Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sicilia
“Trunzu di aci”
Il cavolo trunzu è un cavolo rapa coltivato ad Acireale e delle località vicine. E’ di piccole dimensioni ma è riconoscibile in particolare perché la parte edule, presenta striature violacee, comune a molte a molti ortaggi coltivati nei terreni lavici dell’Etna. Il suo nome deriva dal modo scherzoso con cui venivano denominati e identificati i cittadini di Acireale dai catanesi; visto che ‘trunzu’ era un modo di apostrofare gli jacitani con l’espressione ‘teste di rapa’ o ” teste di trunzu”.
Già dalla prima metà del Novecento il cavolo trunzu (il nome riprende un epiteto con il quale i catanesi prendono in giro gli abitanti di Aci) era protagonista sui mercati ortofrutticoli della vicina città capoluogo. Negli anni Quaranta la coltivazione del cavolo è diminuita, soppiantata da produzioni più redditizie. Nel secondo dopoguerra le aree coltivate vicino alla città di Catania in generale sono diminuite, la città si è allargata a dismisura e si sono moltiplicati i centri commerciali, molti agricoltori sono emigrati al nord oppure in America, altri hanno invece trasferito l’attività nel ragusano.
Oggi nell’area storica di produzione gli orti coltivati a cavolo trunzu non raggiungono l’ettaro di superficie, e molte coltivazioni si sono estese anche in altre aree dell’Etna: a Milo, Adrano, e in altri orti della cintura. Il mercato catanese richiede questa specialità ma le tecniche di coltivazione sono cambiate rispetto a settant’anni fa, i cavoli spesso sono eccessivamente spinti con concimi chimici e per questo si ottengono anche tre raccolti l’anno, quando in passato se ne otteneva uno, al massimo due. La produzione migliore si raccoglie da ottobre a novembre.
Territorio di produzione
Acireale