Borghi d’Italia
Cefalù (Cifalù in siciliano) è un comune italiano di 14 265 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
È situato sulla costa siciliana settentrionale, a circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la regione; nonostante le sue dimensioni, ogni anno attrae un rilevante flusso di turisti locali, nazionali ed esteri che, nel periodo estivo, arrivano a triplicare la popolazione, rendendo affollate le principali piazze e le strade più importanti del paese. È sede episcopale.
La cittadina, che fa parte del Parco delle Madonie, è inclusa nel club de I borghi più belli d’Italia, l’associazione dei piccoli centri italiani che si distinguono per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l’armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini. Cefalù fa anche parte della rete dei comuni solidali.
Il duomo della città inserito nel sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
La storia e l’arte
Tracce di frequentazione del sito risalgono all’epoca preistorica, in particolare in due grotte che si aprono sul lato settentrionale del promontorio su cui sorse la città. A un insediamento pre-ellenico si riferisce la cinta muraria di tipo megalitico, datata alla fine del V secolo a.C., che circonda l’attuale centro storico ed è in gran parte ancora conservata, e il contemporaneo Tempio di Diana, un santuario costituito da un edificio megalitico, coperto con lastroni di pietra di tipo dolmenico che ospita una precedente cisterna più antica (IX secolo a.C.).
Nel IV secolo a.C. i Greci diedero al centro indigeno il nome di Κεφαλοίδιον (Kefaloidion), dal greco kefa o kefalé, ovvero «testa, capo»; riferito probabilmente al suo promontorio. Non è da escludere tuttavia la ripresa fonetica dall’aramaico (lingua cananaica strettamente affine al fenicio) kephas («pietra, roccia»), dunque sempre in riferimento al promontorio.
Nel 307 a.C. venne conquistata dai Siracusani e nel 254 a.C. dai Romani, che le diedero in latino il nome di Cephaloedium. La città ellenistico-romana ebbe una struttura urbanistica regolare, formata da strade secondarie confluenti sul principale asse viario e chiusa ad anello da una strada che segue il perimetro della cinta muraria.
Nel periodo del dominio bizantino l’abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca e restano tracce di lavori di fortificazione di quest’epoca (mura merlate), oltre a chiese, caserme, cisterne per l’acqua e forni). La vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata, come prova il recente rinvenimento di un edificio di culto cristiano, con pavimento in mosaico policromo risalente al VI secolo.
Nell’858, dopo un lungo assedio, venne conquistata dagli Arabi, che le diedero il nome di Gafludi, e fece parte dell’emirato di Palermo. Di questo periodo si hanno tuttavia notizie scarse e frammentarie e mancano anche testimonianze monumentali.
Nel 1063 fu conquistata dai Normanni di Ruggero I e, nel 1131, grazie a Ruggero II, fu rioccupato l’antico abitato sulla costa, rispettando la struttura urbana preesistente: a questo periodo risalgono parecchi dei monumenti cittadini, quali:
- La chiesa di San Giorgio e il lavatoio di via Vittorio Emanuele
- Il chiostro del duomo e il Palazzo Maria (sede trecentesca dell’allora Palazzo Comunale) sito in piazza del Duomo.
- L’Osterio Magno sul corso Ruggero sede dei Ventimiglia a Cefalù.
Precisamente al 1131 è datata in particolare la basilica cattedrale.
Tra la metà del XIII secolo e il 1451 passò sotto il dominio di diversi feudatari e da ultimo divenne possedimento del vescovo di Cefalù.
La storia successiva di Cefalù si può assimilare a quella della Sicilia e del resto dell’Italia. Nel 1752 vi si iniziano a stabilire i consolati stranieri (Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia) e la città diventa meta del Grand Tour. Durante il Risorgimento, vi venne fucilato, il 14 marzo 1857, il patriota Salvatore Spinuzza. Dopo lo sbarco di Giuseppe Garibaldi del gennaio 1861, la città proclamò la sua adesione al Regno d’Italia.
Oggi è una località marina e una meta turistica per le sue spiagge e le opere d’arte che conserva.
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Cosa Vedere
Teatro comunale Salvatore Cicero
La lunga storia del teatro inizia nel 1814, quando un gruppo di notabili cefaludesi, decidono di richiedere all’autorità comunale la concessione di un area per l’edificazione di quella che sarà la sua prima elevazione, ottenendo, nel 1816, un terreno appena fuori le mura ovest della Città. Passa appena un biennio e il teatro, a forma di Ferro di Cavallo, tipica tipologia del teatro all’Italiana viene completato a cura dell’architetto Antonio Caruso. La seconda guerra mondiale lo vede quartier generale delle truppe tedesche, luogo dove risiedono la maggior parte delle funzioni di comando. Nell’immediato dopoguerra inizia la sua ristrutturazione per le nuove esigenze della cinematografia moderna. Nel 1982 si decise di intitolarlo al Maestro violinista cefaludese Salvatore Cicero, prematuramente scomparso, quale omaggio al suo valore artistico, primo violino di alcune delle orchestre sinfoniche più importanti degli anni sessanta nonché eccellente compositore. A distanza di sei anni, con il regista Giuseppe Tornatore, il teatro diviene set cinematografico e gira il mondo con il film “Nuovo Cinema Paradiso”, premiato con il premio Oscar nel 1989.
Il lavatoio medievale
Il lavatoio medievale stile tardo rinascimentale è sicuramente uno dei monumenti di Cefalù che destano maggiore curiosità. Al di sotto del promontorio roccioso, che fa da cornice a Cefalù, scorre il fiume “Cefalino” che dopo un percorso sotterraneo sfocia nel mare. E’ in questo punto che sorge l’antico lavatoio. In epoca arabo-normanna era il luogo in cui si faceva il bucato. Nel 1514 fu demolito e ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume che scorreva a cielo aperto venne coperto con degli archi interni nel 1655. Infine, nel 1890 assunse l’attuale sistemazione. Nel 1991 sono stati ultimati i lavori di restauro. Il lavatoio si presenta con una scalinata in pietra lumachella che conduce ad una pavimentazione levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l’acqua raggiunge il mare.
Porta marina e Mura Megalitiche
La meravigliosa Porta Marina di Cefalù con il suo arco gotico è l’unica porta rimasta delle quattro che una volta garantivano l’accesso alla città.
La porta si affaccia sul colorato quartiere dei pescatori, dove sono state girate le scene del famoso film “Cinema Paradiso”.
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La più notevole testimonianza dell’antica Kephaloidon (Cefalù) è costituita dalle mura di fortificazione, cosiddette “megalitiche”, costruite con la tecnica della pietra a secco con enormi blocchi di tre metri di spessore.
Le mura, ancora oggi molto ben conservate, in particolare sul lato nord, racchiudevano tutta la città conferendole l’aspetto di una fortezza inespugnabile.
Almeno fino al ‘600, lungo le mura si aprivano quattro porte: due verso sud, “Porta terra” in piazza Garibaldi, e “Porta Ossuna” in Piazza Cristoforo Colombo; una sul mare verso ovest, “Porta marina o pescara”, l’unica rimasta intatta, e l’altra verso est “Porta giudecca”, presso la chiesa di S.Antonio.
Basilica – Cattedrale Patrimonio dell’Umanità UNESCO
Cattedrale fu costruita per volere di Ruggero II, primo Re di Sicilia, nel 1131.
Dopo la sua morte (1154) i lavori di costruzione vennero interrotti e ripresero solo sotto Federico II (1215).
Nei secoli XVII-XVIII l’interno della cattedrale fu ricostruito in stile barocco, mai lavori di restauro nel sec. XX portarono alla loro quasi completa rimozione. L’edificio, in posizione rialzata rispetto alla piazza, è preceduto da un sagrato al quale si accede attraverso una scalinata.
La facciata è inquadrata da due possenti torri (1240) ed è decorata nella parte superiore da ogive incrociate di sapore arabo, e in basso da un portico a tre arcate (XV sec.). L’interno è “a croce latina”, diviso in tre navate.
L’elemento più significativo della cattedrale consiste nei mosaici, realizzati da maestri bizantini (nel 1148). Tra i mosaici spicca, nel catino absidale, l’immagine del Cristo Pantocratore.
Tra le opere di maggiore pregio qui custodite ricordiamo il fonte battesimale, ricavato da un blocco di pietra lumachella, una Madonna di Domenico Gagini (XVI sec.) e un Crocifisso ligneo intagliato (1468).
Chiostro Capitolare
Il chiostro annesso al fianco settentrionale della Cattedrale rappresenta una delle più eccelse testimonianze artistico – scultoree di età normanna, nonché il più antico esempio di chiostro esistente in Sicilia del tipo a capitello binato su doppia colonnina.
I capitelli, sublime esempio di scultura romanica, presentano decorazioni con figure di scimmie, acrobati, cervi, aquile e altre bestie fantastiche mentre in altri raffigurano scene dei racconti biblici di Adamo ed Eva e dell’Arca di Noè.
Il centro storico
Il territorio
La cittadina, nel suo nucleo medioevale, è ubicata sotto la rocca di Cefalù che la domina e insieme al Duomo ne caratterizza il profilo tanto da renderne il panorama tipico e molto riconoscibile.
Fuori dai confini del centro storico, il nucleo urbano si è esteso a cavallo della piccola area pianeggiante che separa la rocca dal resto del sistema collinare della costa espandendosi ulteriormente a mezza costa sui pendii delle colline lungo la costa.
Il comune di Cefalù occupa un’area di 65,80 km² sulla costa tirrenica della Sicilia, a 70 km a est di Palermo e a 160 km ad ovest di Messina; posizionata quasi esattamente a metà della costa che va da Trapani a Messina nel nord della Sicilia.
La costa di Cefalù si estende per circa 30 km fra Lascari e Pollina ed alterna lunghi tratti di spiaggia rettilinea a baie e piccole insenature di natura sia sabbiosa che rocciosa con scogli bassi o anche a costoni alti e a strapiombo sul mare.
La costa subisce un’erosione da moto ondoso sia sui tratti sabbiosi, come la ben nota spiaggia del paese, che sui costoni rocciosi di natura quarzarenitica.
Alcune zone come il porto vecchio (nel centro storico) e il porto nuovo sono invece soggette al fenomeno opposto, la sedimentazione, a causa dei detriti portati dai fiumiciattoli che scendono dalla Rocca e dalle colline a ridosso della costa.
Per combattere l’erosione negli anni sono state approntate opere di difesa della costa, come ad esempio le barriere frangi flutti, in contrada Kalura ed in contrada Mazzaforno.
A ridosso della costa, dopo una brevissima, a volte nulla, fascia di pianura, si affacciano alte colline prime propaggini del sistema montuoso delle Madonie. In quest’area il terreno s’inerpica dolcemente o improvviso da nord a sud verso l’entro terra e i comuni madoniti alternando una serie di colline via via più alte in vista dei maggiori rilievi madoniti.
I dintorni
Una passeggiata sotto le mura
PIAZZA MARINA – La passeggiata a mare che da Piazza Marina si snoda sino al capo di Sant’Antonio, segue le mura urbane del Centro Storico di Cefalù, che si fanno risalire al V secolo a.C., comunemente chiamate mura megalitiche per la loro costituzione muraria, composta da enormi blocchi di pietra lumachella sovrapposti, innalzati mediamente 5 – 6 metri da terra,in difesa dell’abitato.
Il perimetro di queste mura era fronte di difesa dalle incursioni dal mare, ma anche difesa dalle mareggiate tempestose sollevate dai venti di grecolevante, grecoponente e maestrale. Dopo il Cinquecento, le mura della città storica furono utilizzate per la edificazione di case.
La unicità figurativa e di questo sistema murario oggi è visibile nella sua interezza percorrendo il sentiero che si snoda tra gli scogli e che, attraverso gli accessi urbani di Porta Pescara, di Capo Granaio, del Bastione, della Postierla, di Porta Giudecca e di Capo Sant’Antonio, permette alla scogliera di integrarsi al tessuto urbano, trasformandosi in ‘parco degli scogli’, interamente percorribile dalla marina a Presidiana.
DOVE ALLOGGIARE
DOVE MANGIARE
NUMERI UTILI
COME ARRIVARE
Come arrivare a Cefalù:
– Dall’aeroporto di Palermo “Falcone e Borsellino” a Cefalù
Imboccate l’autostrada e seguite le indicazioni per “Palermo”, dove arriverete dopo circa 30 Km. Utilizzando la strada principale (“Via regione Siciliana”) attraversate tutta la città ed una volta fuori fate riferimento ai cartelli per “Messina”. Dopo circa 45 km arriverete ad un primo casello in cui è obbligatorio prendere un biglietto da conservare, e dopo altri 15 km vedrete l’indicazione per l’uscita “Cefalù” in cui è presente un altro casello dove sarà possibile pagare il pedaggio utilizzando il biglietto preso precedentemente. Il centro della città dista circa 5 Km dallo svincolo autostradale.
– Dall’aeroporto di Catania “Fontana Rossa” a Cefalù
Seguite le indicazioni per la “Tangenziale di Catania” direzione Catania, ed una volta arrivati al bivio quelle per l’autostrada direzione “Palermo”. Dopo circa 150 km, superato lo svincolo di “Buonfornello”, imboccate l’autostrada direzione “Messina”, dove troverete un primo casello in cui è obbligatorio prendere un biglietto da conservare. Dopo altri 15 km vedrete l’indicazione per l’uscita “Cefalù” in cui è presente un altro casello dove sarà possibile pagare il pedaggio utilizzando il biglietto preso precedentemente. Il centro della città dista circa 5 Km dallo svincolo autostradale.
– Dall’aeroporto di Trapani-Birgi “Vincenzo Florio” a Cefalù
Seguite le indicazioni per raggiungere l’autostrada direzione Trapani ed imboccatela. Dopo circa 40 Km, al bivio, cambiate direzione e seguite le indicazioni per “Palermo”, dove arriverete dopo altri 60 Km. Utilizzando la strada principale (“Via regione Siciliana”) attraversate tutta la città ed una volta fuori fate riferimento ai cartelli per “Messina”. Dopo circa 45 km arriverete ad un primo casello in cui è obbligatorio prendere un biglietto da conservare, e dopo altri 15 km vedrete l’indicazione per l’uscita “Cefalù” in cui è presente un altro casello dove sarà possibile pagare il pedaggio utilizzando il biglietto preso precedentemente. Il centro della città dista circa 5 Km dallo svincolo autostradale.
Con i mezzi pubblici
– Dall’aeroporto di Palermo “Falcone e Borsellino” alla stazione ferroviaria di Cefalù
Ogni 30 minuti ci sono degli autobus della compagnia “Prestia e Comandè” o dei treni che partono dall’aeroporto di Palermo (la fermata si chiama “Punta Raisi”) ed arrivano alla stazione ferroviaria di “Palermo centrale” dopo circa 1 ora. A questo punto, prendete il treno per Cefalù che impiega circa 1 ora per arrivare a destinazione.
– Dall’aeroporto di Catania “Fontana Rossa” alla stazione ferroviaria di Cefalù
Un autobus della compagnia “SAIS” vi permette di arrivare fino alla stazione ferroviaria di Palermo in circa 2 ore e mezza. Una volta sul posto, prendete il treno per Cefalù che impiega circa 60 minuti per arrivare a destinazione.
– Dall’aeroporto di Trapani-Birgi “Vincenzo Florio” alla stazione ferroviaria di Cefalù
Le compagnie di autobus che partono per la stazione ferroviaria di Palermo sono 2: la Terravision e la Salemi. Una volta arrivati a Palermo (circa 2 ore) prendete il treno per Cefalù che impiega circa 60 minuti ad arrivare a destinazione.
– Dalla stazione ferroviaria di Cefalù all’ufficio
Appena usciti dalla stazione svoltate verso destra seguento le indicazioni per il “Centro”. Imboccherete una strada in discesa che dovrete percorrere fino in fondo (circa 300 m) così da arrivare ad una stazione di servizio della “Esso” giancente su una piazzetta chiamata “Piazza Armando Diaz”. Da questo punto in poi comincia la zona a traffico limitato e la “Via Matteotti” che dovete percorrere per circa 200 m fino a quando arriverete ad un’altra piazzetta, chiamata “Piazza Garibaldi” (o anche “Porta Terra”). La prima strada a sinistra che scende verso il mare è proprio “Via Spinuzza” e il nostro ufficio si trova al numero 31.