URBINO, Centro storico della città

La piccola città collinare di Urbino, nelle Marche, conobbe una grande fioritura culturale nel XV secolo, attirando artisti e studiosi da tutta Italia e non solo, e influenzando gli sviluppi culturali nel resto d’Europa. A causa della sua stagnazione economica e culturale dal XVI secolo in poi, ha conservato in modo notevole il suo aspetto rinascimentale.

Centro Storico di Urbino

Eccezionale valore universale

La piccola città collinare italiana di Urbino divenne, per un breve periodo durante il Rinascimento, uno dei maggiori centri culturali d’Europa. Oggi il centro storico è definito dalle sue mura rinascimentali che sopravvivono praticamente intatte, complete di bastioni.

All’interno di queste mura sono stati conservati diversi edifici di straordinaria qualità come il Palazzo Ducale, il Duomo, il Monastero di Santa Chiara e un complesso sistema di oratori.

Il nucleo iniziale della città si è evoluto da un insediamento romano fortificato risalente al III e II secolo a.C. I romani costruirono sulla sommità del colle dove ora sorge il Palazzo Ducale e fino all’XI secolo la città rimase entro questi limiti.

Alla fine di quel secolo, la sua espansione urbanistica richiese la costruzione di un nuovo sistema di mura difensive.

Nella metà del XV secolo Federico da Montefeltro intraprese una radicale campagna di ricostruzione all’interno di queste mura originarie senza stravolgere la struttura urbanistica complessiva.

Successivamente la città fu ulteriormente ampliata fino a diventare una seconda collina posta a nord, conferendo all’area, oggi racchiusa dalle mura rinascimentali, un profilo allungato.

Urbino è una piccola città in collina che conobbe una sorprendente fioritura culturale nel XV secolo. In questo periodo ha attratto artisti e studiosi da tutta Italia e oltre che, a loro volta, hanno influenzato gli sviluppi culturali nel resto d’Europa.

Tra il 1444 e il 1482, Federico da Montefeltro governò ad Urbino e la sua corte riunì alcuni dei leader dell’epoca: i principali umanisti dell’epoca come Leone Battista Alberti, Marsilio Ficino e Giovanni Bessarione; matematici come Paul van Middelburg; e artisti come Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Paolo Uccello, Piero della Francesca e Ambrogio Barocci.

Questi uomini hanno creato e realizzato progetti culturali e urbani eccezionali. Questo clima culturale ha permesso a Raffaello, Donato Bramante e al matematico Luca Pacioli di prosperare nella propria arte e scienza.

Criterio (ii): Durante la sua breve preminenza culturale, Urbino attrasse alcuni dei più eminenti studiosi e artisti umanisti del Rinascimento, che vi crearono un eccezionale complesso urbano di notevole omogeneità, la cui influenza fu portata lontano nel resto del Europa.

Criterio (iv): Urbino rappresenta un apice dell’arte e dell’architettura rinascimentale, adattato armoniosamente al suo sito fisico e al suo precursore medievale in modo eccezionale.

Integrità

Urbino si presenta come uno spazio continuo e unitario definito oggi, come lo è stato per molti secoli, dalle mura rinascimentali. All’interno di queste mura sopravvive un numero significativo di edifici di quell’epoca. Alcune demolizioni avvennero però all’inizio del XIX secolo, quando furono ampliate le piazze e le strade. Non sono state identificate grandi minacce al centro storico.

Autenticità

L’autenticità del Centro Storico di Urbino è elevata in quanto ha mantenuto gran parte della sua forma urbana in termini di layout stradale all’interno delle mura rinascimentali.

Di conseguenza, ha conservato le sue caratteristiche spaziali e dei volumi, risalenti al più antico impianto medievale, con le sue strade strette, nonché alle successive aggiunte rinascimentali. Anche gli interventi del Settecento e dell’Ottocento hanno lasciato quasi del tutto inalterato l’impianto rinascimentale.

La costruzione di un nuovo teatro, progettato da Vincenzo Ghinelli, situato accanto alla torre di Francesco di Giorgio, era compatibile nello stile e nelle proporzioni con i suoi vicini.

Inoltre, ha preservato la sua autenticità attraverso l’uso di tecniche e materiali da costruzione tradizionali e storici nei lavori di manutenzione e restauro degli edifici e delle aree pubbliche del centro storico, preservando le caratteristiche formali, le tipologie e le dimensioni dell’architettura esistente.

Gli interventi urbanistici non hanno mai trasformato le costruzioni più antiche, perfettamente aderenti al paesaggio urbano e alla conformazione morfologica del sito.

Requisiti di protezione e gestione

Il centro storico è regolato da leggi nazionali e da regolamenti urbanistici ed edilizi locali. Le leggi nazionali tutelano direttamente molti singoli edifici monumentali nel centro storico così come nelle fortificazioni circostanti. Il centro è anche protetto come area di conservazione con uno specifico controllo di pianificazione della protezione del paesaggio e un controllo di protezione dell’archeologia.

Le leggi urbanistiche e edilizie locali definiscono i criteri e le modalità di conservazione del patrimonio storico. Tali norme e regolamenti garantiscono la tutela del layout urbano, del carattere architettonico, del tipo di edifici, degli abbellimenti e delle tecniche di finitura dei fronti degli edifici.

Nello specifico, il Comune ha intrapreso un rilievo planimetrico di tutti gli edifici del centro storico, che ha consentito di classificarli per tipologia, grado di integrità e definizione dei limiti di intervento consentiti. Oltre a questo inventario, i rilievi dettagliati delle facciate degli edifici lungo le principali arterie stradali, unitamente ad una scrupolosa ricerca archivistica, hanno fornito supporto documentario e metodologico per la pianificazione degli interventi di manutenzione e restauro di tali facciate.

SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO

La salvaguardia del paesaggio a sostegno dell’immagine del centro storico è attuata attraverso norme di tutela integrale previste dal Piano Generale di Zonizzazione applicato a tutta l’area collinare visibile dal circuito della cinta muraria. Questa zona coincide con la zona cuscinetto.

All’interno di questa zona è possibile solo effettuare interventi di riqualificazione delle risorse vegetali e arboree e del patrimonio culturale e storico, unitamente ad interventi limitati e opportunamente calibrati per la predisposizione di parcheggi interrati per migliorare l’accesso all’area storica e attuare solo per i pedoni.

An image of Urbino Marche Italy at day time

Sulla base di questi strumenti di tutela, tutte le opere di riconversione nel patrimonio dell’umanità sono soggette a autorizzazione edilizia comunale, e al parere specifico dell’ufficio territoriale competente del Ministero per i beni e le attività culturali.

Queste procedure sono in atto per prevenire qualsiasi danno all’integrità del patrimonio culturale, nonché qualsiasi danno alla prospettiva, o alla luce o qualsiasi alterazione delle condizioni ambientali o delle caratteristiche decorative.

Il Patrimonio dell’Umanità di Urbino è gestito da un gruppo di enti pubblici che operano in diversi ruoli ea diversi livelli. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali gestisce la salvaguardia e la conservazione dei beni culturali attraverso i propri uffici competenti.

Strategie per la conservazione e gestione

L’amministrazione comunale ha il compito di definire e mettere in atto strategie per la conservazione e la gestione attraverso mezzi di pianificazione urbana, sviluppo di leggi che regolano le attività all’interno del sito e azioni di promozione culturale. Altri enti, come le autorità regionali, collaborano alle attività di protezione, conservazione e gestione nonché alla promozione di azioni per la valorizzazione del patrimonio culturale della città.

L’Arcidiocesi e l’Università degli Studi di Urbino, così come la Provincia di Pesaro e Urbino e l’amministrazione comunale svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento e nella valorizzazione del loro patrimonio.

L’amministrazione comunale è inoltre responsabile dello sviluppo, del coordinamento e dell’attuazione del Piano di Gestione approvato per la prima volta nel 2013.

© whc.unesco.org

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La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:

Patrimonio culturale:
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  2. agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  3. siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
Patrimonio naturale:
  1. i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
  2. le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
  3. i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale

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