Fagiolini

Il fagiolino (Phaseolus spp.) appartiene, insieme a fagiolo, fava, cece, arachide, pisello, lenticchia e lupino, alla grande famiglia delle Leguminose, ed è arrivato in Europa dopo la scoperta dell’America. È una specie con portamento cespuglioso e altezza compresa fra 40 e 60 cm nelle varietà nane, oppure con fusto volubile e alto diversi metri nelle varietà rampicanti.

La radice è fittonante, a sviluppo abbastanza superficiale, i fiori sono di colore bianco, rosa o violaceo. I semi sono contenuti in numero di 5-10 in baccelli o “tegolini” diritti o ricurvi, di lunghezza variabile fra 10 e 20 cm. Le varietà di cui si consumano i baccelli interi, ancora teneri e immaturi, sono comunemente conosciute come fagiolini, fagioli mangiatutto o cornetti.

I fagiolini e cornetti sono ortaggi varietà mangiatutto dove il baccello viene consumato insieme ai semi. Quindi dobbiamo raccogliere l’ortaggio prima che il seme si sviluppi a maturazione nel baccello.

Arricchisce il terreno di azoto e permette una rotazione ottimale delle colture, soprattutto nelle varietà nane che hanno un ciclo colturale breve. Il fagiolino viene chiamato anche cornetto, i piattoni sono una tipologia di fagiolino. Le taccole invece non confondiamole, sono sempre legumi mangiatutto, ma si tratta di varietà di piselli e quindi fanno parte di una diversa tipologia.

I fagiolini sono una varietà di fagiolo

Per quanto riguarda la coltivazione dei fagiolini verdi i consigli su come fare sono analoghi a quelli indicati per quanto riguarda i fagioli, potete quindi fare riferimento alla pagina dedicata a questi legumi: come coltivare i fagioli, dove trovate maggiori dettagli.

Qui di seguito facciamo comunque un riassunto veloce ripercorrendo alcune specificità delle varietà mangiatutto e tracciando per sommi capi le indicazioni utili per provare a mettere questo legume nel proprio orto.

Seminare i fagiolini

Terreno e clima adatti

La terra deve essere abbastanza fertile. La coltivazione in vaso si effettua in vasche di almeno 40 x 40 x 40 cm per 4 piante, con un buon terriccio da orto e un ottimo drenaggio sul fondo del contenitore (ghiaia o biglie di argilla).

Questi ortaggi si coltivano in tutta Italia, dalle coste meridionali sino alle Alpi. Per la germinazione sono necessari almeno 12-13 °C, mentre in fase di accrescimento e fioritura sono ideali temperature di 15-16 °C nelle ore notturne e di 24-28 °C in quelle diurne. L’aiuola destinata ai fagiolini deve essere ben soleggiata, e anche le file delle piante (che crescono fino a 2 m e oltre) devono essere disposte in modo da ombreggiarsi il meno possibile. Temono il vento eccessivo; non tollerano brinate o gelate tardive. È anche possibile coltivare i fagiolini in vasi profondi sul balcone, scegliendo le varietà nane (che danno in genere uno, massimo due raccolti), come Bobis.

Vangatura e preparazione

Per preparare l’appezzamento in cui mettere i fagiolini conviene optare per una bella vangatura profonda, da effettuare preferibilmente con un forcone da vangatura. Il metodo migliore è quello di non rivoltare la zolla e conviene smuovere il suolo circa 10/15 giorni prima di seminarlo. Una zappa sarà poi utile per romper le zolle e affinare meglio la superficie, che livelliamo poi con il rastrello.

Anche se i legumi reperiscono dall’aria molte risorse in una coltura biologica è buona norma incorporare un poco di sostanza organica ogni anno, per preservare la ricchezza del terreno. I fagiolini non chiedono comunque concimazioni specifiche.

L’operazione di semina

I fagiolini si seminano dalla primavera fino a estate inoltrata, rispetto ad altri legumi come fave o piselli temono maggiormente le gelate e quindi meglio evitare la semina autunnale, in genere si aspetta il mese di marzo. In genere le varietà a ciclo più lungo sono quelle a crescita indeterminata, è meglio seminarle prima, i fagiolini nani invece arrivano prima a raccolto e si prestano anche a semine tardive.

Possono essere seminati direttamente in pieno campo, anche perché il seme è molto semplice da far germogliare. Si pianta a postarelle o per file, il sesto d’impianto dipende molto dalla varietà. In media le postarelle si tengono a circa 40 cm l’una dall’altra. Il seme si pone a 1 o 2 cm di profondità. nel terreno.

CONSOCIAZIONI

È utile, ai fini della difesa dalle malattie, abbinare il fagiolino a ravanelli, ortaggi da foglia, spinaci, sedano, oppure a piante come pomodoro e cetriolo, utilizzando per i fagiolini i tutori più esterni.

La coltivazione dei fagiolini

Esattamente come per i fagioli anche il fagiolino viene coltivato in modo semplice. Se la varietà lo richiede è importante predisporre dei sostegni, su cui il rampicante andrà a salire: possono essere reti tirate tra pali, recinzioni o bine. I fagiolini nani beneficiano invece di un rincalzo leggero alla base del fusto quando superano i 30/40 cm di altezza.

La pacciamatura è una tecnica molto utile per questo ortaggio, consente anche di evitare di dover sarchiare. I fagiolini comunque sono una pianta ben competitiva e non temono particolarmente le erbe spontanee.

L’irrigazione diventa importante quando la pianta è giovane e poi in seguito nel momento della fioritura, che spesso coincide con periodi caldi e poco piovosi. Da preferirsi una bagnatura a goccia, evitando di colpire con l’acqua le foglie della pianta.

La grossa differenza rispetto ai fagioli sta ovviamente nel lavoro di raccolta: i fagiolini vanno raccolti prima, quando il baccello è ancora verde e tenero e i semi non sono ancora maturati al suo interno.

Questo ortaggio si può mettere con buon successo anche in vaso, se volete coltivarlo sul balcone, nell’articolo su come coltivare fagiolini in vaso si trovano maggiori dettagli.

Insetti nocivi

Il peggior nemico della pianta dei fagiolini sono gli afidi, fastidiosi pidocchi delle piante che si trovano sulla pagina inferiore della foglia e spesso trasmettono virosi. Il tonchio invece rispetto ad altri legumi è meno pernicioso essendo una varietà mangia tutto che ha minor tempo di conservazione.

Le lumache sono sempre una noia, in particolare possono defogliare completamente le piantine appena messe in campo, è opportuno proteggerle e possiamo farlo in vari modi: trappole alla birra, strisce di cenere o fondo di caffè, lumachicida. Se scegliamo un prodotto lumachicida attenzione a evitare l’uso di quello chimico alla metaldeide (come abbiamo visto è decisamente velenoso), meglio optare per l‘ortofosfato ferrico, che è un prodotto biologico.

Malattie dannose ai fagiolini

Tra le malattie più frequenti ricordiamo il marciume del colletto e il marciume radicale, in generale in un orto biologico non si eseguono trattamenti e ci si limita ad una prevenzione affidata a una buona pratica colturale, in particolare è importante evitare ristagni di acqua nel terreno.

Cosa coltivare

Ne esistono numerosissime varietà: nane o rampicanti, precoci o tardive, a baccello curvo, diritto e stretto, diritto e largo, anche lunghissimo, verdi, bianchi, gialli, viola. Tra le varietà nane si ricordano:

  • Boby bianco, a baccello verde, cilindrico, con primo raccolto dopo 55 giorni;
  • Anellino di Trento, inconfondibile per i baccelli ricurvi e tipicamente marmorizzati, carnosi, molto saporiti e senza filo;
  • Mangiatutto Nerina, molto apprezzato sia per il consumo fresco sia per la surgelazione;
  • Purple Queen, dai baccelli cilindrici lunghi 15 cm e di colore violetto che scompare con la cottura: è la varietà nana del rampicante Trionfo Violetto;
  • Rocquencourt, pronto dopo 60 giorni, dai baccelli gialli, lunghi e piatti; Roma dai baccelli verdi lunghi e larghi.

Tra le varietà rampicanti si segnalano:

  • Un Metro Tapir, dai baccelli verdi, lunghi fino a 90 cm ma da raccogliere quando misurano circa 20 cm;
  • Anellino verde, pronto a 85 giorni dalla semina;
  • Bobis a seme bianco e baccello verde;
  • Marengo, a baccello giallo vivo lungo 20 cm e largo 2, carnoso come il più tardivo Meraviglia di Venezia;
  • Cossè Violette (Trionfo Violetto), indicato sia in montagna sia in pianura, a baccelli diritti, lunghi 22-25 cm e larghi 1,5 circa, di colore violetto scuro che si trasforma in un bel verde lucente durante la cottura.

Fonte @ORTODACOLTIVARE.IT

Veneto
MARRONE DI COMBAI IGP

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Pomodoro

Per la coltivazione del pomodoro (Solanum lycopersicum, L. 1753) in modo biologico bisogna partire dalle sue esigenze pedoclimatiche. È una pianta sensibile al gelo, desidera un clima caldo ed è sempre meglio coltivarla all’aperto per evitare di forzare la pianta a condizioni fitosanitarie complesse.

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