Registro Nazionale del Paesaggio Rurale, delle Pratiche Agricole e Conoscenze Tradizionali
Regione: Veneto
Motivazione dell’Iscrizione
Le colline di Valdobbiadene – Vittorio Veneto costituiscono una zona di antica diffusione della viticoltura in cui si è conservato in larga misura l’assetto paesaggistico storico così come visibile nelle perticazioni risalenti al diciassettesimo e diciottesimo secolo e nelle foto di inizio Novecento. La peculiare morfologia dei colli, costituiti da un sistema di cordoni collinari disposti in senso estovest alternati a profonde incisioni vallive, ha fatto sì che nei ripidi pendii esposti a sud fosse coltivata la vite, i versanti posti a nord fossero occupati da boschi, mentre la sommità dei colli fosse occupata da prati e da pascoli.
Attualmente le aree viticole ricalcano nella maggior parte del territorio quelle presenti nel passato, mentre i prati e i pascoli sono stati gradatamente ricolonizzati dal bosco. Le sistemazioni idraulico agrarie e l’assetto insediativo e viario non hanno subito sostanziali mutamenti rispetto al passato. La vite è prevalentemente coltivata in stretti gradoni inerbiti disposti a tagliapoggio e le operazioni colturali sono ancora in larga parte svolte a mano. È interessante notare che, nonostante le elevate pendenze, sono sostanzialmente assenti muretti a secco, elemento che rende per certi versi unico il sistema paesaggistico dell’area nel panorama nazionale.
All’interno dell’area sono presenti alcuni manufatti di rilevante interesse storico-culturale come, ad esempio il Castello di Credazzo, un fortilizio di origine longobarda. Del pari notevole importanza assumono alcuni borghi rurali (ad esempio Rolle) che hanno conservato il loro aspetto tradizionale. Vanno infine menzionati i numerosi manufatti minori che sono diffusi in tutti i colli che venivano utilizzati per il deposito degli attrezzi la cui presenza testimonia dell’originaria vocazione produttiva viticolo-zootecnica dell’area.
Integrità
L’area si è conservata ancora abbastanza integra e l’assetto paesaggistico si caratterizza quindi per scorci panoramici di notevole bellezza. I nuovi insediamenti sono stati realizzati prevalentemente nelle zone pedecollinari esterne al perimetro dell’area di interesse paesaggistico. Una certa dispersione insediativa è comunque presente nei pressi di Santo Stefano e Saccol nel comune di Valdobbiadene. Per quanto attiene l’uso del suolo, l’importanza economica della produzione del prosecco ha favorito il mantenimento della viticoltura anche in aree per certi svantaggiate e ha quindi impedito che l’espansione del bosco interessasse in modo rilevante i terreni in cui sono presenti gli antichi ciglionamenti.
Benché in alcune zone siano state modificate le sistemazioni storiche per far spazio alle cosiddette “sistemazioni di traverso” o al rittochino, allo stato attuale il fenomeno appare ancora sostanzialmente limitato e dovrà essere necessariamente contrastato in futuro. È spesso la natura stessa del territorio ad impedire la trasformazione delle sistemazioni idraulico-agrarie tradizionali che si dimostrano essere le uniche praticabili razionalmente in un contesto geomorfologico quale quello dell’area in esame.
Va però segnalato che in taluni casi sono stati realizzati dei vigneti in aree occupate dal bosco e che probabilmente non erano state interessate dalla viticoltura in passato. Se l’eliminazione del bosco in sé non costituisce una forma di alterazione del paesaggio bioculturale dell’area, non va però trascurato che queste azioni possono avere delle ripercussioni sull’assetto idrogeologico dell’intero territorio. Come ricordato, infatti, in passato le aree più acclivi e meno vocate alla viticoltura erano lasciate al pascolo oppure erano coltivate a prato. La ricolonizzazione da parte del bosco dei prati e dei pascoli residui dovrebbe essere contrastata poiché favorisce una riduzione della qualità paesaggistica e della biodiversità del territorio.
Gestione
La conservazione e gestione del paesaggio è per molti versi garantita dalla costante presenza dei coltivatori motivata dalla rilevante redditività della produzione del prosecco e dall’azione del consorzio della tutela del Prosecco superiore Valdobbiadene Conegliano DOCG. Dopo anni in cui si è favorita la ricerca di assetti produttivi più efficienti tramite la modifica delle sistemazioni idraulico-agrarie storiche, ora sembra essersi fatta strada la coscienza dell’importanza della conservazione delle forme tradizionali di messa a coltura delle colline. La conservazione di una precisa identità paesaggistica può infatti divenire in futuro un importante strumento di marketing territoriale.
Raccomandazioni
In conseguenza della valutazione del dossier di candidatura e ai risultati del sopralluogo effettuato, si invita l’Ente Gestore a considerare le seguenti raccomandazioni:
- migliorare le conoscenze relative all’uso attuale del suolo e implementare un sistema per il monitoraggio dei cambiamenti futuri;
- approfondire le analisi statistiche relative alla diffusione territoriale delle sistemazioni idraulicoagrarie di interesse storico-culturale e di quelle più moderne in grado di modificare sostanzialmente la storicità del paesaggio;
- approfondire le analisi statistiche relative alla presenza di aree a prato e pascolo e adozione di misure in grado di favorirne la conservazione;
- realizzare un attento monitoraggio di tutti gli interventi di riassetto dei vigneti al fine di garantire che le pur necessarie operazioni di manutenzione e gestione non comportino una modificazione significativa delle sistemazioni tradizionali;
- favorire il recupero alla coltivazione della vite nelle aree in cui il bosco ha occupato gli antichi ciglionamenti intervenendo al contempo per evitare che nuovi vigneti siano estesi in aree storicamente occupate dal bosco o da prati e pascoli;
- operare una valutazione delle potenzialità turistiche in relazione alla conoscenza dei caratteri storici del paesaggio locale;
- favorire l’adozione di norme in grado di contrastare la dispersione insediativa o la realizzazione di manufatti impropri incentivando al contempo interventi di recupero dei manufatti minori di interesse storico anche nell’ambito di progetti di valorizzazione ricreativa del territorio.
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