Latte delle Valli Genovesi PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA

Il Latte delle valli Genovesi viene prodotto in provincia di Genova.
Un’agricoltura tradizionale, molto vicina a quella biologica, avara di concimazioni con prodotti di sintesi e nella quale sono del tutto assenti antiparassitari e diserbanti, è quella che caratterizza le aziende dell’entroterra genovese e alessandrino che conferiscono il latte alle Valli Genovesi.

Risale agli inizi del ‘900 la fondazione a Masone, in valle Stura, di una piccola centrale per la distribuzione del latte e dei suoi derivati. Il latte viene prodotto da bovini in maggioranza di razza Bruna e in misura minore di razza Frisona e Cabannina.
I foraggi portano nel latte l’estrema ricchezza della loro composizione floristica conferendo al prodotto il fresco aroma di prato montano.
Dai parametri analitici risulta inoltre una buona percentuale sia in grassi che in proteine (3,7% di grasso e 3,3% di proteine).

Zona di produzione:Provincia di Genova, valle Stura, e alcuni comuni in provincia di Alessandria

Lavorazione: Attualmente, ogni giorno, circa 150 quintali di latte vengono conferiti al caseificio di Masone.
Nello stabilimento quotidianamente vengono pastorizzati e confezionati circa 40 quintali di latte. La parte restante è destinata alla caseificazione per la produzione di un’ampia gamma di formaggi, come lo squisito stracchino, il primo sale, il misto capra, la formaggetta Turchino, e il canestrato, oltre allo yogurt, alla ricotta e al burro.
Il Latte delle Valli Genovesi viene commercializzato direttamente attraverso il punto vendita del Consorzio cooperativo valle Stura a Masone (GE) e della Cooperativa San Colombano a San Colombano Certenoli (GE).
Un numero sempre maggiore di latterie nella città di Genova e nei Comuni del basso Piemonte, in ragione di una crescente richiesta, ha deciso di commercializzare i prodotti del consorzio.

Curiosità: La produzione di latte bovino è l’attività zootecnica tradizionale dell’entroterra della provincia di Genova. Per la valle Stura le prime notizie di allevamenti bovini di una certa consistenza risalgono al XVII secolo, quando al Castello di Masone faceva capo una mandria di 170 animali.
L’attitudine del bestiame era solitamente triplice. Oltre alla forza lavoro, a quei tempi insostituibile, l’animale forniva carne e latte, quest’ultimo destinato alla produzione di un formaggio fresco simile alla robiola, utilizzando all’occorrenza anche latte di capra e pecora.

Torta di riso e torta di riso dolce PAT

Il riso, unito a uova e parmigiano, dà vita al ripieno di questa semplice ma sostanziosa pietanza. Su tutto il territorio regionale ne esistono diverse versioni: la torta di riso salata, il cui ripieno può essere o meno coperto da una sfoglia di pasta, e la torta di riso dolce.

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PECORINO DI MALGA PAT

Tipologia dolce: la crosta è morbida, elastica, di colore avorio o paglierino chiaro, la pasta è bianca, semidura, l’occhiatura è di piccole dimensioni, rada e regolarmente distribuita. Tipologia stagionato: Crosta dura, untuosa, di colore paglierino tendente al marrone, la pasta è dura, diventa friabile, di colore paglierino con occhiatura fine regolarmente distribuita.

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Confettura di petali di viola PAT

La confettura di petali di viole è conosciuta in alta Valle Scrivia perché nella zona veniva effettuata la raccolta dei fiori. A partire dagli anni ’30 i petali venivano venduti alle pasticcerie di Genova che ne facevano confetture e sciroppi. La procedura di lavorazione è descritta in un ricettario (edizione Paoline) di quegli anni, oggi…

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Focaccia con le pellette di olive PAT

Focaccine fritte o al forno, nel cui impasto viene inserita la pelle (epicarpo) dell’oliva, conservato sott’olio.Della focaccia esistono varie versioni nate dalla fantasia e spesso dall’esigenza di non sprecare nulla, come la focaccia con le olive, co-e porpe, come si chiama nel Levante, co-a murcia come si chiama nel Ponente, per non buttare le olive già spremute; con…

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