Caratteristiche botaniche:
Nome comune: Spino di Giuda
Famiglia: Fabaceae
Pianta monoica/dioica: monoica
Portamento: arboreo
Foglie: caduche, composte di tipo pennato e/o bipennato, lunghe fino a 20 cm. Le suddette foglie sono composte da 10-15 paia di foglioline lanceolate, sessili, con margine intero o sinuoso
Fiori: sia ermafroditi che unisessuali, poco appariscenti, riuniti in infiorescenze
Frutti: legume frutto pendulo di colore brunastro, lungo fino a cm 40, di forma falcata e contorta
Periodo di dispersione del polline: G F M A M G L A S O N D
Impollinazione: anemofila
Originaria della parte orientale del Nord America è diffusa in gran parte del bacino del Mississippi, dal Texas e dalla Louisiana a sud, fino all’Iowa, all’Indiana e all’Ohio a nord. A ovest, la sua area di estensione si ferma in Kansas e Nebraska, mentre a est si ferma ai piedi degli Appalachi.
Fu introdotta in Europa nel secolo XVIII e in Italia nel 1712, a scopo ornamentale e per il consolidamento dei terreni. È stato introdotto anche in Italia come albero ornamentale in parchi e giardini.
In Italia è una neofita naturalizzata in pressoché tutte le regioni, è invasiva in Trentino e assente in Basilicata.
Apprezza i suoli alluvionali ricchi e umidi anche se supporta terreni calcarei più asciutti.
Usi
Resiste al vento e alla salsedine, è quindi piantato lungo le strade in località marittime e in città. Grazie al rapido ritmo di crescita e alla sua tolleranza a cattive condizioni ambientali, viene utilmente impiegato per piantumare aree verdi appena costituite (edilizia nuova, discariche, miniere abbandonate). Resistente all’inquinamento atmosferico, vive in qualsiasi terreno ben drenato ed a pieno sole; è adatto per grandi giardini; evitare posizioni fredde, soggette a forti gelate. Ne esiste anche una cultivar senza spine.
Il legno è molto denso e resistente: nel passato veniva usato per costruire carri e per le traversine ferroviarie. Trova ancora un certo impiego nella costruzione di mobili artigianali. È inoltre ottimo come combustibile. La pianta con le sue molte spine può essere usata per creare siepi impenetrabili e difensive.
Il baccello è commestibile: può essere usato come foraggio per i bovini. Nel passato è stato usato come alimento dagli Indiani d’America e per produrre birra attraverso la fermentazione. Anche il seme interno è commestibile e si può usare in cucina quando maturo; il baccello intero, quando ancora verde, può essere cucinato perché commestibile.
La pianta contiene un alcaloide chiamato triacantina. L’interesse medico di questa sostanza è stato studiato negli anni 1960-70 senza condurre tuttavia ad un suo uso terapeutico. Nel 2019, un nuovo studio mostra un effetto, sia in vitro sia nei topi, contro il carcinoma della vescica.
La pianta contiene anche polifenoli, triterpeni, steroli e saponine.