L’obiettivo principale della politica in materia di acque dell’Unione europea (UE) è stato quello di garantire una quantità sufficiente di acqua di buona qualità disponibile per soddisfare i bisogni dei cittadini e dell’ambiente. In questo contesto, l’elemento chiave,della normativa UE, la direttiva quadro sulle acque, ha obbligato tutti gli Stati membri dell’UE a raggiungere un buono stato di tutti i corpi idrici superficiali e sotterranei entro il 2015, a meno che non vi fossero motivi di esenzione quali, ad esempio, le condizioni naturali o i costi sproporzionati. A seconda del motivo, i termini possono essere prorogati o gli Stati membri possono essere autorizzati a darsi obiettivi meno rigorosi.
Il raggiungimento di uno “stato buono” comporta il rispetto di tutti e tre gli standard in materia di ecologia, composizione chimica e quantità delle acque. In generale, ciò significa che l’acqua mostra solo un leggero cambiamento rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare in condizioni inalterate.
Fino ad ora, per la maggior parte delle loro acque superficiali e sotterranee gli Stati membri non hanno raggiunto questo obiettivo. Mediante le direttive sugli uccelli e sugli habitat (spesso definite direttive sulla natura), l’UE protegge le specie e gli habitat più a rischio nonché tutti gli uccelli selvatici. In questo contesto, vengono messe in atto una serie di misure, tra cui la rete Natura 2000 di aree protette, per prevenire o ridurre al minimo gli impatti sulle specie e sugli habitat interessati da tali direttive UE. Sebbene copra una parte significativa dei mari europei, la rete marina Natura 2000 non è ancora completa e molti siti non dispongono di adeguate misure di conservazione.
Per raggiungere una maggiore coerenza tra le politiche legate al settore marittimo e per proteggere più efficacemente l’ambiente marino, nel 2008 gli Stati membri dell’UE hanno concordato la direttiva quadro europea sulla strategia per l’ambiente marino28. La direttiva si pone tre obiettivi principali: i mari europei devono essere 1) sani, 2) puliti e 3) produttivi.
Secondo la valutazione dell’AEA, i mari europei non sono sani né puliti e non è chiaro per quanto tempo possano rimanere produttivi. Riconoscendo questa situazione, il piano d’azione per la natura, i cittadini e l’economia della Commissione europea,29 pubblicato nell’aprile 2017, mira a migliorare significativamente l’attuazione delle direttive sulla natura, con programmi d’azione che dovrebbero contribuire direttamente alle iniziative di conservazione del mare.
Fonte AEA Segnali 2018 l’acqua è vita
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