Maccheroni con le noci di Vejano PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

I maccheroni con le noci di Vejano sono un tipico dolce natalizio la cui preparazione è molto diffusa nei comuni dell’Alta Tuscia. La particolarità di questo dolce è che uno degli ingredienti fondamentali è la pasta alimentare del tipo reginette con un formato lungo a nastro e il bordo un po’ arricciato. Questo tipo di pasta è stato scelto fra i vari tipi presenti in commercio perché predilige il dolce condimento con le noci tostate e macinate, il cioccolato fondente macinato, lo zucchero, la cannella e la noce moscata: tutti ingredienti che la pasta reginetta sa evidenziare nella ricchezza e l’armonia di sapori. A preparazione completata i Maccheroni con le noci di Vejano si presentano come una torta da tagliare a fette direttamente dentro la ciotola, e più le fette riescono compatte, migliore è la riuscita del piatto.

METODO DI PRODUZIONE

Terminata la cottura della pasta in abbondante acqua salata, si procede con la preparazione di questo dolce natalizio. In un recipiente viene disposto uno strato di condimento dolce, ottenuto dalla miscelazione dei vari ingredienti, e uno strato di pasta. Questa operazione viene ripetuta fino ad arrivare all’ultimo strato che deve finire solo con il condimento a decorazione del dolce. Segue poi una fase di riposo che dura almeno 3 ore in frigo. I Maccheroni con le noci a riposo terminato devono risultare compatti e ben amalgamati.

CENNI STORICI

Ci sono prove storiche che questa pietanza ha origini Etrusco-Romane: per questa ragione è presente nel menù delle feste natalizie dell’alto Lazio, Umbria e bassa Toscana. Deriva dal dolce chiamato in latino “Crustula”, che consistevano in delle “Lagane”, cioè un tipo di pasta fatta con grano saraceno: fettucce di pasta fritta o cotta al forno, condita con miele e semi di papavero, che vendevano gli ambulanti per strada. Nel tempo però la ricetta iniziale si è trasformata. Dal Medioevo questo tipo di pasta fu bollita e condita con frutta secca e zucchero, ed il grano saraceno fu sostituito sempre più con il grano duro. A cavallo fra il ‘500 e il ‘600 venne importato in Italia il cacao nelle varie corti, tra i regnanti e i nobili.

Non era certo a buon mercato, ma era apprezzato almeno quanto lo fosse in Centro America ove era “cibo degli dei”, accreditato di virtù miracolose. Possiamo supporre, perciò, che la trasformazione della ricetta dei maccheroni sia avvenuta per il desiderio del popolo di arricchirla con ingredienti considerati pregiati, come appunto il cacao, lo zucchero, la frutta secca e le noci. Da alcune testimonianze raccolte a Vejano, si sono apprese notizie importanti sulla ricetta.

La Sig.ra Maria Morichelli (classe 1938), ci ha raccontato che lei ha imparato a cucinarli da bambina, quando insieme con sua madre li preparava per Natale. Tra le famiglie più povere spesso veniva aggiunto al composto pane grattato e nocciole, al posto del cacao e delle noci, perché meno costosi.

La Sig.ra Domenica Tani (classe 1936), ci tiene a precisare che lei non aggiunge nessun tipo di liquore, e ci spiega con minuzia la preparazione. Ci assicura che “i Maccheroni so’ più boni er giorno doppo, perché se so’ insaporiti mejo.” Infatti vengono preparati il giorno prima della vigilia di Natale e lasciati in un luogo fresco in casa. “Cotta la pasta, la si mette dentro ad una ciotola da portata, a strati con il condimento; l’ultimo strato è quello del condimento che copre tutto e non bisogna dimenticare di premere gli strati man mano che si procede, perché la pietanza deve risultare bella compatta”.

La Sig. ra Giuseppa Pasquali, (classe 1945), ci racconta con entusiasmo che “da bambina, quando c’erano i Maccheroni era una vera festa, essendo l’unico dolce di Natale, perché certo non c’erano né panettone né pandoro”. La festa iniziava giorni prima con la preparazione degli ingredienti: spesso le donne della famiglia si riunivano per sgusciare le noci, e le bambine in quei momenti trovavano occasione di gioco.

Territorio di produzione

Vejano (VT)


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