La Ferrovia retica nei paesaggi dell’Albula / Bernina, riunisce due linee ferroviarie storiche che attraversano le Alpi svizzere attraverso due passi. Inaugurata nel 1904, la linea dell’Albula nella parte nord-occidentale della proprietà è lunga 67 km.
È dotato di una serie impressionante di strutture tra cui 42 tunnel e gallerie coperte e 144 viadotti e ponti. La linea di 61 km del passo del Bernina comprende 13 gallerie e gallerie e 52 viadotti e ponti. La proprietà è esemplare nell’uso della ferrovia per superare l’isolamento degli insediamenti nelle Alpi centrali all’inizio del XX secolo, con un impatto socio-economico importante e duraturo sulla vita in montagna. Costituisce un eccezionale insieme tecnico, architettonico e ambientale e incarna realizzazioni architettoniche e di ingegneria civile, in armonia con i paesaggi attraverso i quali passano.
Eccezionale valore universale
La Ferrovia Retica nei Paesaggi dell’Albula / Bernina rappresenta uno sviluppo ferroviario esemplare per la disoccupazione delle Alpi centrali all’inizio del XX secolo. Le conseguenze socio-economiche della ferrovia sono state sostanziali e durature per la vita di montagna, lo scambio di valori umani e culturali e i cambiamenti nel rapporto tra uomo e natura in Occidente. La Ferrovia retica offre un’ampia varietà di soluzioni tecniche per la realizzazione della ferrovia in condizioni di montagna spesso difficili. Si tratta di una costruzione ben progettata che è stata realizzata con un alto grado di qualità e presenta una notevole omogeneità stilistica e architettonica. L’infrastruttura ferroviaria, inoltre, si fonde in modo particolarmente armonioso con i paesaggi alpini che attraversa.
Criterio (ii): La Ferrovia retica dell’Albula / Bernina costituisce un eccezionale insieme tecnico, architettonico e ambientale. Le due linee, oggi unificate in un’unica linea transalpina, rappresentano un insieme molto completo e diversificato di soluzioni innovative che testimoniano sostanziali interscambi di valori umani e culturali nello sviluppo delle tecnologie ferroviarie di montagna, in termini di realizzazioni architettoniche e di ingegneria civile , e la sua armonia estetica con i paesaggi che attraversano.
Criterio (iv): La Ferrovia retica dell’Albula / Bernina è un esempio molto significativo dello sviluppo degli impianti di risalita in alta quota nel primo decennio del XX secolo. Rappresenta un perfetto esempio di grande qualità, determinante per lo sviluppo a lungo termine delle attività umane in montagna. Offre paesaggi diversificati in concomitanza con la ferrovia che sono significativi di questo periodo di fiorire di un rapporto tra uomo e natura.
Integrità e autenticità
Le infrastrutture ferroviarie delle linee dell’Albula e del Bernina formano un autentico insieme di grande integrità. Il loro funzionamento tecnico e la loro manutenzione garantiscono una conservazione a lungo termine di alta qualità. L’azienda delle Ferrovie Retiche che le ha unificate e ne esegue la gestione tecnica ha introdotto modifiche tecniche e innovazioni compatibili con il concetto di autenticità delle proprietà tecnologiche ancora in uso.
Requisiti di protezione e gestione
La protezione legale in atto è adeguata. Il sistema di gestione della proprietà è soddisfacente, sebbene sia auspicabile un rafforzamento della presentazione al pubblico degli aspetti del patrimonio fondativo della proprietà.
© whc.unesco.org
La Ferrovia Retica è una linea ferroviaria di montagna composta di più tratte, fra cui quella dell’Albula e quella del Bernina. Queste tratte collegano l’Italia alla Svizzera attraverso un lungo labirinto di vallate e passi di montagna. La Ferrovia Retica non è una ferrovia come le altre: le sue rotaie, completate all’inizio del XX secolo, ebbero all’epoca un enorme impatto socio-economico sulle comunità di montagna, finalmente liberate da un lungo isolamento. Inoltre, con le sue due linee a scartamento ridotto, l’infrastruttura ferroviaria costituisce un capolavoro ingegneristico, architettonico e gestionale senza pari per un ambiente impervio come le montagne che attraversa.
Tra i più spettacolari al mondo, il percorso della Ferrovia Retica offre ai viaggiatori paesaggi ed emozioni mozzafiato. Inizialmente era stata proposta per la nomina solo la tratta ferroviaria da Thusis fino a Campocologno. La candidatura e la seguente iscrizione hanno poi esteso il sito tutelato fino al capolinea di Tirano, in Lombardia (provincia di Sondrio), comprendendo così interamente la linea del Bernina (Sankt Moritz–Tirano).
Le due linee, oggi riunificate dalla Compagnia ferroviaria Retica, si sono conservate pressoché intatte nel tempo, con gli opportuni ammodernamenti. Complessivamente esse attraversano 55 tunnel e 196 viadotti ad altezze che arrivano a oltre 2000 metri di quota. La prima ad essere completata fu la Ferrovia dell’Albula, aperta nel 1904 per un percorso complessivo di 67 km, 42 tunnel e 144 viadotti. Costruita in pietra locale, la Ferrovia dell’Albula era una classica ferrovia di montagna per treni a vapore, che fu elettrificata in seguito, intorno al 1919.
Basata su differenti concezioni tecniche e inizialmente gestita dalla Bernina -Bahngesellschaft, la Ferrovia del Bernina, invece, vide la luce intorno al 1910 per una lunghezza complessiva di 61 km che passano attraverso 13 gallerie e 52 viadotti. È una delle tratte della trasversale alpina più alte d’Europa e una delle ferrovie ad aderenza naturale più ripide del mondo (fino al 70 per mille senza l’uso di cremagliera, cioè la rotaia dentata usata in genere dalle ferrovie ad alta quota per superare la pendenza).
Tuttora attiva, la Ferrovia Retica, su cui scorre oggi il “trenino rosso del Bernina“, è una meta turistica in sé e per sé, un’esperienza emozionante fra paesaggi, profonde vallate e picchi innevati che non sarebbe possibile vedere altrimenti. Le linee aprono l’Italia, l’Engadina e il Cantone dei Grigioni al turismo internazionale e hanno costituito, nel tempo, un volano eccezionale anche per lo sviluppo degli sport invernali.
La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:
Patrimonio culturale:
- monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
- siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
Patrimonio naturale:
- i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
- le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
- i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale