Le origini
I Giardini della Grata rientrano nell’area degli Orti Medioevali di Ostuni che, a partire dal Medioevo, si sviluppano a valle del Centro Storico sui resti di un antico villaggio messapico risalente al V-IV secolo a.C. Le prime tracce documentate della loro esistenza risalgono XII-XIII secolo.
Per consentire una migliore fruizione agricola dell’area i resti di capanne e i dislivelli furono coperti e livellati dando origine agli attuali terrazzamenti. Le vecchie tombe messapiche furono ripulite ed adibite a depositi e cisterne per il recupero dell’acqua piovana.
Nel corso degli anni furono scavati pozzi e altre riserve di acqua, gli “Acquari”, che possono contenere fino a 4/5000 q.li di acqua. Furono costruite canalizzazioni in pietra e tufo che rifornivano tali riserve attraverso un articolato sistema di pendenze e vasche di raccolta e di decantazione. Tale sistema, ancora in parte funzionante, serviva anche ad effettuare l’irrigazione a scorrimento durante le piogge. Questa funzione, essenziale per le coltivazioni orticole, è stata assolta per secoli fino agli scorsi anni ‘70, allorquando, con il progressivo abbandono del rione Terra e perduta la capacità di sostegno economico, gli orti furono abbandonati.
Orti 1970, il tempo dell’abbandono
Cosicché per decenni, nell’affacciarci dallo “stradone” per ammirare la bellezza panoramica della marina, abbiamo imparato a saltare con lo sguardo la fascia degli orti e a scansare i rifiuti che si accumulavano, sbancamenti e costruzioni che nella zona crescevano senza pudore.
Nel 1993, feriti da tale stato di abbandono, alcuni cittadini elaborarono e proposero al Comune un primo progetto di recupero dell’antica area degli orti.
Ma si dovette attendere il 2011 per arrivare finalmente all’avvio dell’intervento “per la riqualificazione degli orti medioevali di Ostuni” che però a tutt’oggi non ha ancora dato i concreti frutti sperati.
Ridare vita agli orti.
Si ripulisce la terra dalle sterpaglie, dai rifiuti abbandonati e dalle erbe infestanti che hanno occupato l’area per oltre vent’anni, si dà inizio alla cura di una terra impoverita e degradata e la si trasforma in terra produttiva arricchendola con letame e con preparati biodinamici. Con tecniche biologiche e biodinamiche si attivano, così, le prime produzioni di vecchie varietà orticole che dal luglio 2014 ottengono la certificazione biologica da parte dell’ ICEA (Istituto di Certificazione Etica ed Ambientale).
Ostuni – Parco delle biodiversità
L’attenzione verso il recupero di antiche varietà, avviata fin dal primo impianto dei Giardini della Grata, porterà nel tempo la Solequo coop ad ipotizzare nell’area ortiva storica di Ostuni l’istituzione di un vero e proprio Parco delle Biodiversità con l’impianto di una serie di campi pilota nei quali avviare la sperimentazione di antiche varietà orticole locali e regionali.
La sperimentazione avrà come obiettivo la verifica della resa produttiva e dei costi di produzione, ai fini di una successiva immissione nel tessuto produttivo (in primis fra le aziende facenti parte del «Parco delle Dune Costiere») e nel mercato alimentare della Regione (in primis nel sistema ricettivo del territorio ostunese.
Attualmente è allo studio un percorso comune con l’ATS «BIODIVERSO», formata dall’Università di Bari, dal CNR di Bari, dalle Università di Foggia e di Lecce e da altri soggetti, impegnata nella catalogazione e nella conservazione di varietà agricole tipiche della biodiversità regionale orientato a costituire, in Ostuni, un «Campo pilota della biodiversità» per sperimentare la coltivazione delle antiche varietà orticole catalogate all’interno del progetto «BiodiverSo», alcune delle quali scomparse dai mercati alimentari.