La scultura Gotica in ITALIA

– Scuola di Scultura di PISA

Nel corso del XIII secolo si avvia una produzione di opera che inglobano gli apporti dell’arte Gotica d’Oltralpe con le forme espressive romanico e bizantine Italiane. È tutto un rifiorire di un gusto classicheggiante.

Nicola Pisano – Pulpito Duomo di SIena

È solo con Federico II nel meridione che si comincia a recuperare una impostazione classica plastica di origine romana ed ellenistica. Gli aspetti prorinascimentali della scultura gotica in Italia si fondono con le influenze del gotico francese.

Esempi di tali opere sono:

  • Decorazioni scultoree di Castel del Monte
  • La porta di Capua (andata distrutta)
  • Busto marmoreo dell’imperatore Federico II al Museo di Barletta
Busto Imperatore Federico II

Tra gli artisti operanti nel settentrione non si può non ricordare Benedetto Antelami, autore della lunetta del Martirio di S. Andrea sul portale di S. Andrea a Vercelli, tipica scultura dai caratteri romanici in cui si possono già intravvedere nella sua maturità e raffinatezza dei primi elementi di passaggio dal romanico al gotico.

Ma è a Pisa, città sensibile alla tradizione classica oltre che centro commerciale importante con l’Oriente, che si forma nel DUECENTO una importantissima Scuola di Scultura che vedrà la luce di alcune tra le personalità artistiche di rilievo della sculture Gotica Italiana.

L’autore delle decorazioni del Battistero di Pisa è lo sconosciuto l’iniziatore di questa Scuola di artisti i cui rappresentanti cominciarono a distaccarsi dal collegamento stretto con l’architettura cominciando a creare opere autonome influenzate dall’arte classica antica.

Lunetta portale ingresso Battistero di Pisa
Decorazione scultorea Battistero di Pisa
Decorazione scultorea Battistero di Pisa

Scultori artisti della Scuola di PISA:

  • Nicola Pisano
  • Giovanni Pisano
  • Arnolfo di Cambio
  • Tino da Camaino
  • Andrea Pisano

NICOLA PISANO

Il luogo della sua nascita è sconosciuto. Infatti, benché abbia ricevuto l’appellativo di “Pisano”, è probabile che Pisa non fosse la sua città natale ma fosse di origine pugliese, dato che alcuni documenti lo indicano come “de Apulia”, ossia proveniente dall’Italia meridionale (infatti con Apulia nel Medioevo si intendeva tutta l’Italia del sud).

Possiamo presumere la sua provenienza dal sud anche dalla possibile formazione nella scuola foggiana di architettura e scultura di Federico II che nel Duecento fu un centro importante a livello europeo per l’introduzione di nuovi moduli stilistici protorinascimentali, che rivoluzionarono l’arte in Toscana. Alcuni esempi sono visibili oggi nel primo ordine della facciata della Cattedrale di Foggia e sono presenti elementi geometrici e archi decorati con motivi pisani, identici a quelli presenti nel Duomo di Pisa che potrebbero testimoniare la formazione del “Pisano” a Foggia.

Si è giunti quindi alla conclusione che Nicola nacque molto probabilmente nel Meridione e si stabilì a Pisa, forse per volontà di Federico II, dove prende il suo nome e dove nacque suo figlio, Giovanni, altro grande scultore del XIII secolo.

All’epoca la Toscana era interessata da molteplici influenze provenienti dal mondo bizantino (tramite i commerci di Pisa), dall’Emilia e dal Meridione d’Italia. In particolare a metà del Duecento la situazione venne animata dall’apertura di due cantieri voluti da Federico II, il Castello di Prato e l’Abbazia di San Galgano, ai quali parteciparono artisti già impegnati nei precedenti cantieri nel Sud-Italia (lo testimoniano per esempio i leoni del portale del castello pratese identici a quelli a Castel del Monte). Questi maestri avevano già manifestato influenze gotiche nordeuropee, interesse per i modelli classici e attenzioni alla resa naturalistica delle cose e forse Nicola “de Apulia” fu uno di questi artisti.

Non è stata comunque rintracciata alcuna opera né alcuna traccia archivistica di Nicola prima del suo arrivo in Toscana, databile con le prime opere al 1247. A quell’epoca Nicola era già a capo di una bottega molto ampia e ramificata, con un grande numero di aiutanti alle sue dipendenze.

OPERE CONOSCIUTE DI NICOLA PISANO

Decorazione del Pergamo del Duomo di Siena – NICOLA PISANO
  • 1247-1269: Duomo di Siena, sia nell’architettura sia nella decorazione scultorea, con la serie delle teste-capitello e delle teste-mensola che si protrasse per molto tempo, con ampio impiego della bottega. In questo arco di tempo il pergamo del duomo di Siena va collocato tra il 1265 e il 1268.
  • 1260 circa: lunetta con la Deposizione nel portale sinistro del Duomo di Lucca.
  • 1260 circa: Nicola capomastro dell’Opera del Duomo a Pisa. Allo stesso periodo risale il pergamo del battistero di Pisa.
  • 1275-1278: Fontana Maggiore di Perugia, con il figlio Giovanni Pisano.
Particolare della Fontana Maggiore di Perugia.

Arnòlfo di Cambio

Scultore e architetto (Colle di Val d’Elsa, Siena, tra il 1240 e il 1245 circa – Firenze tra il 1302 e il 1310), figlio di Cambio e Perfetta. Figura centrale della cultura artistica del Medievo con la sua classicità trascritta in forme gotiche, fu allievo di Nicola Pisano, con derivazioni dalla scuola cistercense ed esperienza formativa alla corte francese di Carlo d’Angiò.

VITA E OPERE

Nel 1265 lavorò alle dipendenze di Nicola Pisano nel pulpito di Siena. Attestato a Roma nel 1277 presso Carlo d’Angiò, per il quale probabilmente realizzò alcuni anni dopo la statua in Campidoglio, venne richiesto a Perugia per la Fontana minore di Piazza (sculture conservate alla Galleria nazionale; 1277-81).

Intorno al 1282 eseguì la tomba del cardinale G. de Braye in S. Domenico di Orvieto, mentre nel 1285 firmò cum suo socio Petro (forse Pietro di Oderisi, architetto della seconda metà del 13° sec.) il ciborio di S. Paolo a Roma, simile a quello, firmato da lui solo e datato 1293, di S. Cecilia in Trastevere.

Ancora agli inizi degli anni Novanta del Duecento sono da riferire il monumento funerario di R. Annibaldi in S. Giovanni in Laterano e il Presepe per S. Maria Maggiore. Nelle Grotte vaticane si conservano solo alcune parti del monumento funebre di Bonacio VIII.

L’8 sett. del 1296 fu deposta la prima pietra del Duomo di Firenze, di cui A. fu capomastro e per il quale progettò la facciata (disegno nel Museo dell’Opera del Duomo). Scolpì numerose e splendide statue che dovevano essere collocate sulla facciata del Duomo e ora conservate nel Museo dell’Opera del Duomo e in collezioni private (Natività, Madonna in trono, Bonifacio VIII, apostoli e diaconi), nonché a Berlino, Staatlichen Museen (Dormitio Virginis). È stata prospettata, inoltre, una sua possibile attività di pittore, presumibilmente rinocoscibile nelle Storie di Isacco della Basilica Superiore di S. Francesco ad Assisi.

STILE

La figura di Arnolfo di Cambio scultore, fin dai primi interventi individuati dalla critica nell’ambito dell’opera di Nicola Pisano, appare ben differenziata da quella del suo maestro.

L’accentuazione di saldi blocchi volumetrici, il risalto angoloso nella realizzazione dei panneggi, l’intensa individuazione realistica nei ritratti e nella gestualità delle figure mostrano un’acuta attenzione per la scultura antica (soprattutto tardoantica ed etrusca) e la conoscenza dei nuovi modelli gotici francesi.

Ancora, l’analisi del particolare, nell’inscindibile rapporto che la sua scultura ha con l’impianto architettonico (dalla tomba del cardinale de Braye al ciborio di S. Cecilia), può convincere della continuità e della coerenza tra le sue realizzazioni scultoree e la più discussa e problematica attività di architetto.

La sua presenza, oltre che nel Duomo (ad Arnolfo di Cambio risale anche l’idea della cupola ottagona su cappelle disposte a trifoglio), è stata riconosciuta, per ragioni di stile, nella fabbrica fiorentina della chiesa di Badia (pianta, resti della facciata), nel Palazzo Vecchio, e, specialmente, in S. Croce

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