Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto
Il corpo della “faraona camosciata” ha un profilo curvilineo ricoperto da penne che presentano la caratteristica “perlatura”, ovvero il disegno formato da piccole e regolari macchie rotonde di colore bianco, che spiccano sulla colorazione delle penne. La pelle è pigmentata, presentandosi nerastra nella zona della gola e del collo. Le penne hanno una tinta fortemente bianca sfumata leggermente di gialliccio, sulla quale spiccano in modo evidente le macchie a perla. La testa e il collo sono nudi, con bargigli maggiormente sviluppati nel maschio. I pulcini di questa razza sono facilmente riconoscibili poiché sono di un tenue colore giallastro, e presentano sottili strisce dorsali di color camoscio.
Sono animali rustici, di indole gregaria e ottimi pascolatori, che per la produzione di carni di qualità si prestano all’allevamento estensivo all’aperto a lento accrescimento. La carne di “faraona camosciata”, gustosa e molto apprezzata, è usata prevalentemente cotta arrostita.
Tradizionalità
La faraona domestica discende da quella africana, ancora presente allo stato selvatico nella zona occidentale dell’Africa e della quale mantiene identica morfologia. I primi ad addomesticarla, nonostante le sue origini africane, furono i Greci, mentre in Italia arrivò grazie ai Romani. Tuttavia, con la caduta dell’Impero questa razza non venne più allevata e si ridusse drasticamente di numero; fu solo nel basso Medioevo che essa riapparve in Europa, grazie ai Portoghesi che riportarono nel continente alcuni esemplari africani. La razza camosciata fu selezionata, a partire da un esiguo gruppo di soggetti presentati
erroneamente come faraone bianche all’Esposizione Avicola di Parigi, dal Ghigi della Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo, sin dal 1922.
Territorio interessato alla produzione: Veneto