La magnifica cattedrale modenese del XII secolo, opera di due grandi artisti (Lanfranco e Wiligelmus), è un supremo esempio di arte del primo romanico. Con la sua piazza e la svettante torre, testimonia la fede dei suoi costruttori e la potenza della dinastia Canossa che la commissionò.
Eccezionale valore universale
Insieme, la magnifica cattedrale di Modena del XII secolo e l’imponente campanile rappresentano un esempio supremo di arte del primo romanico, caratterizzato da un’eccezionale qualità architettonica e scultorea.
Fanno parte della proprietà, oltre al Duomo e alla spettacolare Torre Civica, detta anche “Ghirlandina”, la Piazza Grande circondata dal Municipio, l’Arcivescovado e una parte degli edifici canonici e sacramentali a nord.
L’intera proprietà è relativamente piccola, copre 1,2 ettari ed è circondata da una zona cuscinetto di 1,1 ettari.
Attribuita all’architetto Lanfranco, la cattedrale fu iniziata nel 1099, in sostituzione di una basilica paleocristiana, ed è la sede delle spoglie di San Geminiano, patrono di Modena (IV secolo).
L’edificio è rivestito di antiche pietre romane, che lo collegano allo splendore dei templi dell’antichità.
Le ricche sculture di Wiligelmo si trovano sia sui muri esterni che sui capitelli interni.
Il campanile, iniziato all’inizio del XII secolo, è di stile e materiali simili.
Originariamente una struttura a cinque piani, fu completata nel 1319 con una sezione ottagonale e decorazioni aggiuntive.
La Piazza Grande, situata lungo la storica Via Emilia nel centro medievale della città, fu fondata nella seconda metà del XII secolo.
La cattedrale e la torre “Ghirlandina” si presentano come un complesso coerente per criteri materiali e strutturali, e la costruzione dei due edifici mantenne attiva la città di Modena per oltre due secoli, dal 1099 al 1319.
La ricostruzione del Duomo di Modena nel 1099 è un punto di riferimento chiave nella storia medievale per molte ragioni, due delle quali sono della massima importanza.
Innanzitutto l’edificio è un caratteristico e documentato esempio di riutilizzo di resti antichi, prassi comune nel Medioevo prima della riapertura delle cave nel XII e in particolare nel XIII secolo.
In secondo luogo, a cavallo tra l’XI e il XII secolo, questo fu uno dei primi edifici, e certamente il più importante, dove la collaborazione tra un architetto (Lanfranco) e uno scultore (Wiligelmo) è stata documentata da esplicite iscrizioni, rinvenute in l’edificio.
Ha segnato anche il passaggio da una concezione della produzione artistica che enfatizza la qualità degli edifici come capolavoro della munificenza del suo fondatore, a una concezione più moderna in cui viene riconosciuto il ruolo del creatore.
Successivamente, la documentata presenza dei maestri Campionesi a Modena tra gli ultimi decenni del XII e l’inizio del XIII secolo fornisce molte informazioni sulla gestione dei lavori in un cantiere medievale perfettamente organizzato.
L’arte della cattedrale e della torre si sviluppò notevolmente sotto l’influenza dei Campionesi, tenendo sempre conto dei progressi e dei temi della Scuola Romanica Emiliana post-Wiligelmo (soprattutto le cattedrali di Ferrara e Piacenza) e delle innovazioni di Benedetto Antelami, e mostra interessanti somiglia alla scultura contemporanea della Provenza, in particolare le superbe facciate di Saint Gilles e Arles.
Criterio (i): La creazione congiunta di Lanfranco e Wiligelmo è un capolavoro del genio creativo umano in cui è stata creata una nuova relazione dialettica tra architettura e scultura nell’arte romanica.
Criterio (ii): Tra il XII e il XIII secolo, il complesso monumentale ha rappresentato uno dei principali luoghi di formazione di un nuovo linguaggio figurativo, destinato fortemente a influenzare lo sviluppo del romanico padano.
Le grandi innovazioni di Wiligelmo avrebbero avuto un’influenza di vasta portata sulla scultura medievale del tardo italiano.
A livello europeo, la scultura del Duomo di Modena rappresenta un osservatorio privilegiato per la comprensione del contesto culturale che accompagna la rinascita della scultura monumentale in pietra.
Solo pochissimi altri complessi monumentali, come Tolosa e Moissac, possono affermare di essere così importanti sotto questo aspetto.
Criterio (iii): Il complesso modenese è una testimonianza eccezionale delle tradizioni culturali del XII secolo nella società urbana dell’Italia settentrionale, dove la sua organizzazione, carattere religioso, credenze e valori si riflettono nella storia degli edifici.
Criterio (iv): Il complesso monumentale costituito dalla cattedrale, dalla torre e dalla piazza è uno dei migliori esempi di complesso architettonico in cui si fondono valori religiosi e civici in una città medievale cristiana; quando lo sviluppo urbano era strettamente connesso ai valori della vita civile, soprattutto nei rapporti che rivela tra economia, religione e vita politico-sociale della città.
Integrità
Il complesso monumentale di Modena ha mantenuto nel tempo le sue caratteristiche storiche, sociali e artistiche che ne definiscono il suo eccezionale valore universale.
I lavori effettuati nel corso dei secoli sul complesso monumentale Patrimonio dell’Umanità sono sempre stati finalizzati a mantenere gli edifici efficienti e utili preservandone sostanzialmente le proporzioni spaziali e i volumi, prolungandone la vita senza alterarne la fisionomia e le funzioni.
Il complesso è sopravvissuto relativamente intatto con la cattedrale, la torre e gli edifici con un rapporto tradizionale con la chiesa intorno alla Piazza Grande.
Cambiamenti minori includono la sostituzione di otto metope originali dal tetto con copie e il posizionamento degli originali nel museo.
Le minacce all’immobile sono principalmente legate al rischio sismico dovuto ad una linea di faglia che si estende da est-ovest a sud del fiume Po. A seguito del terremoto del 1996 è stato effettuato un intervento di restauro sul complesso.
Di conseguenza, il recente evento sismico verificatosi nella regione Emilia (maggio 2012) non ha causato alcun danno significativo agli edifici inscritti, ma solo piccole crepe al Duomo.
Sono state individuate ulteriori minacce relative all’inquinamento ambientale e all’impatto di un percorso di filobus davanti al Duomo e ad attività culturali e commerciali inadeguate svolte in Piazza Grande.
Autenticità
Il complesso monumentale nominato è innegabilmente autentico per quanto riguarda il design, la forma, i materiali e la funzione.
Sebbene la cattedrale abbia subito nel tempo una serie di ristrutturazioni, conserva la sua destinazione originaria e il complesso monumentale è innegabilmente autentico per design e forma.
La sua storia di conservazione conferma anche la sua autenticità.
Dal punto di vista del restauro e della conservazione, il Duomo di Modena rappresenta un caso esemplare, che mostra una storia centenaria di interventi e iniziative, meritandosi un capitolo di rilievo nella storia della conservazione del patrimonio italiano.
I danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno portato a un “restauro conservativo” immediatamente nel dopoguerra.
Mentre il restauro della cripta negli anni ’50 ha comportato la rimozione di elementi rinascimentali successivi a favore del ripristino dello stile romanico originale, questo approccio è stato interrotto nei progetti futuri.
I restauri per affrontare i problemi di deterioramento dei muri in pietra alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 erano basati su ricerche e indagini approfondite.
Requisiti di protezione e gestione
Il sistema di gestione del Duomo di Modena, della Torre Civica e di Piazza Grande comprende legislazione e politiche che operano a livello nazionale, regionale e locale e coinvolge la Curia episcopale della Diocesi di Modena (l’ente ecclesiastico che gestisce i beni locali della chiesa).
Il Comune di Modena e gli uffici periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Soprintendenze) sono responsabili della tutela e conservazione dei suddetti beni.
L’immobile è situato nel centro storico di Modena che, secondo l’attuale iniziativa urbanistica svolta a livello comunale, è soggetta a vincoli generali di tutela, conservazione e uso. L’iniziativa di pianificazione urbana comprende il perimetro della proprietà del patrimonio mondiale (proprietà del patrimonio e zona cuscinetto), mentre il documento normativo di accompagnamento riconosce il Piano di Gestione come piano di attuazione per la conservazione e la gestione del sito.
Secondo lo strumento urbanistico modenese, qualsiasi lavoro consentito sul complesso monumentale deve essere rigorosamente supervisionato e selezionato al fine di garantire la conservazione del suo eccezionale valore universale. Inoltre, l’intero centro cittadino è soggetto a restrizioni preventive per la conservazione archeologica.
Nel 2005 è stato istituito un Comitato Direttivo che coinvolge i proprietari dell’immobile – Basilica Metropolitana di Modena (collegata alla Curia Vescovile della Diocesi di Modena) e Comune di Modena – insieme agli Organi di Vigilanza, e la Provincia di Modena. Il comitato era responsabile della stesura del piano di gestione e del follow-up con l’attuazione e gli aggiornamenti pertinenti.
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La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:
Patrimonio culturale:
- monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
Patrimonio naturale:
- i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
- le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
- i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale