Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Le Fave dei morti hanno forma tondeggiante con diametro di circa 3 cm. Gli ingredienti sono costituiti da farina tipo 00, uova, zucchero, mandorle macinate amare e dolci, margarina, cannella, lievito naturale, pasta di mandorle, limone e vaniglia.
METODO DI PRODUZIONE
Tutti gli ingredienti vengono impastati fino ad ottenere un’amalgama morbida, compatta e omogenea, modellata a mano in tanti piccoli filoncini, successivamente tagliati con un coltello in tanti piccoli pezzetti di circa 4-5 cm e “pizzicati” singolarmente in superficie con la punta delle dita. Spolverati con lo zucchero a velo vengono cotti a 220°C per qualche minuto.
CENNI STORICI
Prodotto dolciario di antica tradizione la cui preparazione è connessa alla commemorazione dei defunti. Un importante riscontro storico risale al 1891 nel libro “La scienza in cucina” di Pellegrino Artusi. L’autore scriveva: “Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d’orto, che si usa in questa occasione cotta nell’acqua coll’osso di prosciutto. Tale usanza deve avere la sua radice nell’antichità più remota poiché la fava si offriva alle Parche, a Plutone e a Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava…” “Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poiché credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell’inferno”.
Territorio di produzione
Rieti