Sentiero Italia CAI SICILIA 01° Tappa Trapani – Erice

Trapani è posizionata nella parte più occidentale della Sicilia, nel promontorio dell’antica Drepanum in latino, dal greco Drepanon (Δρέπανον, falce), data la forma della penisola su cui sorge la città. È denominata anche “città tra due mari” in quanto si protende su una stretta lingua di terra, circondata dal mare, che si assottiglia verso la punta estrema di Torre di Ligny. Il territorio comunale è vasto 271 chilometri quadrati, il più esteso della provincia, con una densità di 260 circa abitanti per chilometro quadrato. La città ha un’altitudine media di tre metri sul livello del mare.

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Appia Regina Viarum
5° Tappa

Il primo riferimento storico alla città di Fundi risale al IV secolo a.C., quando essa ricevette, insieme a Formia, la cittadinanza romana senza diritto di voto (civitas sine suffragio: nel 338 a.C. secondo Livio, nel 332-1 secondo Velleio Patercolo). Dopo il fallimento di un tentativo di rivolta guidato da Vitruvio Vacco (330 a.C.), Fondi rimase una prefettura romana e successivamente (188 a.C.) ricevette la piena cittadinanza, passando a un governo retto da tre edili. In epoca imperiale una parte del suo territorio era entrata a far parte del demanio imperiale, probabilmente a causa dei possedimenti della famiglia di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto e madre di Tiberio, nata a Fondi, come testimoniano un passo dello storico romano Svetonio ed alcune epigrafi.

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5° Tappa

Narciso

Il Narciso piccolo come una moneta o gigantesco, bianco o giallo o anche bicolore, arancio, color salmone, con petali arricciati e “trombe” vistose: poche specie botaniche vantano una tale varietà, che annovera moltissime specie e migliaia di cultivar e ibridi. Pianta erbacea perenne, il narciso ha un ciuffo di foglie erette, nastriformi, della lunghezza di 10-30 cm, dal cui centro si erge lo scapo fiorale, che può portare uno o più fiori. Alcuni sbocciano già alla fine dell’inverno, altri in aprile, fino a metà maggio nelle zone dove l’aria rimane fresca.

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La rana Bombina orientalis

La rana bombina È comunemente chiamata ululone dal ventre rosso per il verso emesso dai maschi durante il periodo della riproduzione e la colorazione accesa che la caratterizza. Tale colorazione è per questa rana un sistema di difesa: se minacciata si ribalta mostrando la pancia, così da intimorire eventuali predatori. I tubercoli del dorso emettono una sostanza tossica, che però non viene prodotta dalle rane in cattività. Come precauzione è comunque sufficiente lavarsi le mani dopo averle toccate.

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Calla

La calla (Zantedeschia aethiopica), elegante e scultorea, è una pianta da fiore di grande bellezza sia in giardino che in vaso. I suoi fiori, che sbocciano a fine primavera e inizio estate, sono formati da una specie di foglia modificata, chiamata “spata”, lunga anche 20 cm, che avvolge a imbuto uno spadice giallo, ed emergono da un ciuffo di lunghe foglie verde intenso.

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Paesaggio storico della Bonifica Leopoldina in Valdichiana

L’area candidata si estende per 23707 ettari, includendo 12 comuni: Castiglion Fiorentino, Chiusi, Civitella in Valdichiana, Cortona, Foiano, Lucignano, Marciano, Montepulciano, Monte San Savino, Sinalunga, Torrita di Siena. Il paesaggio era già intensamente coltivato in epoca etrusca. L’iscrizione al registro riguarda il reticolo di fossi e canali realizzato con le opere di bonifica iniziate in seguito all’impaludamento generatosi alla caduta dell’Impero Romano per l’interruzione delle pratiche di regimazione idraulica. Le attività di bonifica iniziate già dal XV secolo, con studi a cui si dedicò anche Leonardo da Vinci, si conclusero solo nella prima metà del XIX secolo consentendo lo sviluppo di una economia di tipo mezzadrile.

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Pino dell’Himalaya, Pinus wallichiana

Questo albero è spesso conosciuto come pino del Bhutan, (da non confondere con il pino bianco del Bhutan recentemente descritto, Pinus bhutanica, una specie strettamente imparentata). Altri nomi includono pino blu, pino dell’Himalaya e pino bianco dell’Himalaya. In passato, era noto anche con nomi botanici non validi Pinus griffithii McClelland o “Pinus excelsa” Wall., Pinus chylla Lodd. quando l’albero divenne disponibile attraverso il commercio di vivai europeo nel 1836, nove anni dopo che il botanico danese Nathaniel Wallich (1784 ~ 1856) introdusse per la prima volta i semi in Inghilterra.

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Origine dello 0!

Fu in particolare Leonardo Fibonacci a far conoscere la numerazione posizionale in Europa: nel suo Liber abbaci, pubblicato nel 1202, egli tradusse sifr in zephirum; da questo si ebbe il veneziano zevero e quindi l’italiano zero. Anche il termine cifra discende da questa stessa parola sifr. Tuttavia già intorno al 1000, Gerberto d’Aurillac (poi Papa col nome di Silvestro II) utilizzava un abaco basato su un rudimentale sistema posizionale.

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Pino strobo, Pinus strobus

Pino strobo o Pinus strobus, come in tutti i pini del sottogenere strobus, gli aghi del pino strobo crescono in mazzetti di 5 (raramente 3 o 4), con una guaina decidua. Sono flessibili, strettamente serrati e di colore blu-verde, con lunghezza di 5–13 cm. Le pigne sono lunghe 8–16 cm e larghe 4–5 cm quando sono aperte, con apice arrotondato e la parte terminale leggermente incurvata. I semi sono lunghi 4–5 mm e sono dotati di un’aletta di 15–20 mm che permette la loro migliore dispersione col vento. Possono vivere facilmente fino a 200-250 anni e in alcuni casi superare i 400. L’età di un esemplare nei pressi di Syracuse nello Stato di New York è stata misurata negli anni ottanta ed è risultata essere di 458 anni.

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Il percorso verso un futuro più verde inizia nelle nostre città

Le emissioni derivanti dalla gestione degli edifici hanno raggiunto il livello più alto mai raggiunto nel 2019, allontanando ulteriormente il settore dal realizzare il suo enorme potenziale di rallentare il cambiamento climatico e contribuire in modo significativo agli obiettivi dell’accordo di Parigi, secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi.

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