Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania
Legume secco, di colore chiaro; il seme è di piccole dimensioni (il peso di 1.000 semi è di circa 350 g); la tipologia è similare ad una perla.
Metodiche di lavorazione
Il cece piccolo del Sannio è coltivato prevalentemente in asciutto, in terreni collinari e montani; la semina autunnale è effettuata nel mese di novembre, quella primaverile avviene nel mesi di aprile, allorché le condizioni microclimatiche possono favorire la germinazione; si utilizzano seminatrici pneumatiche che collocano il seme a circa 5 cm.; la distanza tra le file è piuttosto variabile: circa 20/30 cm, mentre, l’interfila (spazio sulla fila tra i semi) mediamente risulta pari a 10/20 cm; ne consegue una densità di investimento pari a circa 20 piante per m\q. In alcuni appezzamenti, si assiste ancora ad una raccolta manuale; in appezzamenti adatti alla meccanizzazione, la raccolta è affidata dalle moderne mietitrebbie opportunamente adattate; interviene quando i baccelli virano al giallo intenso.
La semina viene effettuata, a seconda dell’ubicazione degli appezzamenti nel mese di novembre oppure nel mese di aprile. La sgranatura avviene alla trebbiatura o, nel caso di raccolta manuale – piccoli appezzamenti – dopo la completa essiccazione dei baccelli sulla pianta; successivamente vengono esposti al sole per circa 5 giorni. I semi vengono essiccati all’aria; la conservazione avviene in sacchetti di tela o lino, in luoghi freschi e ventilati. I materiali e le attrezzature utilizzati per la coltivazione sono quelli ordinariamente presenti in loco ed utilizzati per la filiera dei cereali.
Osservazioni sulla tradizionalità
La coltivazione è costantemente presente nell’area dal tempo dei Sanniti (V-IV secolo a.C.); la tecnica colturale richiama la tecnica ancestrale praticata dai nostri trisavoli negli areali del Sannio. Le vecchie Masserie che caratterizzano gli areali interessati alla coltivazione sono una testimonianza della coltivazione di legumi destinata, a suo tempo, oltreché all’autoconsumo, a rifornire i mercatini locali. Grazie alla presenza di queste Masserie è possibile mappare non solo la tipologia delle coltivazioni, ma anche il livello organizzativo e produttivo praticato. In questi ultimi anni, si è attivata un’azione di recupero di semi antichi che vengono coltivati utilizzando le più moderne tecniche collegate a macchine che presentano una dotazione tecnologica ultramoderna. Ciò agevola notevolmente la coltivazione e l’attività imprenditoriale dei operatori interessati.
Territorio di produzione
Territorio interessato: provincia di Benevento ed areali limitrofi.
Carciofo di Pietrelcina PAT Campania
Ricotta essiccata ovicaprina PAT Campania
A Salerno e nei comuni della provincia, è antichissima tradizione produrre la ricotta salata, nei periodi dell’anno in cui c’è molta abbondanza di latte, per cui una parte di essa viene destinata alla stagionatura, in modo tale da ottenere un prodotto da grattugia molto utilizzato per arricchire i piatti tipici locali.
Tarallo di San Lorenzello PAT Campania
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