Prodotto Agroalimentare Tradizionale del PIEMONTE
La Fragola Profumata di Tortona, botanicamente nota come Fragaria moschata – rappresenta una particolare specie di fragola esaploide (2n = 42) coltivata in questo angolo di Piemonte fin dal 1500. Originaria delle foreste dell’Europa centrale, questa fragola è più grande della fragolina di bosco (Fragaria vesca), ma più piccola delle comuni varietà commercializzate, che appartengono all’incrocio Fragaria x Ananassa.
È una specie dioica, presenta infatti piante con fiori staminiferi (maschili) e piante con soli fiori pistilliferi (femminili). L’impollinazione avviene grazie all’ausilio dei pronubi i quali trasportano il polline dalle piante staminifere ai fiori di piante femminili, favorendone l’allegagione. Una delle caratteristiche che più contraddistingue la Fragola profumata di Tortona è il suo peculiare aroma floreale, lievemente speziato, con accenni di miele, muschio e vino, che si discosta decisamente da quello delle altre fragole. Questo aroma è talmente intenso che bastano pochi frutti per avvolgere l’ambiente circostante.
I frutti – piccoli, di colore rosso scuro – sono molto delicati e decisamente poco serbevoli. La polpa, di colore biancastro, lievemente venato di rosso, è caratterizzata da sapore dolce, con piacevole aroma moscato. Un impianto mantenuto in condizioni ottimali produce mediamente 1-1,5 kg/m2 di Fragola profumata di Tortona. La fase di raccolta è concentrata in 15-20 giorni, tra la seconda decade di maggio e la prima di giugno. La raccolta dei frutti è manuale, avendo cura di recidere il peduncolo floreale. In questo modo si garantisce che i frutti siano provvisti di calice nella fase di vendita, aumentando così i tempi di commercializzazione e riducendo l’incidenza di alterazioni sui frutti. In ogni caso i frutti mantengono al meglio le caratteristiche qualitative se consumati entro 48 ore dallo stacco.
In zona si adottano diverse tecniche di produzione. Accanto alla tradizionale aiuola – con piante stolonifere che colonizzano l’intera superficie e si mantengono produttive per diversi anni – si è andata diffondendo la tecnica di coltivazione con trapianto estivo, su fila binata e suolo pacciamato con film plastico nero.
L’irrigazione prevede sistemi di adacquamento localizzati con manichette forate disposte sotto la pacciamatura, attraverso cui è possibile effettuare anche apporti fertilizzanti. Le piante per i nuovi impianti vengono preparate direttamente in azienda. Le piante di Fragola profumata di Tortona emettono periodicamente stoloni dalla base che emettono foglie e radici; partendo da queste porzioni di pianta è possibile moltiplicare la cultivar ed ottenere nuovo materiale vivaistico. Il trapianto si effettua tra agosto e inizio settembre, avendo cura di irrigare frequentemente la vegetazione nei primi giorni dopo la messa a dimora.
ZONA DI PRODUZIONE
La zona di produzione è rappresentata dal territorio tortonese (Tortona, Viguzzolo ed aree limitrofe).
TRADIZIONALITÀ
La coltivazione della fragola nella campagna tortonese ha origini molto antiche. Già la cronaca di Tortona di Tormeno Berruti, scritta alla fine del Cinquecento (scoperta e pubblicata solo recentemente) ci presenta
un interessante e curioso quadro delle coltivazioni agricole allora praticate nel tortonese. Tra i prodotti più significativi sono ricordate le “fravole o magiostre”, come viene indicata nel dialetto locale. Questo termine è diffuso su una ristretta area compresa tra il Monferrato, la Lomellina ed il Piacentino, ma anche
in altre zone d’Europa, come ad esempio nei Paesi Baschi e nella Francia meridionale (Linguadoca).
In un atto del 1631 è citata la strada tortonese chiamata “Fragolaria”, presso la Chiesa di San Rocco, mentre alla fine del settecento Lorenzo Vechini, nell’opera “La salubrità del clima di Tortona” (1789), ricorda la fragola tra i principali prodotti degli orti tortonesi. Infine in una relazione inviata nel 1877 dal sindaco di Tortona Davide Negro al sottoprefetto, sulla “coltivazione degli orti e dei pomeri”, è citata la fragola tra i prodotti che gli ortolani tortonesi vendono nei vicini mercati della media e dell’alta Valle Scrivia (in particolare a Novi Ligure), un territorio notoriamente povero di terreni coltivati ad orto.
Ai primi del novecento la fragola di Tortona gode di una certa notorietà nei territori vicini, dall’Alessandrino al Pavese e risulta molto ricercata. A dare un nuovo impulso ed un nuovo mercato alla fragola contribuirono notevolmente la Mostra di frutticoltura, agricoltura e floricoltura del Circondario di Tortona (1924) ed ancor più la seconda mostra regionale piemontese tenutasi a Tortona nell’autunno del 1926 ed inaugurata dal principe ereditario Umberto di Savoia. In quegli anni la fragola era ricercata dai numerosi ristoratori di Tortona, Novi ed Alessandria, il che contribuì a darle una più ampia fama.
Nel 1931 fu costituito un consorzio dei fragolicoltori con apposito regolamento che disciplinava il confezionamento e la commercializzazione del prodotto. La fama della fragola tortonese superò anche i confini locali: richieste del prodotto giunsero da Roma, come pure da Colonia e da Berlino mentre su richiesta di commercianti svizzeri notevoli quantità di fragole venivano spedite via ferrovia nel Canton Ticino. Tale florido periodo durò un ventennio, al termine del quale l’avvento del secondo conflitto mondiale precipitò in uno stato di crisi anche questa produzione a causa della difficoltà di trasporto e del
generale impoverimento della popolazione.
Successivamente a ciò, lo sviluppo autostradale ed edilizio della città di Tortona ridusse via via la quantità dei campi coltivati e quindi la produzione che negli anni ‘50 scese a 8 pertiche. Negli anni ‘90 si potevano contare solo 4 pertiche coltivate a fragola.
A partire dal 2001 l’amministrazione comunale di Tortona ha intrapreso un percorso per il rilancio della coltura nell’intero territorio tortonese, coinvolgendo anche i soggetti che in Piemonte si occupavano di ricerca applicata nel settore. Le innovazioni scaturite dal progetto – soprattutto in riferimento a nuove
pratiche colturali – hanno ridato nuovo slancio alla coltivazione e favorito, nel 2003, la nascita del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Fragola Profumata di Tortona.
Bibliografia:
Armando Bergaglio, Il posto delle fragole, Città di Tortona, 2003
Prosciutto crudo della Valle Gesso PAT Piemonte
Il Prosciutto Crudo della Valle Gesso si ottiene dalla coscia, salata e stagionata in condizioni climatiche alpine, di suini pesanti castrati di produzione nazionale. Ha una pezzatura che si aggira sugli 11 kg.
Porro dolce lungo di Carmagnola PAT
Il porro lungo dolce di Carmagnola può essere definito prodotto di eccellenza dell’orticoltura piemontese per le sue peculiari caratteristiche qualitative. La parte edule del fusto, dopo l’imbianchimento, evidenzia una ridottissima fibrosità associata ad una marcata dolcezza dei tessuti; tutto ciò si accompagna ad una facile digeribilità.
CAPPONE DI MOROZZO PAT
Il cappone è un pollo maschio castrato. Si ottiene da razze locali tra le quali spiccano la Gallina Bionda Piemontese e la Gallina Bianca di Saluzzo. Il cappone ha piumaggio rosso, penne nere a livello caudale e penne del collo dorate. Le zampe e la pelle devono essere gialle. Mediamente i capponi di razza nostrana…
Cappone di San Damiano d’Asti PAT Piemonte
Il cappone è una produzione tradizionale molto diffusa nelle campagne del Piemonte. A San Damiano d’Asti si utilizzano razze locali ed in particolare la bionda piemontese che, nella zona, pare abbia una specificità tipica prendendo il nome di Rossa di Villanova.