UN INDICATORE DI AVVISO PRECOCE SULLA SALUTE DELLA NATURA
Le tendenze della popolazione delle specie sono importanti perché sono una misura della salute globale dell’ecosistema. Gravi cali sono indicazioni di disfacimento della natura e il nostro pianeta sta lampeggiando segnali rossi, avvisi di guasto del sistema.
Il Living Planet Index (LPI) o Indice della popolazione Vivente, ora tiene traccia dell’abbondanza di quasi 21.000 popolazioni di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi in tutto il mondo.
Da due decenni utilizza questo indicatore per misurare le tendenze che emergono per i cambiamenti della biodiversità.
Gli elementi costitutivi di questo indicatore sono l’insieme dei dati sulla popolazione della fauna selvatica raccolti da quasi 4.000 fonti.
La maggior parte di questi lo sono pubblici e disponibili e si trovano nella letteratura scientifica o in linea archivi di dati del censimento della fauna selvatica come l’elefante africano e dati dell’ “Australian Threatened Species Index”.
La raccolta dei dati sull’andamento della popolazione è spesso dispendiosa in termini di tempo e può essere impegnativa.
Sono sempre di più gli studiosi volontari che offrono il proprio tempo per contare le specie, dagli uccelli alle farfalle.
Uno dei sondaggi sugli uccelli più longevi, l’ “Audubon Christmas Bird Count”, ha migliaia di persone che contano gli uccelli del Nord L’America ogni anno e progetti simili si stanno espandendo ovunque nel globo.
Un altro esempio è il primo “State of India’s Birds”, rapporto sulla popolazione degli uccelli in INDIA, pubblicato utilizzando i dati degli avvistamenti di birdwatcher.
Mancano i dati LPI per alcune specie o luoghi che sono difficili da monitorare; tuttavia avanzando la tecnologia, questa situazione è destinata a cambiare, e man mano che i set di dati vengono compilati diventano sempre più sofisticati e vari.
Ora usiamo dispositivi audio per monitorare i suoni degli insetti, DNA ambientale per monitorare le popolazioni di specie specifiche come gli orsi polari e i droni per contare più precisamente la fauna selvatica. Le future edizioni dell’LPI potranno incorporare i dati di tendenza che man mano emergeranno.
Migliaia di tendenze della popolazione sono riunite nell’LPI al fine di calcolare la variazione percentuale media delle dimensioni della popolazione a partire dal 1970 utilizzando un indice (Figura 1).
La percentuale non rappresenta il numero di singoli animali persi ma riflette la media variazione proporzionale delle dimensioni della popolazione animale monitorata 46 anni.
Dall’ultimo Living Planet Report (2018) il numero di specie rappresentato è migliorato per la maggior parte delle regioni e gruppi tassonomici, con la maggiore spinta della specie anfibi.
Nuovi modi per scoprire ed estrarre questi dati sono disponibili allo sviluppo, compresa l’identificazione automatica delle fonti pertinenti di dati che utilizzano l’intelligenza artificiale.
Attualmente l’LPI contiene i dati storici solo per le specie di vertebrati, questi sono stati monitorati meglio; ma sforzi per incorporare i dati sugli invertebrati sono in corso mentre cerchiamo di ampliare la nostra comprensione dei cambiamenti nelle popolazioni di fauna selvatica.
Questi sforzi iniziano con gli insetti, compresa una farfalla europea delle praterie LPI.
Capire come le popolazioni delle specie possono cambiare negli anni a come è un’altra grande sfida e nuove tecniche, come la modellazione predittiva e l’apprendimento automatico stanno iniziando ad aiutare a vedere come la fauna selvatica potrebbe rispondere ai cambiamenti futuri previsti del clima e dell’ uso del suolo.
WWF Living Planet Report 2020.
Fonte @WWF.IT