Il Green deal Europeo.
3. L’UE COME LEADER MONDIALE

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono sfide mondiali che richiedono una risposta mondiale. L’UE continuerà a promuovere e attuare in tutto il mondo politiche ambiziose in materia di ambiente, clima ed energia. Dispiegherà una “diplomazia del Green Deal” più energica, mirata a persuadere gli altri attori a fare la propria parte nella promozione di uno sviluppo più sostenibile e ad appoggiarli nei loro propositi.

Offrire un esempio credibile e dare prova di coerenza nella diplomazia, nella politica commerciale, nel sostegno allo sviluppo e nelle altre politiche esterne: è così che l’UE può perorare la sua causa.

La Commissione e l’alto rappresentante lavoreranno in stretta collaborazione con gli Stati membri per attivare tutti i canali diplomatici bilaterali e multilaterali, comprese le Nazioni Unite, il G7, il G20, l’Organizzazione mondiale del commercio e gli altri consessi internazionali pertinenti.

L’UE continuerà a prodigarsi affinché l’accordo multilaterale di Parigi resti il caposaldo della lotta ai cambiamenti climatici. A mano a mano che la quota di emissioni globali dell’UE diminuisce, per far fronte in modo incisivo alla sfida climatica mondiale serviranno azioni analoghe e maggiori sforzi da parte delle altre regioni.

Nei prossimi mesi il dibattito sul livello di ambizione climatica si farà più serrato, in linea con quanto disposto dall’accordo di Parigi in materia di bilanci e aggiornamenti periodici.

La conferenza delle parti che si terrà a Glasgow nel 2020 rappresenta una tappa importante in vista del bilancio globale del 2023 e sarà l’occasione per valutare i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine.

Allo stato attuale delle cose è evidente che il livello di ambizione mondiale non è sufficiente.

L’Unione rilancerà il dialogo con tutti i partner nell’intento di intensificare gli sforzi collettivi, nonché di aiutarli a rivedere e attuare i contributi determinati a livello nazionale e a mettere a punto ambiziose strategie a lungo termine sulla scorta del maggior livello di ambizione dell’UE stessa, descritto nella sezione 2.

In parallelo, l’UE rafforzerà il dialogo bilaterale con i paesi partner, instaurando ove necessario meccanismi di collaborazione innovativi, e continuerà a confrontarsi con le economie del G20 responsabili dell’80 % delle emissioni globali di gas a effetto serra.

Innalzare il livello di azione per il clima dei partner internazionali richiede strategie geografiche su misura che rispecchino i diversi contesti e le molteplici esigenze locali, tenendo conto ad esempio delle differenze tra i grandi emettitori attuali e futuri, i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

L’UE sta anche lavorando a fianco dei partner globali per potenziare i mercati internazionali del carbonio, uno strumento chiave per incentivare l’azione per il clima sul piano economico.

L’UE intende focalizzarsi sul sostegno ai paesi limitrofi, poiché la transizione ecologica in Europa può riuscire davvero solo se anche i paesi dell’immediato vicinato adottano misure efficaci.

È in fase di definizione un’agenda verde per i Balcani occidentali, mentre la Commissione e l’alto rappresentante prevedono una serie di partenariati ambientali, energetici e climatici con il vicinato meridionale e nell’ambito del partenariato orientale.

I summit tra l’UE e la Cina in programma nel 2020 a Pechino e a Lipsia saranno l’occasione per rinsaldare il partenariato sul fronte delle questioni ambientali e climatiche, segnatamente in vista della conferenza di Kunming sulla biodiversità e della conferenza delle parti a Glasgow.

Analogamente, l’imminente strategia globale per i rapporti con l’Africa e il summit del 2020 tra l’Unione africana e l’UE dovrebbero decretare la centralità degli aspetti legati al clima e all’ambiente nelle relazioni tra i due continenti.

L’alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione, in particolare, cercherà di sbloccare il potenziale del continente africano per consentirgli di compiere rapidi progressi verso un’economia verde e circolare, caratterizzata da fonti energetiche e sistemi alimentari sostenibili e da città intelligenti.

L’UE consoliderà l’impegno preso nei confronti dell’Africa a favore di una maggiore diffusione e di scambi più ampi dell’energia pulita e sostenibile.

Le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, applicate ad esempio ai metodi puliti di cottura degli alimenti, sono fondamentali per colmare le lacune che persistono in Africa in termini di accesso all’energia, realizzando nel contempo la necessaria riduzione delle emissioni di CO2.

L’UE avvierà l’iniziativa “NaturAfrica” per contrastare la perdita di biodiversità tramite la creazione di una rete di aree protette, che offriranno rifugio alla fauna selvatica e opportunità lavorative nei settori verdi alle popolazioni locali.

Più in generale l’UE sfrutterà gli strumenti diplomatici e finanziari a sua disposizione per far sì che le alleanze verdi diventino parte integrante delle sue relazioni con l’Africa e con gli altri paesi e regioni partner, in particolare l’America latina, i Caraibi, l’Asia e il Pacifico.

L’UE dovrebbe anche potenziare le iniziative in corso e dialogare con i paesi terzi su questioni trasversali legate al clima e all’ambiente, tra cui l’abolizione globale delle sovvenzioni ai combustibili fossili in linea con gli impegni del G20 e la progressiva eliminazione dei finanziamenti concessi alle relative infrastrutture dalle istituzioni multilaterali; il rafforzamento dei finanziamenti sostenibili; il blocco graduale della costruzione di nuove centrali a carbone e le misure per ridurre le emissioni di metano.

L’UE riconosce che le sfide climatiche e ambientali mondiali rappresentano un notevole fattore di moltiplicazione delle minacce e sono fonte di instabilità.

La transizione ecologica inciderà profondamente sull’assetto geopolitico – ivi compresi gli interessi economici, commerciali e di sicurezza a livello globale – configurando scenari complessi per numerosi paesi e società.

L’UE opererà in sinergia con tutti i suoi partner per migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici e ambientali ed evitare che questi scenari siano causa di conflitti, insicurezza alimentare, spostamenti delle popolazioni e migrazioni forzate, nonché per sostenere una transizione giusta a livello globale.

Le implicazioni della politica climatica dovrebbero diventare un elemento centrale della riflessione e dell’azione dell’UE sul fronte esterno, ivi compresa la politica di sicurezza e di difesa comune.

Politica commerciale

La politica commerciale può agevolare la transizione ecologica dell’UE.

Fornisce infatti una piattaforma per confrontarsi con i partner commerciali sull’azione per il clima e l’ambiente. L’impegno a favore della sostenibilità è sancito sempre più chiaramente negli accordi commerciali dell’UE, soprattutto per quanto concerne il rafforzamento dell’azione di contrasto ai cambiamenti climatici.

La Commissione è sempre più solerte anche nell’attuare e far rispettare gli impegni in materia di sviluppo sostenibile previsti dagli accordi commerciali dell’UE, su cui vigilerà anche una nuova figura preposta alla loro esecuzione.

Con riguardo ai cambiamenti climatici, in particolare, tutti gli accordi conclusi di recente dall’UE vincolano le parti a ratificare e attuare efficacemente l’accordo di Parigi.

La Commissione proporrà di inserire questa clausola in tutti i futuri accordi commerciali globali. La politica commerciale dell’UE favorisce gli scambi e gli investimenti in beni e servizi verdi e promuove gli appalti pubblici rispettosi del clima.

Nel contempo, deve garantire l’equità e prevenire la distorsione degli scambi e degli investimenti nelle materie prime di cui l’UE ha bisogno per la transizione verde.

Può contribuire a eradicare pratiche dannose come il disboscamento illegale, migliorare la cooperazione normativa, promuovere gli standard dell’UE ed eliminare gli ostacoli non tariffari nel settore dell’energia rinnovabile.

Tutte le sostanze chimiche, i materiali, i prodotti alimentari e di altro tipo immessi sul mercato europeo devono essere pienamente conformi alle norme e agli standard pertinenti dell’UE. L’Unione dovrebbe servirsi della propria esperienza in materia di legislazione verde per incoraggiare i paesi partner a dotarsi di norme altrettanto ambiziose, agevolando così gli scambi e migliorando la tutela dell’ambiente e la mitigazione climatica in questi paesi.

L’UE è il più grande mercato unico al mondo e in quanto tale può fissare norme che si applicano a tutte le catene del valore globali. La Commissione continuerà a lavorare a nuovi standard di crescita sostenibile e ad esercitare la sua influenza economica per allineare quelli mondiali alle ambizioni dell’UE in materia di clima e ambiente.

Si impegnerà nelle sedi bilaterali e multilaterali per agevolare il commercio di beni e servizi ambientali, come pure per promuovere mercati aperti e attraenti per i prodotti sostenibili nell’UE e nel mondo.

Collaborerà inoltre con i partner mondiali per garantire all’Unione la sicurezza delle risorse e un accesso affidabile alle materie prime strategiche.

La politica di partenariato e cooperazione internazionale dell’UE dovrebbe contribuire a mobilitare i fondi pubblici e privati necessari alla transizione.

Oltre ad essere il primo donatore al mondo in termini di aiuto allo sviluppo, l’UE e i suoi Stati membri stanziano più del 40 % dei finanziamenti pubblici mondiali a sostegno del clima.

Vista l’insufficienza dei fondi pubblici, tuttavia, coordineranno la loro azione per coinvolgere partner in grado di colmare il deficit di finanziamento mediante la mobilitazione di capitali privati. Nella sua proposta relativa a uno strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, la Commissione ha avanzato l’ipotesi di destinare il 25 % della dotazione finanziaria agli obiettivi in materia di clima.

Appoggerà anche l’impegno delle risorse finanziarie nazionali pubbliche al fine di creare condizioni più favorevoli agli investimenti e raccogliere contributi dal settore privato.

A queste iniziative dovrà aggiungersi la possibilità di ridurre il rischio degli investimenti nello sviluppo sostenibile tramite strumenti quali le garanzie di finanziamento e i finanziamenti misti.

Per mobilitare gli investitori internazionali l’UE continuerà a guidare gli sforzi intesi a plasmare un sistema finanziario che promuova la crescita sostenibile a livello mondiale.

A tal fine farà affidamento sulla piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile istituita di recente per coordinare le iniziative nel settore della finanza ecosostenibile, tra cui tassonomie, obblighi d’informativa, norme e marchi.

La Commissione incoraggerà anche il dialogo in altre sedi internazionali, in particolare il G7 e il G20.

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