Caratteristiche botaniche:
Nome comune: Faggio
Famiglia: Fagaceae
Pianta monoica/dioica: monoica
Portamento: arboreo
Foglie: caduche, cm 4-5 x 6-8 – lamina ellittica, margine intero o sinuoso, a volte finemente ciliato
Fiori: unisessuali riuniti in infiorescenze, le maschili ovoidali e peduncolate, le femminili formate da piccoli gruppi di fiori terminali ai rametti
Frutti: nucula – noci legnose ovoidali (le “faggiole”) avvolte da una cupola legnosa formata da 4 valve munite di deboli aculei erbacei
Periodo di dispersione del polline: G F M A M G L A S O N D
Impollinazione: anemofila
Il nome specifico (latino sylvātica, da sylvāticus, “selvatico”, variante di silvāticus per accostamento paretimologico al greco ὕλη hýlē, “foresta”) venne assegnato da Linneo in contrapposizione al Fagus castanea, nome con cui il naturalista svedese indicava il castagno.
L’areale naturale di distribuzione della specie va dalla Svezia meridionale (con popolazioni più rade in Norvegia) a nord fino all’Italia meridionale, alla Sicilia e alla Penisola Iberica a sud, mentre a est si estende fino alla Turchia nord-occidentale dove si sovrappone con quello del Fagus orientalis. In Italia il faggio è presente sulle Alpi, sugli Appennini, sui Nebrodi, sulle Madonie e sull’Etna. è invece assente allo stato naturale in Sardegna, regione in cui è stato introdotto per scopi silvicolturali e in cui la vegetazione climacica dell’orizzonte montano (1200–1800 m) è rappresentata da consorzi di agrifoglio e taxus. Sui rilievi appenninici il faggio rappresenta la specie arborea maggiormente diffusa, nell’orizzonte montano (900–1000), formando spesso boschi puri e raggiungendo il limite superiore della vegetazione arborea (1700 m lungo la dorsale ligure e tosco-emiliana, fino a 2000 m sul Pollino e sui rilievi della Lucania). Per quanto riguarda le Alpi, l’optimum per il faggio si ritrova nella fascia montana del distretto esalpico, dove forma estesi popolamenti puri. A quote superiori o inferiori, i popolamenti subiscono l’ingresso di altre specie, rispettivamente più resistenti alle gelate (come l’abete) e più resistenti alla mancanza d’acqua (come il carpino nero).
È una pianta sciafila che si aggrega facilmente con altre essenze, soprattutto conifere. Si adatta a qualsiasi terreno. In condizioni sfavorevoli si presenta come un arbusto prostrato e molto ramificato, adatto a sopportare il peso del manto nevoso per lunghi periodi. Tra le tante faggete presenti nel territorio nazionale, una è quella di Soriano nel Cimino che si trova sulla cima del Monte Cimino (1.053 m s.l.m.); particolarissima la faggeta relitta della valle del Carfalo, presso Montaione, dove si trovano esemplari a un’altezza che scende fino a 180 m s.l.m. e quella della Riserva Naturale Contrafforte Pliocenico nei pressi di Bologna, dove i faggi arrivano fino a un’altitudine di 155 metri s.l.m.