La plastica in Europa

La plastica ha oltre cent’anni, ma non li dimostra. Perché una delle sue caratteristiche peculiari è proprio quella di essere indistruttibile. La produzione di plastica, tuttora quasi interamente (per il 90%) dipendente da materie fossili, impiega il 4-6% di tutto il petrolio e il gas usati in Europa.

A questi vengono aggiunti poi additivi, come coloranti, ritardanti di fiamma, antiossidanti o antistatici, che ne esaltano o ne attenuano le proprietà. Oggi 7 materie plastiche coprono l’85% della domanda totale a livello globale. 3 tipi di plastica coprono il 50% della domanda in Europa.

L’Europa è il secondo maggiore produttore mondiale di plastica dopo la Cina.

Nel 2016 ha prodotto 60 milioni di tonnellate di plastica, che si sono trasformate in 27 milioni di tonnellate di rifiuti. Di queste, solo il 31% è stato avviato al riciclo, mentre il 27% è finito in discarica e il resto è stato avviato al recupero energetico.

Il 40% della plastica europea è destinato agli imballaggi e si trasforma in 16,7 milioni di tonnellate di rifiuti. Nonostante la situazione stia migliorando, il ricorso alla discarica (senza quindi passare per nessun tipo di riciclo) rimane ancora per molti paesi europei la prima o la seconda opzione: è predominante nei paesi balcanici e in alcune aree dell’Est Europa ed è il 50% in Italia, Francia e Spagna.
Ad oggi la domanda di plastica riciclata copre solo il 6% del mercato europeo.

Fonte @WWF.IT

I semi nella banca

Le risorse conservate in questo bunker protetto da ogni tipo di catastrofe immaginabile, sono tra le più preziose del mondo. Non opere d’arte, pietre rare o metalli preziosi, ma semi: riso, grano, fagioli, sorgo, melanzane, patate. Tutto ciò che si può piantare e, ancora di più, tutto ciò che si deve conservare per la biodiversità.

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