Scarica in formato PDF Linee guida per l’utilizzo della risorsa GEOTERMICA
Vedi anche INQUADRAMENTO NORMATIVO ENERGIA GEOTERMICA
GEOTERMIA – LINEE GUIDA
- Introduzione
- Ricognizione preliminare;
- Esplorazione di superficie;
- Perforazione;
- Studio di fattibilità;
- Tutela del suolo e della risorsa idrica;
- Qualità dell’aria;
- Monitoraggio e controllo del campo geotermico, della microsismicità, della subsidenza e delle pressioni di poro;
- Requisiti per il riconoscimento di impianto pilota sperimentale per produzione di energia elettrica.
Tutela del suolo e della risorsa idrica
6.1 Misure di tutela
In generale sono state già descritte le misure di tutela a protezione delle falde durante la perforazione, che prevedono l’esecuzione di un adeguato isolamento delle formazioni attraversate tramite tubaggio (discesa e installazione dei casing) e relativa cementazione delle tubazioni mediante cementazione eseguita a regola d’arte. In tal modo, si realizza una adeguata barriera idraulica tra il pozzo e le formazioni soprastanti, che possono essere sedi di acquiferi, anche ad uso idropotabile.
I monitoraggi del suolo, delle acque di falda e delle acque superficiali (sorgenti e corsi d’acqua) con i relativi elementi distintivi, rappresentano un efficace sistema di controllo di eventuali insorgenze di anomalie, per verificarne i potenziali effetti ambientali e, eventualmente, i possibili legami di causa-effetto da correlare alle limitrofe attività, derivanti dalle diverse fasi dell’attività di ricerca e sfruttamento della risorsa geotermica.
Le indicazioni metodologiche ed operative di seguito riportate potranno efficacemente integrare il Progetto di Monitoraggio Ambientale delle componenti “suolo-sottosuolo” e “ambiente idrico” che il proponente dovrà predisporre, nell’ambito dello Studio di Impatto Ambientale, secondo le “Linee Guida per la predisposizione del Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA) delle opere soggette a procedure di VIA (D.Lgs.152/2006 e s.m.i.; D.Lgs.163/2006 e s.m.i.)”
6.2 Monitoraggio del suolo (da applicarsi a tutti gli impianti)
Le ricadute sul terreno sono in genere presenti anche negli impianti che prevedono “emissioni nulle”, in quanto tale condizione è relativa alle sole fasi di esercizio, mentre in altre condizioni è possibile che l’assenza di emissioni non sia garantita.
ll controllo dei terreni è finalizzato alla determinazione della presenza di arsenico (As), antimonio (Sb), mercurio (Hg), boro (B). Questa lista di elementi può essere modificata o integrata in base alle caratteristiche dell’area geotermica di riferimento.
Vengono raccolti campioni di terreno a diverse distanze dall’area dell’impianto (tipicamente 100, 250 e 500 m), in almeno una direzione, ovvero quella più esposta alle ricadute, secondo quanto emerge dai risultati degli studi diffusionali, che devono essere comunque effettuati anche per previsioni di ricadute non continuative.
Le coordinate dei punti di prelievo sono registrate da un sistema GPS portatile.
Dovrà inoltre essere individuato un ulteriore punto di prelievo che possa essere considerato indicativo di una condizione di “bianco” rispetto all’attività dell’impianto.
Anche questo punto sarà geo-referenziato mediante GPS portatile.
In ogni punto di campionamento devono essere analizzati due diversi campioni di terreno: uno superficiale, ossia tra 0 e 5 cm, e l’altro alla profondità di 40 – 45 cm.
La periodicità dovrà essere di un campionamento prima della costruzione ed un secondo campionamento a distanza di tre anni dall’entrata in esercizio dell’impianto produttivo. Sulla base dei risultati ottenuti nella prima campagna di monitoraggio sarà verificata ed eventualmente confermata la necessità di prosecuzione del monitoraggio da parte dell’Autorità di controllo competente.
6.3 Controllo delle deposizioni atmosferiche (da applicarsi a tutti gli impianti)
Per le stesse ragioni di cui al punto precedente, questo controllo è applicato anche negli impianti che prevedono “emissioni nulle”.
La produzione di energia geotermica non è basata su processi di combustione e pertanto non vengono emessi direttamente NOx, SO2 e particolato solido primario.
Alcuni elementi inquinanti possono invece essere presenti nel particolato secondario e nel drift (aerosol emesso dalle torri di raffreddamento degli impianti a re-immissione parziale).
Il controllo per la valutazione dell’inquinamento dovuto alle deposizioni di gocce e particolato solido di norma consiste nell’installazione di almeno un deposimetro a distanza di 500 m dall’impianto, nella direzione più esposta alle ricadute, secondo quanto emerge dai risultati degli studi diffusionali che devono essere comunque effettuati anche per previsioni di ricadute non continuative.
Un ulteriore deposimetro potrà essere sarà installato in corrispondenza di un sito individuato come “indisturbato”, per i necessari raffronti dei dati. Gli inquinanti monitorati dovranno essere definiti in base alle caratteristiche dell’area geotermica di riferimento e di norma almeno: mercurio (Hg), arsenico (As), antimonio (Sb), boro (B) e ammoniaca (NH3).
Per il prelievo e le analisi dovrà essere utilizzato il metodo del rapporto ISTISAN 06/43 “Metodi per la determinazione di arsenico, cadmio, nichel e idrocarburi policiclici aromatici nelle deposizioni atmosferiche” di Manichini et al. ISTISAN, o altro metodo equivalente riconosciuto.
Il monitoraggio dovrà avvenire con un campionamento cumulato delle deposizioni della durata di 20 giorni prima della costruzione dell’impianto e un campionamento a 5 anni dall’entrata in esercizio dello stesso. Sulla base dei risultati ottenuti nella prima campagna di monitoraggio sarà verificata ed eventualmente confermata la necessità di prosecuzione del monitoraggio da parte dell’Autorità di controllo competente.
6.4 Monitoraggio chimico-fisico delle acque superficiali e di falda e del livello dell’acquifero freatico e della sua qualità
L’Autorità competente potrà scegliere e approvare alcuni punti d’acqua da monitorare cercando di far coincidere, ove possibile, i punti d’acqua campionati in studi precedenti al fine di evitare inutili dispersioni di informazioni e in modo da avere le basi per un confronto con i dati degli studi stessi.
Acquiferi freatici
Nel caso le acque di falda si riferiscano a un acquifero freatico e qualora ritenuto necessario dall’Autorità competente, potrebbe essere opportuno realizzare uno o più piezometri, che, laddove non già presenti, permettano di espletare un monitoraggio della risorsa idrica superficiale presente.
In particolare i piezometri dovranno essere almeno dotati di sensore di pressione ad immersione, che rilevi anche la temperatura Il piano di monitoraggio dovrà contenere il controllo sistematico del livello della falda freatica,
6.5 Monitoraggio chimico-fisico dell’acquifero freatico
In aggiunta al monitoraggio del livello, l’Autorità competente potrà anche richiedere, qualora ritenuto necessario, un monitoraggio chimico – fisico dell’acquifero superficiale.
A questo scopo, dai piezometri dovranno poter essere estratti opportuni campioni, da prelevare secondo le modalità previste dagli organi di controllo.
La cadenza del campionamento sarà stabilita dall’Autorità competente. Si consiglia un campionamento almeno trimestrale, per il primo anno dalla costruzione della centrale.
Il profilo analitico previsto dovrà potrà essere articolato sulla base di controlli della concentrazione di alcune sostanze “traccianti” di una eventuale contaminazione.
Le sostanze traccianti possono essere quelle caratteristiche dei fluidi geotermici tipo le seguenti: Na, K, Ca, Mg, Cl, SO4, HCO3, NO3, PO4, F, Br, NH3, B, As, Sb, Hg, Li, Rb, Sr, Cs, Se, Ti, SiO2, oltre a un campionamento iniziale degli isotopi stabili dell’acqua 18O, 2 H.
Inoltre anche i rilievi di pH, temperatura, salinità generale sono utili ai fini del monitoraggio.
I campionamenti sono da prevedere prima dell’inizio di qualsiasi attività e da ripetere successivamente con periodicità da stabilire, in funzione dei casi (mensile nelle fasi iniziali di esercizio, poi trimestrale o semestrale o annuale). I protocolli di comunicazione delle informazioni saranno concordati con l’Autorità di controllo.
Le acque, prelevate durante le temporanee operazioni di spurgo finalizzate al campionamento, assimilabili alle idropotabili (stesso acquifero delle sorgenti), potranno essere considerate come acque di restituzione ed essere quindi re immesse nello stesso acquifero di origine, senza necessità di impiego di cisterne per la raccolta e lo smaltimento.
6.6 Monitoraggio chimico-fisico delle altre acque superficiali e di falda
In alternativa al monitoraggio chimico-fisico dell’acquifero freatico, potranno essere scelti e approvati dall’Autorità competente alcuni punti d’acqua da monitorare cercando di farli coincidere, ove possibile, con i punti d’acqua campionati in studi precedenti, al fine di poter evitare inutili dispersioni di informazioni e di avere le basi per un confronto con i dati degli studi stessi.
Punti di Acque di Falda (PAF)
I punti d’acqua da prelevare dovranno essere selezionati in base alle loro caratteristiche idrogeologiche: portata e localizzazione rispetto ai principali lineamenti strutturali ed alle aree di produzione geotermica.
Il campionamento delle sorgenti captate a scopo idropotabile sarà concordato con il relativo gestore.
Il profilo analitico previsto potrà essere articolato sulla base di controlli della concentrazione di alcune sostanze “traccianti” di una eventuale contaminazione.
Le sostanze traccianti possono essere quelle caratteristiche dei fluidi geotermici tipo le seguenti: B, As, Hg, oltre a un campionamento iniziale degli isotopi 18O, 2H.
Inoltre anche i rilievi di pH, temperatura, salinità generale sono utili ai fini del monitoraggio.
I campionamenti sono da prevedere prima dell’inizio di qualsiasi attività e da ripetere successivamente con periodicità da stabilire, in funzione dei casi (mensile nelle fasi iniziali di esercizio, poi trimestrale o semestrale o annuale). I protocolli di comunicazione delle informazioni saranno concordati con l’Autorità di controllo.
Punti di Acque Superficiali (PAS)
Il campionamento delle acque fluviali dovrà essere effettuato lungo le principali aste che drenano l’area di riferimento dell’impianto geotermico e dovrà essere comunque condiviso con l’Autorità competente.
Il profilo analitico dovrà essere definito in base alle caratteristiche dell’area geotermica di riferimento di norma almeno As, B, Hg, Sb, NH3, SO4.
La cadenza del campionamento sarà stabilita dall’Autorità competente.
Si consiglia un campionamento almeno semestrale, per i parametri sopra indicati, perdurante il primo anno dalla costruzione della centrale.
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