Foresta del Cansiglio

La prima testimonianza scritta nella quale è citato il Bosco d’Alpago (così era allora chiamata la foresta del Cansiglio) è un Diploma del 923 di Berengario I, incoronato Re d’Italia con l’appoggio dell’autorità ecclesiastica, nel quale il sovrano donava la foresta al feudo del Vescovo-Conte di Belluno.
Nei secoli successivi numerose furono le concessioni di diritto di pascolo ad enti e privati, ma la pressione delle attività umane sulla foresta si acuì quando, in epoca comunale, il Cansiglio divenne proprietà della Comunità di Belluno.

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ECOSISTEMI TERRESTRI ITALIANI

Convenzionalmente, nel caso in cui contengano meno di 500 parti per milione (ppm) di sali disciolti, le acque si definiscono “dolci”. Rientrano nella definizione anche le acque dolci stagnanti e le acque di transizione salmastre come le lagune, gli stagni costieri, i delta e gli estuari. Il fatto che gli ambienti siano così diversi determina una forte variabilità delle loro caratteristiche: la salinità per esempio passa da valori prossimi allo zero (acque di scioglimento dei ghiacciai, ruscelli, torrenti e laghi d’alta quota) a valori prossimi o uguali a quelli dell’acqua di mare (acque di transizione), o a volte a valori anche superiori (stagni salati, saline).

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Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna

L’utilizzo da parte dell’uomo dell’area delle Foreste Casentinesi ha origini molto antiche ed è stato sempre molto influenzato dalle vicende della vicina città di Arezzo.In epoca romana la frequentazione di questo territorio divenne più intensa nel corso del I secolo a.C., durante il quale si formarono due colonie.A questa epoca risalgono i resti di insediamenti residenziali visibili in più luoghi, compresi tra i 360 ed i 630 m di altitudine.La presenza di questi siti, in particolare nei comuni di Poppi e Bibbiena, è testimoniata da aree di frammenti fittili emergenti in superficie.

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Bagolaro o spacca sassi, Celtis australis

Il bagolaro è un grande albero, è un caducifoglia e latifoglia, alto sino a 20–25 m anche se l’altezza media è di 10–12 m. Il tronco è abbastanza breve, robusto e caratterizzato (in età adulta) da possenti nervature, con rami primari di notevoli dimensioni, mentre quelli secondari tendono a essere penduli. La chioma è piuttosto densa, espansa, quasi perfettamente tondeggiante.

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Marine Message II: nozione di “capitale naturale” e i “limiti” per un suo utilizzo ecosostenibile!

Oltre il 65% dell’Europa è coperto dai suoi oceani e mari (calcolo SEE). Questo valore è più alto che in qualsiasi altro continente. Pertanto, i mari europei – che si estendono dal Mar Baltico e dall’Oceano Atlantico nordorientale a nord al Mar Mediterraneo e al Mar Nero a sud e est (Figura 1.1) – hanno, nel corso della storia, svolto un ruolo decisivo nello sviluppo delle nostre culture, delle nostre economie, e sulla nostra influenza globale e sulle nostre vite individuali.

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Cedro deodara o dell’Himalaya, Cedrus deodara

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Cedrus deodara cresce in maniera spontanea nella catena dell’Himalaya, diffuso nella zona orientale dell’Afghanistan, nel nord del Pakistan, nel Kashmir, negli stati nord occidentali dell’India, nel Tibet e in Nepal. In queste aree lo si ritrova tra i 1500 ed i 3.200 m. s.l.m. La sua introduzione in Europa risale all’inizio del XIX secolo.

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Idrogeno: la promessa verde

L’idrogeno prodotto dall’acqua è stato discusso come vettore di energia per 150 anni. Un forte calo del suo costo significa che potrebbe finalmente diventare fattibileJules Verne, il grande scrittore del XIX secolo spesso descritto come “il padre della fantascienza”, è stato straordinariamente preciso nel prevedere le caratteristiche degli sbarchi sulla luna e dei sottomarini moderni. Nel caso del carburante a idrogeno, tuttavia, il mondo non ha ancora raggiunto le sue previsioni.

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