Il percorso comunitario
I regimi ecologici, più comunemente noti come Eco-schemi, sono stati introdotti (novità assoluta della PAC 2023-2027) per rispondere alle sfide ambientali e di benessere animale definite dalla riforma post 2020 e successivamente richiamati anche in alcuni documenti strategici dell’Unione per una crescita Green (Green Deal, Strategia Farm to Fork, Strategia europea sulla biodiversità 2030, legge europea sul clima).
Gli Eco-schemi sono stati inseriti nel I Pilastro come strumento di “premialità”, volto a compensare gli agricoltori per l’assunzione di impegni volontari orientati alla sostenibilità climatica e ambientale aggiuntivi a quelli già previsti dalla condizionalità rafforzata.
Concepiti per contribuire in modo diretto agli Obiettivi Specifici (OS) della PAC in materia di clima, ambiente e sostenibilità (OS 4 contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico, all’adattamento e alla produzione di energia sostenibile, OS 5 favorire lo sviluppo sostenibile e la gestione efficiente delle risorse naturali come acqua, suolo e aria, OS 6 contribuire alla protezione della biodiversità, rafforzare i servizi eco-sistemici e preservare habitat e paesaggio, OS 9 Migliorare il benessere animale e affrontare il tema dell’antibiotico-resistenza), gli Eco-schemi rappresentano un elemento fondamentale della cosiddetta “Architettura verde della PAC 2023-2027”, da attuare in modo coerente e sinergico con gli elementi della condizionalità rafforzata e con gli interventi agro-climatico-ambientali (ACA) programmati nel II Pilastro, afferente allo sviluppo rurale.
La loro importanza nel quadro della riforma 2023-2027 risiede, anche, nella decisione comunitaria di fissare per la loro attuazione una dotazione minima del 25% delle risorse per i pagamenti diretti del I Pilastro (ring-fencing) che, in Italia, rappresenta un target di spesa di circa 874 milioni di euro annui, pari a
una previsione di spesa di oltre 4 miliardi di euro per l’intera programmazione.
Il percorso nazionale
La definizione degli Eco-schemi nel PSP è avvenuta in un quadro programmatorio complicato sia dall’incertezza della risposta dei beneficiari verso la novità dei regimi ecologici, che dalla necessità di rispettare i ring-fencing di spesa ambientale su entrambi i Pilastri della PAC (25% per il Primo pilastro e 35% di spesa anche per lo sviluppo rurale).
In questo contesto, l’Italia ha inteso proporre degli schemi di intervento che fossero capaci, da un lato, di raggiungere il maggior numero possibile di beneficiari, possibilmente ben ripartiti fra i diversi comparti dell’agricoltura italiana e, dall’altro, di realizzare ogni utile sinergia con gli interventi agro-climatico-ambientali (ACA) dello sviluppo rurale.
Quest’ultima esigenza è stata considerata cruciale per un Paese con una programmazione dello sviluppo rurale tradizionalmente regionalizzata, per la quale è ritenuto fondamentale garantire spazi di programmazione sufficienti a considerare la grande diversità dei territori.
Programmazione
La programmazione degli Eco-schemi in Italia è così proseguita in parallelo con la definizione degli interventi agro-climatico-ambientali dello sviluppo rurale e, ovviamente, anche con la definizione degli elementi della condizionalità rafforzata, portando, in conclusione, alla individuazione di un set limitato di schemi di intervento per i quali è stata assicurata la migliore integrazione possibile con gli schemi ACA dello sviluppo rurale.
L’efficace integrazione fra Eco-schemi e interventi ACA è stata garantita, dapprima, prevedendo chiare demarcazioni e possibilità di cumulo degli impegni previsti dai diversi strumenti di intervento e, in seguito, disciplinando in modo rigoroso (con un apposito decreto ministeriale1) la gestione del rischio di doppi finanziamenti (double-funding).
In questo contesto, all’interno del PSP 2023-2027, l’Italia ha previsto 5 regimi ecologici.
L‘Ecoschema 1, il più importante in termini di dotazione finanziaria rispetto al budget complessivamente destinato ai regimi ecologici (spiegando il 41,5%), si rivolge al settore zootecnico e ha l’obiettivo di promuovere il benessere degli animali e la riduzione dell’utilizzo di antibiotici negli allevamenti.
Gli Ecoschemi 2, 3 e 4, invece, impegnano complessivamente più della metà della dotazione programmata. In particolare, l’Eco-schema 2 interessa le colture permanenti (frutteti, vigneti, oliveti, ecc.); l’Eco-schema 3 si focalizza sugli oliveti di interesse paesaggistico-storico, mentre l’Eco-schema 4 è dedicato ai seminativi.
Ultimo in termini di peso finanziario, ma non per importanza strategica, è l’Eco-schema 5 che viene proposto sia per colture arboree che per seminativi, con la finalità specifica di proteggere impollinatori e biodiversità.
Tutti gli Eco-schemi prevedono pagamenti volti a compensare (in tutto o in parte) i costi supplementari e i mancati guadagni che derivano dall’assunzione volontaria degli impegni ambientali previsti. Unica eccezione è rappresentata dall’Eco-schema 5 (cfr. Box 1). L’Eco-schema 1 è l’unico a prevedere un pagamento per Unità di bovino adulto (UBA), mentre tutti gli altri contemplano pagamenti per ettaro di superficie ammissibile.
Per rafforzare il valore degli interventi, gli Eco-schemi 2, 3, 4 e 5 prevedono pagamenti maggiorati del 20% se gli impegni sono assunti su superfici localizzate in aree sensibili quali le Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola a elevato rischio inquinamento delle acque (ZVN) e le aree Natura 2000.
Tabella 2 – Dotazione finanziaria degli Eco-schemi previsti dal PSP 2023-2027
Eco-schema | Dotazione finanziaria programmata (.000 €) | % sul totale |
---|---|---|
Eco-schema 1 Pagamento per la riduzione dell’antimicrobico resistenza e il benessere animale | 1.826,6 | 41,5 |
Eco-schema 2 Inerbimento delle colture arboree | 782,2 | 17,8 |
Eco-schema 3 Salvaguardia olivi di particolare valore paesaggistico | 755,5 | 17,1 |
Eco-schema 4 Sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento | 819,2 | 18,6 |
Eco-5 Misure specifiche per impollinatori | 218,4 | 5,0 |
Totale | 4.401,9 | 100.0 |
L’Eco-schema 1 è il regime ecologico più importante per dotazione finanziaria complessiva (41,5%).
Seguono Eco-schema 2, 3 e 4 (17-18% ciascuno). Minore è il peso di Eco-schema 5, a cui viene
destinato il 5% della dotazione complessivamente assegnata ai regimi ecologici