- Regione: Sicilia
- Provincia: Agrigento (AG)
- Zona: Italia Insulare
- Popolazione Residente 2022: 5.418 (M 2.690, F 2.728)
- Densità per Kmq: 61,3 Superficie: 95,88 Kmq
- CAP 92017 Prefisso Telefonico 0925
- Codice Istat 084034 Codice Catastale H743
- Denominazione Abitanti: sambucesi
- Santo Patrono Maria SS. dell’Udienza Festa Patronale terza domenica di maggio
Origini del Nome
Per lungo tempo si è creduto che derivasse da sambuco, oggi si ritiene che possa derivare anche da un termine arabo non ben identificato. La specifica risale al 1923 ed identifica la posizione. In passato il luogo fu chiamato Sambuca Labot poi Sambuca Zabut.
Storia ARABO NORMANNO
Periodo arabo L’odierna Sambuca fu fondata dagli Arabi intorno all’830, qualche anno dopo il loro sbarco in Sicilia e la chiamarono Zabuth (per ricordare l’omonimo emiro arabo Al-Zabut che aveva fatto erigere in quel luogo un castello) e la costruirono alle pendici del Monte Genuardo, tra il fiume Belice e il Sosio, a 350 metri s.l.m.. A nord il castello è protetto da muraglie merlate, con saettere, a sud, il Casale adiacente si snoda nel quartiere arabo. Sambuca conserva ancora le tracce di questa sua matrice islamica nel “quartiere arabo”, costruito da un impianto urbano che si sviluppò attorno a sette “vicoli saraceni” (li setti vaneddi), trasformati in un museo vivente di storia arabo-sicula e nella fortezza di Mazzallakkar sulle sponde del lago Arancio che viene sommersa ogni qualvolta s’innalza il livello del Lago.
Periodo normanno Mantenne l’antico nome anche quando Guglielmo II, detto “Il Buono”, donava alla chiesa di Monreale la “Chabuta seu Zabut”, cioè la “Splendida ovvero Zabut”. Nel 1185, infatti, viene indicato con la denominazione di Rahal-Zabuth che significa appunto “casale di Zabuth”. Nello stesso anno il castello arabo viene ceduto alla famiglia Barberini di Monreale, che lo mantiene fino al 1570, anno in cui viene ceduto alla famiglia Beccadelli di Bologna.
Svevo Aragonese
Periodo svevo Zabut fu abitata da popolazione islamica fino al tredicesimo secolo fino a quando si ribellò alle operazioni di consolidamento imperiale ordinate da Federico II che costruì il Castello di Giuliana da usarsi come quartier generale per la soluzione della “questione saracena” in Sicilia. Zabut resistette per due anni. La resistenza fu stroncata nel 1225 e la strage fu totale. Intorno al 1800 a Sambuca si forma un gruppo di intellettuali, tra cui Emanuele Navarro della Miraglia. Oggi a testimonianza della fervente e vivace borghesia del tempo rimane il teatro dell’800: gioiello in miniatura ancora attivo e funzionante. Il nome Sambuca Zabut fu cambiato, dai fascisti, in Sambuca di Sicilia nel 1923, e con questo nome oggi è conosciuta.
Periodo aragonese La cittadina-fortezza di Zabut, dopo l’eccidio e la deportazione dei superstiti saraceni, fu lentamente ricostruita. Gli arabi convertitisi al cristianesimo per paura o per convinzione e i cristiani del vicino Casale di Adragnus convissero insieme pacificamente. Appare rilevante che Adragna è chiamata Casale, nel senso di borgata campestre, per un processo di decadenza, ormai inarrestabile, mentre Sambuca è definita con l’appellativo più prestigioso di Castello, che significa paesetto fortificato. Il Casale di Adragnus fu distrutto nell’autunno del 1411, sul finire della lunga guerra di successione al Regno di Sicilia, la cui protagonista fu una donna, la regina Bianca di Navarra. Gli Adragnini si trasferirono così nella fortezza di Zabut, risparmiata alla distruzione per l’eroica resistenza opposta all’assedio dei seguaci del Barone di Modica, Bernardo Cabrera, e per l’imponenza delle sue fortificazioni.
Rinascimentale Barocco
Periodo rinascimentale Intorno al 1510, si ha notizia di una presenza ebraica nel territorio, a testimoniare che, ormai, Sambuca è un punto di attrazione consolidato. Significativa risulta anche la sua espansione edilizia. Viene, infatti, edificato palazzo Panitteri, quale torrione d’avamposto del castello di Zabut, che, nel secolo successivo, si troverà al centro dell’abitato. Come attestano vari censimenti, Sambuca tende ad aumentare la sua popolazione e ad espandere il suo tessuto urbano. Il dato più significativo è fornito da Rocco Pirri, che, nel 1575, rileva 1427 abitazioni e 5602 abitanti. Ferve l’attività edilizia e nascono iniziative associative, specie nell’ambito religioso. Da baronia la Terra della Sambuca venne promossa con privilegio di Filippo II – Madrid 15 novembre 1570 – a Marchesato.
Periodo barocco Durante il Seicento Sambuca si accresce ancora verso la valle della collina su cui sorge e si va a creare un asse principale, la via del Corso, lungo il quale sorgono tutti gli edifici nobiliari e i luoghi di culto. In questo modo viene trasferito il centro cittadino, dalla zona araba verso il quadrilatero che accoglie la chiesa del Carmine, il monastero di Santa Caterina e i palazzi Ciaccio e Beccadelli. Il marchesato della Sambuca, il 16 settembre 1666, passò, a causa di un matrimonio, ai Beccadelli di Bologna, assurti successivamente al rango di principi con il principato di Camporeale. Il titolo viene a tutt’oggi detenuto dagli eredi. Tra i principi marchesi della Sambuca, i più celebri furono Don Pietro (1695-1781) e il figlio Don Giuseppe (1726-1813).
Borbonico Risorgimentale
Periodo borbonico Prosegue la crescita demografica di Sambuca. A metà del settecento Vito Amico calcola in 8892 il numero dei suoi abitanti. La crescente importanza di Sambuca trova riscontro nel prestigio goduto dal suo rappresentante al Parlamento: nel 1707, il Marchese della Sambuca siede nel braccio Militare e, tra i 37 marchesi, occupa l’undicesimo posto. Nel primo quarantennio dell’Ottocento continua lo svilimento del Castello di Zabut che nel 1819 è ridotto a carcere feudale, nel 1830 viene smembrato e saccheggiato da privati e nel 1837 demolito e sostituito da costruzioni insignificanti. Da qui all’Unità, la vita di Sambuca appare prospera e vivace. Le campagne producono grano, vino, olio, mandorle e pistacchi, ma si raccolgono, sulle montagne, anche capperi e palma nana. Fervono anche le iniziative culturali. In quegli anni si formò una classe medio-borghese illuminata, che in Vincenzo Navarro (1800-1867) e nel figlio Emanuele Navarro della Miraglia (1838-1919), ebbe gli animatori più qualificati essendo ad un tempo letterati, poeti e patrioti. Il salotto letterario di questo piccolo centro dà origini a discussioni sull’arte e sulla letteratura: dal carteggio tra Navarro e Luigi Capuana sembra che qui sia nato il verismo. Intorno al 1850 alcune famiglie borghesi di Sambuca costruiscono il teatro L’Idea.
Periodo risorgimentale L’accrescimento della popolazione determina l’allargamento e la ristrutturazione del tessuto urbano. Le positive conseguenze dell’unificazione italiana si visualizzano, a Sambuca, nel miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari. Nel 1870 viene aperta la rotabile Palermo-Chiusa-Sambuca-Sciacca. Nel 1875 via del Corso è prolungata di 117 metri. Si apre via Libertà, si crea una piazzetta e si ricava uno spazio su cui formare una villa. Contemporaneamente viene dato l’appalto per realizzare, in ghisa, le condutture esterne di acqua ed è introdotta l’illuminazione pubblica. Nel 1882 viene inaugurato il teatro, che diviene comunale
(Fonte Wikipedia)
– Comuni Confinanti
- Bisacquino (PA)
- Caltabellotta
- Contessa Entellina (PA)
- Giuliana (PA)
- Menfi
- Santa Margherita di Belice
- Sciacca
Chiese e altri edifici religiosi sambucesi
- Chiesa del Collegio di Maria
- Chiesa del Rosario
- Chiesa Madre Assunzione di Maria
- Chiesa di San Michele
Luoghi di interesse culturale
- Teatro Comunale L’Idea
Agrigento Comune di SCIACCA Sicilia
Sciacca ha una storia antichissima. Per la sua posizione strategica nel mediterraneo Sciacca venne frequentata dai Greci e con i Romani fu conosciuta come Thermae Selinuntinae perchè ne apprezzavano le acque sulfuree curative presenti sul territorio e soprattutto perchè strategiacamente era il punto migliore per combattere la civiltà carteginese.
Agrigento Comune di FAVARA Sicilia
Favara Provincia Agrigento SICILIA