– NOME COMUNE: Coriandolo
DESCRIZIONE DELLA PIANTA
Specie erbacea annuale o biennale, dall’odore sgradevole, con portamento cespitoso; presenta fusto eretto, ramificato alla sommità, con foglie basali picciolate e pennatosette, mentre quelle superiori con segmenti divisi in lancinie lineari. I fiori sono ad ombrella costituiti da 5 petali bianchi o rosei ineguali.
La fioritura avviene tra giugno e luglio, mentre la maturazione dei frutti tra la fine di luglio e agosto. Il frutto è un diachenio globoso di colore giallo bruno a maturazione. Quando il frutto è fresco, se schiacciato, emana un odore fetido, che tuttavia perde nel momento della maturazione, diventando forte ed aromatico.
Del Coriandrum sativum L. vengono coltivate due varietà :
- Coriandrum sativum var. vulgare, a frutto grosso
- Coriandrum sativum var. microcarpum, a frutto piccolo.
STORIA E CURIOSITÀ:
Il nome deriva dal greco koris e significa cimice, per l’odore sgradevole delle foglie e dei frutti non ancora maturi.
Sativum deriva da seminativum, ossia “che si può coltivare”.
Noto fin dall’antichità, veniva mescolato al vino per accrescere lo stato di ebbrezza.
CLIMA E TERRENO:
E’ una pianta che cresce bene nei climi temperati; è infatti molto sensibile alle basse temperature, per questo il suo ciclo colturale è preferibilmente primaverile-estivo. Tuttavia in commercio esistono diverse varietà di origine russa e resistenti al freddo.
La coltura si adatta bene ai diversi tipi di terreno, anche se predilige quelli di medio impasto, profondi e fertili.
IMPIANTO E PROPAGAZIONE:
La propagazione avviene per semina.
In climi più freddi, per esempio in Italia settentrionale, la semina viene effettuata in primavera (marzo-aprile), mentre negli ambienti meridionali, è possibile effettuarla anche in autunno. Nel caso in cui la coltura è destinata alla produzione di piante intere, viene consigliata una semina più fitta.
DURATA DELLA COLTURA:
Un anno o fino a due anni, nei climi più miti.
CURE COLTURALI:
Al momento della preparazione del letto di semina, viene effettuata una buona concimazione potassica e fosfatidica.
Nel corso della coltura è bene effettuare una o due sarchiature nell’interfila, per il controllo delle infestanti.
RACCOLTA:
Essendo la maturazione dei frutti del Coriandolo scalare, la raccolta bisogna effettuarla più volte fino a che la pianta non assume colore giallo-oro.
Non deve essere raccolta troppo presto, altrimenti il frutto diventa scuro perdendo la sua qualità, ma allo stesso tempo bisogna raccoglierla prima che i frutti diventino troppo secchi e cadano per terra.
E’ consigliabile quindi mietere un po’ prima della maturazione completa e trebbiare quando le piante sono completamente secche.
Solo quando il frutto (chiamato impropriamente seme) è completamente maturo acquista l’odore aromatico e gradevole tipico.
La coltura destinata alla distillazione è invece raccolta nella fase di piena maturazione dei frutti.
La resa in frutti secchi è di circa 1,5 t/ha ma nelle condizioni migliori può arrivare fino a 2 t/ha.
PARTI UTILIZZATE:
Frutti maturi, pianta intera.
PROPRIETÀ ED IMPIEGO:
I frutti manifestano importanti proprietà carminative, risultando efficaci in caso di flautulenza, difficoltà digestive, leggeri spasmi gastrointestinali.
Tuttavia la sua azione carminativa è inferiore rispetto a quella di Anice, Finocchio e Carvi.
I frutti di Coriandolo sono da sempre utilizzati come una spezia; rientrano a far parte anche della composizione del curry.
Oltre alle proprietà aromatiche e digestive, il Coriandolo manifesta anche proprietà antisettiche svolgendo anche un’azione antifermentativa a livello intestinale.
Alcuni studi, hanno messo in evidenzia il possibile uso dei frutti di Coriandolo, come coaudiuvanti nel controllo della glicemia nei soggetti diabetici.
Le foglie trovano largo impiego nella cucina mediorientale e del sud-est asiatico.
Per uso esterno, l’olio essenziale possiede proprietà antidolorifiche a livello muscolare e articolare, e molto utilizzato in profumeria.
Fonte @inherba.it