La major BP debutta col suo primo progetto di idrogeno verde in Germania

La corporation energetica britannica BP ha annunciato ufficialmente il suo debutto nel settore dell’idrogeno verde, tramite un progetto – che verrà realizzato in partnership con Ørsted, gruppo energetico danese particolarmente attivo nel filone delle rinnovabili – mirato a ridurre l’impatto ambientale della sua raffineria di Lingen, situata nella Germania nordoccidentale.

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Cryptomeria, Cryptomeria japonica

Si presenta come albero sempreverde di grandi dimensioni fino a 40 m d’altezza, con il fusto diritto e scarsamente rastremato, con la corteccia di colore rosso-brunastro; la chioma è piuttosto densa con foglie lesiniformi lunghe circa 20 mm, disposte a spirale sui rametti, di colore verde chiaro, persistenti per 4-5 anni, microsporofilli riuniti in amenti, macrosporofilli riuniti in un cono tondeggiante; i frutti sono piccoli strobili di forma globosa, dotati di scaglie spinose all’apice e contenenti piccoli semi che ricordano quelli del cipresso.

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Biancospino, Crataegus monogyna

Presso siti archeologici risalenti al Neolitico si sono rinvenuti semi dei frutti del Biancospino, questo fa ritenere che fossero consumati come alimento.
Nell’antica Grecia e a Roma il Biancospino era considerato una pianta fortemente simbolica legata alle idee di speranza, matrimonio e fertilità. I romani lo dedicarono a Maia, dea del mese di maggio e della castità.
Le damigelle delle spose greche si adornavano di boccioli di Biancospino e le spose ne portavano un ramoscello in mano. I romani ponevano le foglie nelle culle dei bimbi per allontanare gli spiriti maligni. Diverse usanze sono legate al Biancospino come quella che risale all’epoca precristiana di andare alla festa di calendimaggio e di scegliere una reginetta. In epoca pagana il re e la regina di maggio erano usccisi alla fine della stagione di crescita; di qui è forse sorta l’ambiguità odierna che vede il Biancospino sia come simbolo di speranza, sia come presagio di morte.
Il Cristianesimo trasformò la simbologia associata a questa pianta; presumibilmente la corona di spine di Cristo era di Biancospino, conseguentemente la pianta divenne simbolo di morte e di sorte avversa. L’associazione Biancospino/morte, fu rafforzata dallo sgradevole odore dei fiori di alcune specie europee. Questi alberi vengono impollinati da insetti che si nutrono di carogne e per attirarli i fiori emanano uno sgradevole odore simile a quello della carne putrefatta.
Vuole una leggenda che Giuseppe d’Arimatea (importante membro del Sinedrio che insieme a Nicodemo dette sepoltura a Gesù), recandosi in Gran Bretagna per diffondere la parola di Cristo, sbarcando a Glastonbury piantasse un bastone per terra, immediatamente il bastone divenne una pianta di Biancospino. Accanto alla pianta sorse la prima chiesa cattolica d’Inghilterra la cappella di S. Maria, e poi una grandiosa abbazia medioevale, rasa al suolo nel 1539 dopo lo scisma che vide Enrico VIII divenire capo della Chiesa d’Inghilterra. Dallo sbarco di S. Giuseppe d’Arimatea per secoli Biancospini originati dal suo bastone fiorirono 2 volte l’anno: in primavera e la vigilia di Natale, quando un ramoscello veniva portato in dono ai sovrani di Gran Bretagna.
Pianta che indica il mese di maggio secondo il Calendario Celtico degli alberi.
Durante la rivoluzione francese il Biancospino fu chiamato “albero della libertà” e durante quegli anni in Francia ne vennero piantati più di 60.000.
Fra i cespugli di Biancospino cresce un eccellente fungo commestibile primaverile Calocybe gambosa (Fr.) Donk, chiamato comunemente Prugnolo.

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Lo slancio verso l’idrogeno

Le novità sono così numerose nell’“universo dell’idrogeno” che è difficile stare al passo con la sua evoluzione. A partire dalla diffusione dell’epidemia di Covid-19 nell’UE, si è assistito a un’ulteriore accelerazione dell’adozione di politiche a favore dell’idrogeno e della stipula di accordi internazionali. L’8 luglio l’UE ha lanciato la sua strategia sull’idrogeno, a seguito della pubblicazione delle strategie nazionali sull’idrogeno olandesi e tedesche, rispettivamente ad aprile e a giugno. Parallelamente, sono state lanciate la strategia dell’UE per l’integrazione del sistema energetico e la Clean Hydrogen Alliance, l’alleanza europea per l’idrogeno pulito. A luglio, undici aziende operanti nel settore delle infrastrutture hanno presentato un piano europeo per la costruzione di infrastrutture per l’idrogeno, l’Hydrogen Backbone Plan.

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La flora del Parco Nazionale della Majella

La Majella ha ospitato gruppi umani già a partire dal Paleolitico – quando compare inizialmente Homo erectus e poi Homo sapiens – come testimoniano i ritrovamenti nei siti di Valle Giumentina, Grotta degli Orsi e Grotta del Colle. Durante il Neolitico (6600 – 4500/4000 a.C.), grazie ad un mutato ambiente di vita e anche all’arrivo dall’oriente di popolazioni agricole, inizia a svilupparsi una nuova comunità sempre più stanziale, che predilige insediarsi in piccoli villaggi, alleva gli animali e produce vasellame adibito alla cottura e alla conservazione dei cibi.

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Idrogeno: il nostro futuro

Attualmente, circa il 95% dell’idrogeno è prodotto dal gas naturale o da altri idrocarburi. Questo cosiddetto idrogeno “marrone” viene utilizzato per produrre fertilizzanti e altri prodotti chimici. Quantità significative di CO2 vengono rilasciate durante la produzione, ma queste potrebbero essere affrontate attraverso la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS). Con l’aggiunta di CCS, l’idrogeno estratto dagli idrocarburi è considerato “blu”. L’idrogeno può anche essere prodotto dall’elettrolisi dell’acqua. Se l’elettricità utilizzata per l’elettrolisi è prodotta da energia rinnovabile, allora tale idrogeno è considerato “verde”. C’è anche l’idrogeno “nero” (prodotto dal carbone) e “giallo” (dall’elettricità proveniente dalle centrali nucleari).

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Biancospino selvatico, Crataegus oxyacantha

Il Biancospino viene utilizzato per placare il senso di angoscia e di oppressione e l’inquietudine.
L’uso terapeutico della pianta è attestato sin dal XIII secolo, ma nei vecchi manuali si trova trattato il Biancospino ancora accanto ai digitaloidi e, questa originaria interpretazione, ha portato a confusione: glicosidi simildigitalici o ulteriori principi attivi, con cui viene compensato un cuore insufficiente, nel Biancospino non sono presenti. Oggi è invece provato, che il Biancospino è realmente una vera e propria pianta medicinale per il distretto cardiaco e per le patologie circolatorie.
Viene chiamata la “valeriana” del cuore, in quanto è un ottimo tonico stimolante cardiaco, dilata le arterie coronariche migliorando l’afflusso del sangue, elimina le aritmie e riduce i livelli di colesterolo.
In Olanda e Belgio la polpa del frutto, veniva mescolata con farina per la produzione di pane, mentre i semi tostati, durante la seconda guerra mondiale erano utilizzati come succedaneo del caffè.
In cucina i frutti del biancospino vengono usati per bevande fermentate e per confezionare una delicata marmellata lievemente astringente, mentre in campo cosmetico il bagno di biancospino è apprezzato per le proprietà rilassanti; foglie e fiori hanno azione normalizzante e astringente sulle pelli grasse.
Il legno di colore rossastro, molto duro e compatto, viene impiegato per lavori al tornio e per la produzione di ottima carbonella.
I frutti sono molto apprezzati dai passeracei, merli, tordi , cornacchie e dai piccoli mammiferi che contribuiscono così a disseminarli. I semi hanno una dormienza accentuata, che in natura viene eliminata proprio dal passaggio nello stomaco delle creature che se ne nutrono.
Specie sovente impiegata come ornamentale, grazie alla notevole adattabilità alle differenti zone climatiche e ai diversi tipi di terreno, che le permette di essere largamente utilizzata nei giardini, soprattutto nella formazione di siepi.

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PADOVA, Orto botanico

Il primo giardino botanico del mondo è stato creato a Padova nel 1545. Conserva ancora la sua struttura originale: un appezzamento centrale circolare, che simboleggia il mondo, circondato da un anello d’acqua. Successivamente furono aggiunti altri elementi, alcuni architettonici (ingressi ornamentali e balaustre) e alcuni pratici (impianti di pompaggio e serre). Continua a servire il suo scopo originario di centro di ricerca scientifica.

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Sede ASI Reisen: ispirata da una simbiosi tra natura e umanità

Affinché gli esseri umani possano continuare a vivere e prosperare su questo pianeta, gli edifici in cui abitiamo e trascorriamo la maggior parte della nostra vita devono essere costruiti tenendo in considerazione la conservazione naturale e l’efficienza energetica quanto il comfort. “Con la sua costruzione in legno a risparmio di risorse e il sofisticato concetto di energia sostenibile, la nuova sede ASI rappresenta un’ispirazione per la costruzione responsabile delle nostre case e degli uffici per il futuro. Allo stesso tempo, il nuovo spazio per uffici offre un’atmosfera di lavoro piacevole e moderna per i suoi dipendenti “, spiega Patrick Lüth, amministratore delegato dello studio di Snøhetta a Innsbruck.

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