Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna
strigotti, curzùl, stringot
Curiosa e quasi dimenticata minestra simile a delle tagliatelle grossette e strettine. La sfoglia si tira col matterello ed è preparata senza o con le uova, a seconda che si voglia seguire rispettivamente la ricetta tradizionale, vicina agli strozzapreti, o quella più moderna, vicina a tagliatelle e tagliolini. La sfoglia va comunque tagliata in entrambi i casi in striscioline larghe ed alte dello spessore quadrato.
Curiosità
Ai curzoli si possono abbinare un po’ tutti i sughi tipici della pasta, fra cui segnaliamo il condimento di prosciutto e pomodoro e la ricetta col sugo di scalogno.
Tradizionalità
Il termine ha derivazioni diverse a seconda dell’area romagnola di provenienza: da curzin o curzôl, che stava a indicare un cordiglio di canapa ritorta adoperato per sostenere i calzoni di rigatino come usavano i braccianti di un tempo”; dai curzul (correggioli), stringot (stringotti), i lacci grossi per le scarpe.
Referenze bibliografiche
- Quondamatteo, “Grande dizionario (e ricettario) gastronomico romagnolo”, Imola, Grafiche Galeati, 1978;
- Contoli, “Guida alla veritiera cucina romagnola“, Officine Grafiche Calderini, 1972.
Territorio di produzione
Principalmente nella provincia di Forlì-Cesena ma comune in tutta la Romagna.
Sanguinaccio PAT
Salamino di animelle e sangue di maiale (insaccato, fresco, cotto), il beròdo è tradizionalmente consumato durante il periodo natalizio. Si tratta di un insaccato di colore marrone, normalmente confezionato di pezzatura di circa 200 grammi, che si consuma rosolato in padella con cipolla.