Il tema dei cosiddetti Frutti dimenticati sta conoscendo un crescente interesse da parte del mondo della ricerca scientifica. Infatti le antiche varietà colturali, con il loro patrimonio genetico tramandato in millenni di storia, consentono lo sviluppo di ceppi naturalmente resistenti a condizioni meteo climatiche estreme e alle malattie, garantiscono una crescita veloce e alte rese, senza ricorrere all’uso di fitofarmaci e pesticidi.
Tali caratteristiche fanno sì che queste varietà di piante, in genere radicate in territori di valenza regionale o locale, siano un condensato di proprietà nutraceutiche di elevato valore, e dèstino grande interesse nelle strategie agricole e ambientali europee e nazionali, e in particolare nell’ambito dell’agricoltura sostenibile, anche come presidio rispetto alle variazioni che i cambiamenti climatici stanno apportando ai cicli produttivi.
“La riduzione della biodiversità, da tutti i punti di vista – da quello del sapore, del gusto, della gastronomia, della salute e della nostra stessa sopravvivenza – è una pura follia. […] la diminuzione di biodiversità è tale che potrebbe portare all’estinzione di una specie vivente su dieci entro la fine di questo secolo. Una velocità di estinzione talmente elevata […] da far temere che la Terra stia attraversando la sesta grande estinzione di massa. Con l’ultima, la quinta – sessantacinque milioni di anni fa – scomparvero i dinosauri.”
(Da: S. Mancuso, C. Petrini, Biodiversi, Giunti – Slow Food Editore, 2015)
Uno dei problemi ambientali più importanti del nostro tempo è la perdita di biodiversità, cioè la scomparsa di specie di piante e di animali, dovuta spesso alle attività troppo aggressive dell’uomo che danneggiano o distruggono gli ambienti naturali in cui esse vivono. Raramente pensiamo al fatto che tra le forme di biodiversità vi sono anche quelle che costituiscono la nostra alimentazione: verdure, frutta, cereali, carne e pesce, ecc.
Tutte sono in origine o piante o animali: esseri viventi, che sono il risultato del lavoro sia della natura che dell’uomo, e che permettono, da millenni, la sopravvivenza della specie umana! È difficile però rendersi conto di quanto sia complessa la storia che c’è dietro e dentro un semplice cibo consumato tutti i giorni, una storia fatta di ricerche, esperimenti o di semplici casualità; e di quanto faticoso lavoro sia necessario affinché quel semplice cibo arrivi nel nostro piatto. Questa mancanza di consapevolezza ci porta spesso a non dare importanza alle nostre abitudini alimentari, a non pensare che mangiare o non mangiare determinate cose faccia differenza, sia per la nostra salute, sia per l’ambiente in cui viviamo.
Una forma di biodiversità meravigliosa è rappresentata dalla frutta! Ce ne sono tantissime specie e varietà in tutto il mondo, e il nostro Paese ne è ricchissimo, in modo particolare di alcune varietà di frutti che rischiano di essere dimenticate, forse addirittura di scomparire del tutto.
Cerchi una pianta di frutto antica. Vedi nel vivaio http://www.vivaibelfiore.it
Questi frutti e le piante da cui nascono, sono protagonisti di storie uniche, belle e drammatiche allo stesso tempo; perché sono stati, fino a non molto tempo fa, elementi importanti dell’agricoltura e dell’alimentazione di molte comunità locali, tanto che i loro nomi hanno quasi sempre un’origine e un significato dialettale, quasi che facessero parte delle famiglie della gente del posto! Sono piante in genere molto antiche, resistenti alle avversità del clima e ai parassiti, e producono frutti dalle mille proprietà benefiche.
Eppure ad un certo punto esse sono state messe da parte e si è preferito coltivare varietà più “moderne”, per aspetto o per sapore o chissà per cosa. E così queste piante sono passate dall’essere tanto amate e apprezzate, a quasi scomparire, o a essere coltivate in piccole zone o negli orti di casa. Tuttavia, come eroi che non si rassegnano, i frutti antichi resistono! Molti di essi, per fortuna, si stanno riscoprendo grazie all’opera di singoli coltivatori, enti e associazioni che li scovano, li studiano e si battono per la loro salvaguardia, affinché li si possa conoscere di nuovo e ricominciare ad acquistarli.
I frutti di cui parleremo sono solo alcuni esempi di una schiera molto più numerosa, la cui situazione viene studiata attraverso il progetto “Frutti dimenticati e biodiversità recuperata”, che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) conduce insieme a altre istituzioni, associazioni e persone appassionate.
E noi, come possiamo aiutare i frutti antichi a non scomparire? Anzitutto, conoscendoli un po’ di più, sapendo che esistono, come sono fatti e dove si possono ancora trovare. E poi, magari con la guida di un esperto o di un insegnante, provando a riportarli negli ambienti più opportuni (ad es. spazi verdi in città, giardini e orti privati o scolastici), contribuendo così alla loro salvaguardia.
Fonte: Biodiversità e frutti dimenticati delle Regioni Italiane ISPRA
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