così sorpassata perdendo la gara.

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Ritratto Innocenzo X di Francis BACON

Bacon vuole arrivare dove nessuno è mai arrivato. Vuole dipingere il grido interiore del papa per far emergere la verità, intesa come uno spazio interiore da contrapporre ai luoghi esteriori di falsità della società occidentale a lui contemporanea. È tutta una questione di rappresentazione o apparenza. Egli vuole dissacrare e umanizzare l’autorità del papa interrogando a fondo il potere e sostituirsi al suo posto per svelarlo meglio: «il papa è unico. Essere il papa lo mette in una posizione unica e così, come in certe grandi tragedie è come se fosse issato su un balbacchino

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Eretteo e le sue cariatidi

A sud si sviluppa la loggia delle Cariatidi che proteggono e ornano la tomba del re Cecrope. In realtà quelle che oggi si vedono sono copie perché le originali sono conservate all’interno del Museo dell’Acropoli per preservale dal degrado. Inoltre, originariamente queste erano sei: una di esse venne prelevata da Lord Elgin nel 1801 e trasportata in Inghilterra dove ancora oggi la si può vedere al British Museum di Londra.

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Cronide di Capo Artemisio

La statua rappresenta una figura maschile nuda protesa probabilmente nel lancio di un fulmine in avanti: guardando il busto frontalmente, le gambe sono saldamente poggiate a terra e ruotate verso sinistra. Il peso del corpo è sulla gamba sinistra e con quella destra, invece, cerca di darsi la spinta. Le braccia sono entrambe distese all’altezza delle spalle e il volto è ruotato sempre verso sinistra fissando un obiettivo. Il braccio sinistro è nell’atto di prendere la mira e quello destro è teso indietro, ma non è chiaro cosa la statua dovesse tenere nella mano destra, forse un fulmine oppure un tridente (si tratterebbe quindi di una figura di Zeus o, rispettivamente, di Poseidone, entrambi figli di Crono, da cui il nome Cronide), o qualcos’altro.

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