Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Fagiolo Bianco di Fluminimaggiore
La pianta del Fagiolo bianco di Fluminimaggiore è una pianta erbacea, annuale (Phaselolus vulgaris), nana rampicante con altezza di 110 cm, appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Ha foglie di forma quadrangolare, fiori di colore bianco, baccello lungo 9 cm con colore a maturazione cerosa e fisiologica giallo, forma da ellittica a ovale. I semi, di colore bianco, hanno forma da tondeggiante a ellittica e piccole dimensioni (0,5 – 0,8 centimetri), tegumenti sottili e cottura breve e uniforme. La produzione del Fagiolo bianco di Fluminimaggiore è destinata all’autoconsumo; il prodotto, quindi, non viene confezionato.
Per la preparazione del terreno si procede all’aratura e successivamente alla fresatura e alla realizzazione di solchi profondi 3-4 centimetri, procedendo alla semina dei fagioli, precedentemente tenuti in ammollo, ad una distanza di 5-10 centimetri. Le lavorazioni per il controllo delle infestanti avvengono in modo manuale o con l’aiuto di macchinari agricoli in relazione alle dotazioni aziendali. L’irrigazione avviene per aspersione o a solchi. La raccolta avviene a tre mesi dalla semina. Le piante vengono eradicate, poggiate su teli spessi e lasciate asciugare, successivamente trebbiate con trattori leggeri, suddividendo la paglia più grossa, lasciando i semi e le paglie sottili; dopodichè con setacci o per l’azione del vento, i semi vengono ripuliti dalle ultime paglie, quindi stesi al sole in modo da completare la loro asciugatura. Per la conservazione, gli anziani suggeriscono di sovrapporre ai fagioli delle foglie di lentisco e alloro come repellente per gli insetti.
Ricette
Tra le ricette tipiche Fluminimaggiore che hanno come ingrediente caratteristico il fagiolo bianco di Fluminimaggiore vi è la ricetta “minestra di fagiolo bianco di Fluminimaggiore con cotiche” che si presenta come una zuppa di pasta e fagioli ed è prodotta con olio d’oliva, lardo, fagioli bianchi di Fluminimaggiore, cotiche di maiale, conserva di pomodoro fatta in casa, cipolla e ditalini/”Ave Marie”. Mettere a lessare i fagioli assieme alla cotica. Non metterli a bagno (ammollo) perché hanno una cuticola inconsistente e questo consente una cottura molto veloce. Nel frattempo, preparare un soffritto all’interno di una padella. Mettere un po’ d’olio e la cipolla tagliata a pezzetti e attendere che la cipolla sia dorata. Aggiungere il lardo e farlo stufare, poi versare la conserva di pomodoro e lasciar cuocere a fiamma bassa.
Quando i fagioli hanno raggiunto un tempo di cottura di 1h 15’- 1h 30’, aggiungere il soffritto e lasciar cuocere ancora per pochi minuti, giusto di insaporire i fagioli. La cottura dei fagioli è molto veloce, a volte d’inverno possono essere messi a cuocere su una stufa a legna, in modo tale che possano cuocere lentamente, magari in una terrina di terracotta. Dopo aver portato a cottura i fagioli con il condimento, versare nella pentola i ditalini, che oggi si trovano in commercio in questo formato e un tempo si chiamavano “Ave Marie”. Alcune varianti suggeriscono l’utilizzo di straccetti, pasta fatta in casa, oppure di fregola. Dopo 8 minuti di cottura circa, il piatto è pronto.
Tradizionalità
Numerose tracce storiche confermano l’importanza di questa varietà di fagiolo: nel dizionario Angius Casalis sono riportati i dati dell’estensione delle coltivazioni che, nel 1837, erano di circa quaranta ettari. Fonti orali affermano che dal 1950 erano frequenti gli scambi commerciali con i centri abitati limitrofi, spesso basati sul baratto con altri prodotti agricoli. L’intensificarsi delle attività minerarie e l’ingresso di produzioni da Paesi extracomunitari hanno determinato un veloce abbandono delle coltivazioni dagli anni del dopoguerra ai nostri giorni. Attualmente, infatti, il prodotto è destinato per lo più al consumo familiare.
Territorio di produzione: Comune di Fluminimaggiore, in particolare la piana del rio Mannu.
CECE di Musei PAT Sardegna
Il cece ha una forma rotonda di piccole dimensioni con diametro che non supera gli otto millimetri. Esistono due varianti di colore: beige chiaro (cixiri biancu) e beige scuro (cixiri nieddu) . Il primo ha una fioritura bianca, mentre il secondo viola.
Formaggio di colostro ovino PAT Sardegna
Mandorle Cossu PAT Sardegna
In Sardegna furono gli Arabi che diffusero attorno all’anno 1000 gli agrumi e quindi anche la coltivazione del limone che prosperavano rigogliosamente nelle contrade della Sardegna orientale caratterizzando così l’economia agricola del paese di Muravera e del suo circondario.