Fagiolo aquila PAT Toscana

Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Toscana

Fagiolo lupinaro, Fagiolo lupinajno

Il fagiolo aquila è un rampicante vigoroso a maturazione scalare con baccello verde, tozzo, piuttosto rugoso da cui il nome Lupinaro. Il seme è di colore bianco con una macchia scura a forma di aquila in corrispondenza dell’ilo; è piuttosto grande, circa 2 x 3 cm, ha forma ovale ed è leggermente schiacciato. Di grande qualità dal punto di vista organolettico può essere consumato sia come legume fresco (data l’assenza di filo) sia come fagiolo sgranato.

La semina viene effettuata dopo le normali operazioni di preparazione del terreno (aratura, erpicatura, fertilizzazione). Generalmente si semina molto fitto per poi effettuare un dirado manuale per ottenere un sesto d’impianto di circa 40 cm sulla fila, e di 1,5 metro fra le file. Raramente si effettuano interventi di difesa. Le irrigazioni vengono effettuate regolarmente senza eccedere nelle quantità somministrate (circa 1 volta la settimana). La raccolta viene effettuata a mano e sono necessari da 6 a 8 passaggi per completarla. Una prima raccolta per il consumo dell’intero baccello inizia quando i semi cominciano ad essere ingrossati all’interno del legume e prosegue per lungo tempo fino a che i fagioli non sono troppo grossi ed il legume viene sgranato, fresco o secco, e utilizzato come tale. La resa è piuttosto bassa.

Tradizionalità

Il fagiolo aquila, di origine sconosciuta, era coltivato da tempo immemorabile nella Piana di Lucca e nella zona di Lupinaia, comune di Fosciandora, in terreni freschi, di medio impasto tendenti al sabbioso. La coltivazione è stata praticamente abbandonata da anni a causa della scarsa produttività. La peculiarità del Fagiolo aquila è proprio quella di poter essere utilizzato nei due modi, baccello intero o sgranato, mantenendo caratteristiche di assoluta eccellenza in entrambi i casi. Questo fagiolo è buono in tutti gli usi tipici sia semplicemente lessato e condito con olio extravergine di oliva, sia in umido con pomodoro.Un piatto tradizionale anche se poco conosciuto è rappresentato dai cosiddetti “topi affogati” nel quale si lessano i fagioli poi si tolgono dalla loro acqua nella quale si ammolla il pane; parallelamente si fa uno soffritto con pomodoro e lardo e, infine, si combina il tutto: fagioli, pane, soffritto e si condisce con olio e sale.

Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutela e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04).

Produzione

Si può stimare una produzione annua intorno ai 3-4 quintali compresi gli orti familiari. Il prodotto è destinato all’autoconsumo.

Territorio interessato alla produzione:

Si produce nella Piana di Lucca e nel Comune di Fosciandora (LU)

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