– L’importanza dell’acqua
Africa subsahariana
L’Africa possiede ingenti quantitativi di acque sotterranee. Per quanto non tutti questi quantitativi siano disponibili per il prelievo, secondo le stime il volume sarebbe pari a oltre 100 volte quello del rinnovo annuale delle risorse di acqua dolce della regione. Lo sfruttamento delle acque sotterranee ha il potenziale per soddisfare una domanda di acqua in rapida crescita in tutta l’Africa subsahariana, necessaria sia per la sopravvivenza umana sia per promuovere lo sviluppo economico. Tuttavia, ad oggi, circa 400 milioni di persone nell’Africa subsahariana non hanno ancora accesso ai servizi idrici essenziali.
In Africa occidentale e centrale la maggior parte dei paesi presenta riserve di acque sotterranee limitate, ma un tasso di precipitazioni annue elevato e dunque una ricarica regolare. Al contrario, numerosi paesi dell’Africa orientale e meridionale vantano riserve notevoli di acque sotterranee, nonostante i livelli molto limitati di ricarica. L’entità di queste riserve permette di ammortizzare gli effetti dei prelievi sulle acque sotterranee della regione. Resta il fatto che prima o poi l’attuale tasso di prelievo delle acque sotterranee andrà a scapito delle generazioni future.
Solamente il 3% del totale dei terreni coltivati dell’Africa subsahariana viene irrigato, e solo il 5% di questi terreni ricorre alle acque sotterranee. La valorizzazione delle acque sotterranee potrebbe essere il catalizzatore della crescita economica grazie all’incremento delle aree irrigue, il che promuoverebbe maggiori rendimenti agricoli e diversità delle colture. Ciò che attualmente limita un ulteriore utilizzo delle acque sotterranee nell’Africa subsahariana non è la loro scarsità, quanto piuttosto la carenza di investimenti in infrastrutture, di istituzioni, di professionisti esperti e di conoscenze in relazione alla risorsa.
In numerose aree del mondo, affinché le forniture idriche siano in grado di resistere ai cambiamenti climatici sarà necessario attingere non solo alle acque sotterranee, ma anche a fiumi, laghi e altri bacini idrici superficiali
Europa e America settentrionale
Le caratteristiche delle acque sotterranee e la loro disponibilità variano tra Europa e America settentrionale, così come all’interno degli stessi continenti in ragione delle differenze geologiche e idrologiche. Anche la quota rappresentata dalle acque sotterranee sul totale dei prelievi di acqua dolce varia considerevolmente da un paese all’altro.
In numerosi paesi europei le acque sotterranee vengono utilizzate principalmente come acqua potabile, il che evidenzia la necessità di monitorare la qualità dell’acqua in ragione dei potenziali rischi per la salute. Nell’Unione europea le sostanze inquinanti che con maggiore frequenza determinano un cattivo stato delle acque dal punto di vista chimico sono i nitrati e i pesticidi. Nonostante gli inquinanti derivanti dall’agricoltura siano i più diffusi, le sostanze chimiche industriali e quelle provenienti dal settore minerario sono spesso causa dell’inquinamento chimico delle acque sotterranee in diversi distretti idrografici. Ulteriori dati sono necessari su queste sostanze inquinanti “nuove” (o “emergenti”).
Oltre all’esigenza di collaborazione tra diversi utenti all’interno di un dato paese, c’è una consapevolezza sempre maggiore della natura transfrontaliera di numerose acque sotterranee, e dunque la necessità di una cooperazione intergiurisdizionale. Le operazioni di monitoraggio e sviluppo di competenze in materia di acque sotterranee sono di norma affidate a istituti specializzati, mentre l’attuazione delle politiche idriche richiede una collaborazione tra istituzioni differenti. In effetti, le problematiche e le relative soluzioni sembrano essere le stesse per le acque sotterranee e per quelle superficiali. Sono attualmente in
corso iniziative volte alla promozione di politiche e misure integrate al fine di garantire lo sviluppo di approcci coerenti.
America Latina e Caraibi
A causa della relativa abbondanza di acque superficiali e dell’impiego limitato delle acque sotterranee, meno del 30% dei prelievi di acqua dolce in America Latina e nei Caraibi proviene da fonti sotterranee. Nei paesi che dipendono dalle acque sotterranee circa la metà dei prelievi viene impiegata per l’irrigazione, un terzo per uso domestico e la parte restante per usi industriali. In tutta la regione si registrano carenze in merito alla protezione e al monitoraggio delle acque sotterranee, il che dà adito a uno sfruttamento intensivo e/o alla contaminazione delle stesse, minacciando la sostenibilità di queste risorse come pure la loro accessibilità per i gruppi maggiormente vulnerabili, che dipendono da tali fonti per l’approvvigionamento di acqua potabile.
Le acque sotterranee svolgono un ruolo importante nel sistema di approvvigionamento idrico della maggior parte delle città dell’America Latina, anche se non sempre costituiscono la fonte principale per questo scopo. Inoltre, le acque sotterranee rappresentano il 50% delle acque utilizzate dal settore industriale. Nei Caraibi, dove si registra una relativa scarsità di acque superficiali, circa il 50% dei prelievi idrici proviene dalle acque sotterranee.
L’importanza delle acque di falda per ecosistemi, sviluppo sociale e attività economiche della regione continuerà a crescere nel prossimo futuro; dunque, è essenziale che questa area geografica promuova politiche atte ad armonizzare i processi decisionali, il monitoraggio e la gestione delle acque sotterranee sia a livello nazionale che internazionale.
Asia e Pacifico
La regione dell’Asia e del Pacifico preleva i maggiori quantitativi di acque sotterranee al mondo, e include sette dei dieci paesi con i più elevati livelli di prelievo: Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Iran, Pakistan e Turchia. Questi paesi da soli contano circa il 60% del totale mondiale dei prelievi di acque sotterranee.
I vantaggi socioeconomici derivanti dall’utilizzo delle acque sotterranee sono particolarmente rilevanti per il settore agricolo. Un uso notevole di questa risorsa si registra anche nel settore industriale e in ambito municipale. Per quanto le acque sotterranee siano presenti in quantitativi abbondanti in buona parte della regione, il rischio di esaurimento solleva preoccupazioni sulla sostenibilità del loro uso in Cina e in diverse parti dell’Asia centrale e meridionale, nonché in alcuni centri urbani dell’Asia sudorientale.
La contaminazione delle acque sotterranee in ragione di processi antropogenici e geogenici costituisce un’ulteriore fonte di preoccupazione. L’impatto dei cambiamenti climatici sulla variabilità delle precipitazioni aggrava la pressione su questa risorsa, in particolare nelle aree caratterizzate da climi semiaridi e aridi, nonché nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Per quanto l’intera regione vanti procedure di gestione, nonché quadri istituzionali, legali e normativi per intervenire sui problemi concernenti le acque sotterranee, la relativa governance risulta comunque difficoltosa in ragione dell’assenza in numerosi paesi di limitazioni all’accesso a tale risorsa. Risulta quindi essenziale migliorare la governance delle acque sotterranee, in modo che possa godere del sostegno delle popolazioni e di maggiori possibilità di attuazione.
La regione araba
La regione araba è una tra le zone a maggiore scarsità idrica al mondo, e le acque sotterranee costituiscono la principale fonte di approvvigionamento idrico in almeno 11 dei 22 Stati arabi. Il prelievo eccessivo di acque sotterranee in gran parte della regione ha causato un abbassamento del livello delle falde freatiche, soprattutto nelle zone densamente popolate e nelle aree agricole.
Si tratta di una situazione particolarmente allarmante, dato che le acque sotterranee costituiscono la principale fonte di approvvigionamento idrico per i gruppi vulnerabili non ufficialmente collegati alle reti idriche o privi di accesso alle fonti pubbliche. Pratiche agricole insostenibili, industrializzazione e urbanizzazione causano un impatto significativo sulla qualità delle acque sotterranee.
Le acque sotterranee nella regione araba sono per la maggior parte fonti non rinnovabili e devono quindi essere gestite considerando la natura limitata della risorsa
Le acque sotterranee nella regione araba sono per la maggior parte fonti non rinnovabili e devono quindi essere gestite considerando la natura limitata della risorsa. Permangono tuttavia difficoltà nel monitoraggio dei prelievi, nonostante si stiano affermando nuove tecnologie in merito. Ciò rende più complessa la gestione delle acque sotterranee, soprattutto nei contesti transfrontalieri. Purtroppo nella regione i casi di cooperazione in tale materia sono assai limitati. L’importanza delle acque sotterranee per la sicurezza idrica della regione in un contesto caratterizzato dai cambiamenti climatici richiede un miglioramento della governance attraverso politiche e norme di legge, approcci innovativi alla gestione, un uso più ampio delle tecnologie, finanziamenti specifici volti a migliorare la conoscenza della risorsa e un rafforzamento della cooperazione a livello regionale.