ROMA – 22 agosto 2020
L’orso M49 si e’ liberato del radiocollare e ora è completamente ‘libero’ perche’ i suoi spostamenti non saranno piu’ geolocalizzati. Il plantigrado piu’ ricercato d’Italia – soprannominato ‘M49-Papillon’ dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, da sempre contrario all’abbattimento – e’ sempre stato monitorato attraverso il collare da quando a fine luglio e’ fuggito per la seconda volta dal recinto del Casteller, alla periferia di Trento.
A partire dal 16 agosto l’orso si era spostato in zona Passo 5 Croci – Val Cion dove le trasmissioni Gsm del collare risentono della scarsa copertura telefonica; il 19 agosto il collare ha inviato parecchie posizioni confermando la posizione a monte di Malga Val Ciotto. Senza geolocalizzazione, ora il suo monitoraggio proseguira’ basandosi esclusivamente sull’analisi degli indici di presenza.
La vita spericolata di ‘Papillon’ gia’ la scorsa estate era stata tra le vicende più seguite in Italia (prima della crisi di Governo di agosto), le sue fughe hanno contribuito ad alimentare la curiosita’ ma anche le polemiche. Dopo che era stato catturato la prima volta nel luglio 2019, l’orso M49 era rimasto all’interno del recinto per appena cinque ore prima di iniziare una lunga latitanza di 289 giorni su e giu’ per le montagne del Trentino Alto Adige. Riacciuffato ad aprile di quest’anno, in piena emergenza Covid-19, e’ rimasto tra le barriere elettriche del Casteller, sotto gli occhi delle telecamere del centro faunistico, per 90 giorni esatti. Poi, il mese scorso, non ha piu’ resistito ed e’ fuggito per la seconda volta a distanza di poco più di un anno.
Il plantigrado di quasi quattro anni dal peso di 170 chilogrammi ora e’ il piu’ ricercato d’Europa. Il provvedimento di cattura ma soprattutto la possibilità di abbattimento disposto dal governatore trentino Maurizio Fugatti fin dalla prima fuga ha causato attriti con il ministro Costa, sostenuto da animalisti sul piede di guerra arrivati a chiedere l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il primo raid dopo la fuga dal recinto alla periferia di Trento a luglio e’ costato la vita a due pecore e due capre a malga Agnelezza in Val di Fiemme, anche se i forestali non hanno escluso del tutto l’ipotesi di una attacco da parte di lupi. Il 12 agosto si e’ svolto un incontro tra Fugatti e Costa, durante il quale e’ stato concordato di aprire un tavolo congiunto tra il ministero, Ispra con il sistema agenziale e la provincia autonoma di Trento per avere un quadro della situazione e trovare insieme una via per la gestione della fauna, la mitigazione e la convivenza con l’uomo.
Fonte @agi.it