Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Il cocomero Pontino, meglio conosciuto anche come anguria, è una pianta annuale della famiglia
Cucurbitacee (Citrullus lanatus). Presenta un fusto ramoso, prostrato, con grandi cirri semplici, foglie a contorno cuoriforme, profondamente divise, fiori monoici a corolla gialla. Dal punto di vista botanico può essere definito una falsa bacca o peponide: un frutto rivestito da un pericarpo duro (buccia) e un endocarpo carnoso, morbido, acquoso e ricco di semi (polpa). Il Cocomero Pontino si caratterizza per la buccia liscia o leggermente rugosa, uniforme o con leggere solcature regolari longitudinali, di colore verde grigio o verde scuro per il tipo tondo e verde medio brillante per i tipi ovale e allungato. La polpa, soda e croccante, presenta, a maturazione completa, un colore rosso per il tipo ovale e rosso vivo per i tipi tondo e allungato. Il sapore è particolarmente dolce. Il peso è compreso tra i 5-12 kg per il tondo, 7-16 kg per la tipologia ovale e 7-20 kg per l’allungato.
METODO DI PRODUZIONE
La pianta del Cocomero Pontino esige un clima temperato-caldo, non eccessivamente umido e si adatta a terreni di medio impasto con un pH compreso tra 5,5 e 6,5 e ricchi di sostanza organica, che contengono non solo i macronutrienti principali ma anche i micronutrienti che possono regalare ai frutti sapori e caratteristiche di prima scelta. La coltivazione prevede una serie di operazioni quali: aratura o lavorazione equivalente (rippatura o vangatura) allo scopo di creare un’adeguata superficie esplorabile dalle radici; amminutamento (erpicatura e/o fresatura) del terreno con i quali si distribuiscono i fertilizzanti. La concimazione, di norma prevede l’apporto di fertilizzanti organici e minerali, previa analisi chimica del terreno. Il Cocomero Pontino è coltivato in pieno campo e/o ambiente protetto con copertura in materiale protettivo (serre e tunnel). La semina in pieno campo si esegue a postarelle, quando i rischi di gelate sono terminati e la temperatura ha raggiunto i 14-15°C, seminando 3 o 4 piante per buchetta, che andranno poi diradate lasciandone una sola, allorché le piante presentano la terza foglia ben formata. Il trapianto, quasi esclusivamente con piante innestate, inizia dai primi di febbraio e tutto marzo per la coltura in serra, mentre in pieno campo con un tunnellino di plastica, da metà marzo fino a giugno per le produzioni tardive con maturazione a settembre. La raccolta, operazione colturale delicatissima, avviene da maggio a settembre a mano con l’ausilio di “stacchini” i quali individuano il momento esatto della giusta maturazione per l’avvio al consumo: il frutto, a maturazione piena, presenta polpa rossa, croccante e zuccherina.
CENNI STORICI
Secondo le testimonianza degli agricoltori locali la coltivazione del cocomero in Agro Pontino ha avuto inizio ancor prima della seconda guerra mondiale, intorno al monte Circeo. Nel libro edito nel 1951 dal Barone Luigi Aguet, nobile del posto, dal titolo “Circeo note di agricoltura pratica” si cita il cocomero come coltivazione presente nell’area in questione. Numerose sono le pubblicazioni ed articoli su riviste di settore, che risalgono agli anni ’80, dalle quali emerge l’importanza della coltivazione del Cocomero nella provincia di Latina. La rilevanza di questo prodotto ha portato i produttori di cocomeri sia di Borgo Grappa che di San Vito, località del “Triangolo d’oro” a dar vita a due distinte feste (R. Campagna, Il sapore della palude. Viaggio attraverso prodotti, ricette, vini e sagre dell’Agro Pontino, Gangemi, 2012). Con il tempo, il rilievo di queste manifestazioni, talvolta indicate come fiere ed altre come sagre, hanno avuto lo scopo di promuovere e far conoscere questo prodotto. Tra esse si segnala in particolare la festa del Cocomero di Campoverde di Aprilia che si svolge annualmente all’inizio di agosto nella piazza centrale del Borgo.
Territorio di produzione
Provincia di Latina: Sabaudia, San Felice Circeo, Terracina, Latina, Pontinia, Sezze, Priverno, Aprilia e Cisterna