Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
Pomodoro fresco lavorato e trasformato entro 24 ore dalla raccolta. Il pomodoro dopo una grossolana triturazione viene trasformato in succo utilizzando delle passatrici. Attraverso un processo di osmosi inversa seguita dall’evaporazione sottovuoto (quindi a 70 C), viene allontanata parte dell’acqua presente fino ad arrivar e a circa il 30% di sostanza secca. Dopo un processo di pastorizzazione il prodotto viene conservato in sacchi asettici o in scatole in banda stagnata. Lo stoccaggio viene fatto in magazzino per le scatole ed in piazzale per i fusti. I sacchi asettici sono costituiti da tre strati sovrapposti con effetto barriera contro luce ed ossigeno. La scatola in banda stagnata sono internamente verniciate con materiali alimentari.
Tradizionalità
Il doppio concentrato di pomodoro affonda le proprie radici agli inizi del ‘900 in Emilia Romagna, dove le aziende conserviere iniziarono a produrre i primi concentrati di pomodoro. Questo tipo di produzione nasceva da un’esigenza tutta italiana: quella di conservare inalterato nel tempo un prodotto deperibile come il pomodoro.
Referenze bibliografiche
Brevetto per marchio d’impresa del 9/10/1959 depositato dalla cooperativa A.R.P. per il prodotto indicato.
Territorio di produzione
Territorio della provincia di Piacenza.
Bizulà PAT Emilia Romagna
Pasticcio di cappelletti PAT Emilia Romagna
Funghi fritti PAT Emilia Romagna
Funghi porcini, farina, olio, sale, pepe, limone. Si puliscono i funghi porcini, si tagliano a fette piuttosto grosse e si infarinano e friggono.