Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Il fico, Fallacciano di Bellegra, appartiene alla famiglia delle Moracae, genere Ficus, specie Ficus carica sativa e cultivar locale chiamata “Fallacciano”. La pianta del Fallacciano è, botanicamente, una pianta femminile, mentre il maschile è il Caprifico (Ficus carica caprificus). Le foglie presentano un peduncolo lungo 8-10 cm, dal quale si dipartono 5 nervature con altrettanti lobi, di cui tre più pronunciati. Sono caduche, palmate, rugose e verde scuro nella pagina superiore, mentre la pagina inferiore si presenta più chiara e ricoperta di una fitta peluria. I fiori, numerosi, piccoli e semplici, crescono racchiusi all’interno di una struttura carnosa di colore variabile dal verde al bruno violaceo, chiamata ricettacolo, da cui in seguito si sviluppa il frutto.
I frutti del fico Fallacciano sono di due tipi in quanto la pianta è bifera: i fioroni, detti Fallacciani, sono prodotti su rami di due anni; i forniti, detti in dialetto Ritornelli, sono prodotti sui rami di un anno all’ascella delle foglie. Il fiorone, ovvero il Fallacciano, è un siconio (“falso frutto”) di colore verde e costoluto, dalla forma piriforme quasi a fiasco, alla cui estremità è presente un ostiolo (piccola apertura propria di alcuni tessuti vegetali). La buccia è sottile e poco elastica, la polpa piena, omogenea e zuccherina è puntinata dagli otrioli rosacei e non presenta acheni per la sua partenocarpia. Il peso dei frutti varia dai 70 ai 100 g. La maturazione è scalare, dura circa tre settimane a partire dalla seconda decade di luglio, conferendo al prodotto Fallacciano la caratteristica tipica di un frutto tardivo. I forniti, detti Ritornelli, sono più piccoli dei Fallacciani di forma quasi sferica, non hanno mai avuto un valore commerciale e, in passato, il loro uso era destinato all’alimentazione dei maiali. La maturazione inizia verso la metà di settembre e si protrae per buona parte dell’autunno.
METODO DI PRODUZIONE
L’ambiente ideale per la coltivazione del fico è quello temperato caldo, simile all’ulivo, ma più di questo resiste alle basse temperature (- 15°). La pianta è rustica, poco esigente e predilige terreni sciolti, leggeri, anche ricchi di scheletro e calcare, e mal sopporta i ristagni d’acqua e l’eccesso di sostanze argillose. Nell’ambiente bellegrano i migliori risultati si hanno nella fascia altimetrica sopra i 500 s.l.m. con esposizione a nord-est e nord-ovest. La coltivazione è specializzata o promiscua, nella specializzata il sesto di impianto generalmente è 5 x 5 o 6 x 6; nella promiscua lo troviamo consociato agli ulivi e alle viti e ad altre colture erbacee. La forma d’allevamento di norma è a vaso libero. La propagazione avviene per via agamica e può essere efettuata o con talea di due /tre anni o con pollone radicato tolto alla base delle
piante già adulte, si può ricorrere anche all’innesto ad anello durante il periodo primaverile. La raccolta del fico, in dialetto bellegrano “Fallacciano”, inizia nella seconda metà di luglio e dura circa venti giorni. Il contadino, attrezzato di uncino e cesto di vimini, in dialetto bellegrano “ancinu” e “manicutu”, si reca nel punto di raccolta, sistema il fondo del cesto con un letto di foglie di fico, che man mano stratificherà anche sui frutti per evitare il contatto verticale tra gli stessi; poi comincia la raccolta vera e propria, saggiando con le mani sapienti i frutti i più maturi e lasciando gli altri, per raccoglierli nei giorni successivi, una volta raggiunta la giusta maturazione.
CENNI STORICI
Nell’economia agricola bellegrana, per secoli, il fico secco è stato d’importanza fondamentale, infatti veniva prodotto ed utilizzato come merce di scambio con le popolazioni delle zone più interne fino a quasi tutta la metà del ‘900. A partire dagli anni ’40-’50 del XX secolo, invece si è manifestato un notevole
interesse economico per il fico come prodotto fresco, denominato “Fallacciano”, con una crescita esponenziale nella coltivazione e produzione fino agli anni ’80. Già dalla metà degli anni ’70 si svolsero le prime sagre del Fallacciano nel comune di Bellegra. Durante il periodo della raccolta, nell’ultimo fine settimana di luglio, che precede tra l’altro la festa del patrono del paese San Sisto II P.M., viene dedicata a questo dolce e pregiatissimo frutto la famosa e tradizionale “Sagra del Fallacciano” durante la quale, tra spettacoli popolari e folkloristici, è possibile degustare il gustoso fico in tutte le sue diverse modalità di preparazione.
Territorio di produzione
Bellegra (ROMA)