Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia
Una delle migliori varietà locali; adattata anche a stagioni relativamente calde. Il seme piccolo, il legume poco appariscente e l’elevato numero dei baccelli per pianta si adattano alla produzione di granella secca. Presenta tegumento molto sottile, che predispone ad ottime caratteristiche culinarie.
La denominazione di questa varietà tradizionale sottolinea l’analogia con i piselli, (in friulano cesarons) come accade spesso per altre zone d’Italia (“fagiolo a pisello” della provincia di Rieti). Il lavoro di caratterizzazione di varietà tradizionali di fagiolo rampicante in Friuli Venezia Giulia è stato condotto nel triennio 2001-04 all’interno del Progetto “Indagine sullo stato delle Risorse genetiche autoctone d’interesse agrario del Friuli Venezia Giulia” quale parte del Programma Nazionale “Biodiversità e Risorse Genetiche” del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Ulteriori informazioni sono presenti nella relazione conclusiva del progetto stesso.
Tradizionalità
Nel 1924/25 Gortani nella “Guida della Carnia e del Canal del Ferro” riporta una produzione di 6541 quintali di fagiolo per l’intera Carnia. Nel “Catasto Agrario 1929-VIII – Compartimento del Veneto. Provincia del Friuli (Udine), Fascicolo 36”, primo censimento dell’agricoltura friulana pubblicato nel 1936, sono menzionate le superfici e le produzioni per la coltura del fagiolo in comune di Ampezzo, pari nel 1928 rispettivamente a 71 ha in coltura promiscua, ossia consociati a mais o a patata, per una produzione di 327 quintali.
Da alcune testimonianze raccolte nei paesi di coltivazione della varietà, risulta che i “Cesarins” vengono coltivati da oltre 50 anni nelle valli e nei paesi della Carnia. In particolare una persona nata nel 1932, abitante di Voltois in comune di Ampezzo, asserisce di ricordare sin da quando era bambina che questa varietà veniva coltivata dalla nonna e dalla madre in consociazione con il mais.
Riferimenti bibliografici
- – “Valutazione agronomica e caratterizzazione morfologica di varietà autoctone di fagiolo rampicante (P. vulgaris L.) della Carnia”. – E. Pozzi, tesi di laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, Facoltà di Agraria dell’Università di Udine, Anno accademico 2002-03 (con il consenso dell’autrice).
- – “Colture orticole – Fagiolo” di Elena Pozzi e Fabiano Miceli in “Collezione di specie vegetali presso L’Università di Udine – prime schede descrittive per la didattica”, FORUM ed., Udine (2004).
- – “Recenti percorsi di recupero e valorizzazione di varietà locali di fagiolo rampicante” di E. Pozzi, R. De Infanti, N. Peresson, F. Miceli in: “Fagioli della Carnia – Innumerevoli varietà, sapori riscoperti, gustose ricette” – Carnia Alpe Verde 2004
- – “Indagine sullo stato delle risorse genetiche autoctone d’interesse agrario in Friuli Venezia Giulia” – Relazione scientifica conclusiva a cura di F. Miceli (2004). Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine, 46 pp.
Territorio di produzione: Vallate interne della Carnia, in provincia di Udine. In particolare: Val Pesarina, alta Val Tagliamento e conca di Illegio in comune di Tolmezzo.
Monte re PAT Friuli Venezia Giulia
Fagioli borlotti di Carnia PAT Friuli Venezia Giulia
Colaz PAT Friuli Venezia Giulia
La descrizione del processo di fabbricazione e le dosi sono tratte da una pubblicazione dell’Accademia Italiana della Cucina che, circa 10 anni or sono, ha raccolto ricette tradizionali inviate dalle delegazioni provinciali dell’Accademia stessa. Nella tradizione friulana i colaz erano dolci che si regalavano ai cresimandi e, al termine delle sedute, ai consiglieri comunali.