Fagiolo a pisello PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Si tratta di un fagiolo di forma rotondo-ovale e di piccole dimensioni, tanto da ricordare un pisello (da cui la denominazione); di colore bianco, con buccia particolarmente sottile che, con la cottura, diventa quasi impercettibile ma resta aderente al seme. Ha un gusto delicato, una consistenza pastosa e tempi di cottura estremamente rapidi. La pianta ha portamento rampicante ed altezza superiore a 3 m con i legumi allegati sulla parte superiore. Tutte le operazioni di coltivazione vengono eseguite a mano. A mano si esegue anche la sgranatura dei baccelli dopo l’essiccazione. Si consuma lesso, condito con olio, sale, pepe e limone. Il prodotto Fagiolo a pisello proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Fagiolo a pisello, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.

Metodo di produzione

La preparazione del terreno ha inizio a fine inverno, con un’aratura a media profondità con la quale viene incorporato il letame. Al momento della semina si fa una lieve concimazione azotata per permettere alla piantina di crescere velocemente e superare una delle fasi più critiche ovvero quella che segue immediatamente la germinazione. Lo sviluppo rampicante viene agevolato guidando gli steli attorno al palo di sostegno, evitando così che si intreccino, ombreggiandosi reciprocamente e rendendo difcile la raccolta. La lavorazione più gravosa è la zappatura manuale dopo l’emergenza delle piantine. L’irrigazione viene praticata per scorrimento anche settimanalmente, durante il periodo critico, quando si ha la fioritura e l’allegagione dei primi fiori, che coincide con il periodo generalmente più caldo dell’anno. Normalmente non si fanno trattamenti antiparassitari.

Semina

La semina avviene nella seconda metà di maggio-prima settimana di giugno e si efettua tradizionalmente per postarella (4-5 semi). Una volta nate le piantine, in ogni postarella viene infisso un paletto lungo 4-5 m e per ogni gruppo di 4 paletti legati assieme viene formato una sorta di “capanno” che servirà poi da sostegno agli steli. Le postarelle sono tra loro distanziate 80×80 cm. La raccolta avviene a scalare dalla seconda metà di ottobre alla prima metà di novembre ed è eseguita esclusivamente a mano.

CENNI STORICI

Il Fagiolo a pisello viene coltivato su piccoli appezzamenti di estensione inferiore ad un ettaro che circondano il Lago del Turano (Rieti), a circa 900 m di quota. I suoli, impervi e con pendenze notevoli, di natura calcarea, con tessitura argilloso-sabbiosa e ricchissimi di scheletro, ofrono l’habitat ideale per la produzione di questa varietà. L’origine della difusione di questi fagioli risale all’inizio del XX secolo quando, probabilmente, dal centro America, il seme viene introdotto da qualche emigrante nella zona di Colle di Tora.

Si racconta, infatti, che una donna di nome Adelina, parente di un collepiccolese (così si chiamano gli abitanti di Colle di Tora), partita ai primi del ‘900 per un viaggio in Sud America, fosse tornata con un sacchetto di fagioli bianchi comprati al mercato di un paese alle falde delle Ande e ne avesse fatto dono alla sua famiglia rimasta in questo borgo del reatino. Secondo altri, invece, la donna sarebbe un’emigrante che, partita con il marito per lavorare nelle miniere del Brasile, avrebbe portato i fagioli in patria come ricordo. Di certo, da allora questo prezioso prodotto viene sapientemente coltivato da pochi agricoltori del luogo. La peculiarità risiede nel fatto che, se coltivato in altri ambienti, perde le sue caratteristiche produttive ed organolettiche. Ogni anno l’ultima domenica di ottobre a Colle di Tora si svolge la Sagra del Fagiolo a pisello.

Territorio di produzione

Colle di Tora (RI)

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