Le piante dialogano con noi, le nostre vite, i nostri studi e le nostre competenze. Su Il Bo Live inauguriamo oggi una nuova serie di video-racconti pensati per esplorare la relazione tra la natura e alcuni ambiti di studio e ricerca: dalla medicina all’arte, passando per la storia economica, l’architettura, la fisica.
Attraversando giardini e serre dell’Orto botanico di Padova, il più antico orto universitario del mondo, ricerchiamo storie, aneddoti, tracce passate e presenti di rapporti vitali, delicati, complessi.
Iniziamo svelando curiosità e segreti delle piante medicinali e velenose (a volte sono le stesse piante, perché le sostanze in esse contenute, anche se originariamente tossiche, possono produrre effetti biologici utili alla cura di varie malattie, se usate in dosi appropriate) e ritroviamo le tracce dell’originario horto simplicium.
Protagonisti di questo primo episodio sono due docenti dell’università di Padova: Fabio Zampieri, storico della medicina, e Barbara Baldan, biologa e prefetto dell’Orto botanico di Padova, nato nel 1545 per volontà di Francesco Bonafede, ancora oggi scrigno e cantiere per la conservazione della biodiversità, Patrimonio Unesco Orto Botanico di PADOVA dal 1997.
Uso delle piante a scopo terapeutico
“L’uso di piante a scopo terapeutico e medicinale percorre tutta la storia dell’umanità – spiega Zampieri – Abbiamo prove documentali che ne confermano l’utilizzo.
Partendo dai documenti più antichi, documenti assiro babilonesi o appartenenti alla medicina egiziana, fino ad arrivare alla contemporaneità, perché ancora oggi la ricerca farmacologica si basa, in parte, sullo studio delle piante per la ricerca di nuovi composti potenzialmente utili per curare le malattie”.
“L’Orto botanico di Padova nasce per insegnare agli studenti di medicina a riconoscere le piante che avrebbero dovuto usare nella cura dei pazienti. Così ci racconta la professoressa Baldan, riportando l’attenzione sull’origine di un luogo così strettamente legato alla storia della medicina e all’ateneo di Padova.
Oggi, qui, abbiamo circa 600 specie di piante medicinali, di cui conserviamo i semi da ripiantare l’anno successivo o scambiare con altri orti botanici”.
Fonte @Università di Padova
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