SCARICA IN FORMATO PDF DISCIPLINARE CARCIOFO ROMANESCO DEL LAZIO IGP
Il Carciofo Romanesco del Lazio IGP si divide in due cultivar principali: il “Castellamare” e il “Campagnano”. A differenza di altre tipologie di carciofi, quello Romanesco si contraddistingue per la consistenza carnosa delle sue brattee.
Metodo di coltivazione
Per coltivare il Carciofo, il terreno è adeguatamente preparato con un’aratura di 50-60 cm e l’impianto delle piante avviene da agosto ad ottobre. L’irrigazione può iniziare da agosto e gli interventi di soccorso sono permessi in inverno solo se la stagione è stata particolarmente asciutta. Per garantire un buon raccolto, le piante affette da elementi patogeni sono estirpate dal campo e bruciate. Infine, la raccolta del carciofo, secondo quanto stabilito dall’articolo 5 del disciplinare, è effettuata a mano a partire da gennaio fino al mese di maggio.
Legame tra il prodotto e il territorio
Il Carciofo Romanesco è uno dei simboli della cucina tradizionale romana, ma è conosciuto e amato in tutto il mondo. La zona di produzione del «carciofo romanesco del Lazio» Ł caratterizzata da una situazione climatica omogenea molto favorevole per la coltivazione del carciofo. I fattori naturali, climatici e pedologici sono determinanti nell’attribuire al «carciofo romanesco del Lazio» le sue particolari caratteristiche, alla formazione delle quali contribuiscono anche fattori umani e tecniche tradizionali quali ad esempio la reintegrazione della sostanza organica nel terreno, lasciando i residui colturali previo sminuzzamento e interramento, e quali l’allevamento di un solo carduccio per pianta mediante l’eliminazione degli altri al fine di favorire la crescita del carduccio prescelto.