Maiorchino PAT Sicilia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sicilia

Formaggio a pasta dura, cotta. Crosta di colore giallo ambrato tendente al marrone all’avanzare della stagionatura, la pasta è di colore giallo paglierino caratteristico, la consistenza è compatta. Il sapore è delicato, tendente al piccante se più stagionato. Pesa circa 10-12 Kg. con uno scalzo di 12 cm. ed un diametro di 35 cm.

Attrezzature storiche

Caldaia di rame stagnato, bastone di legno “brocca”, fascera di legno “garbua”, tavoliere di legno “mastrello”, asta di ferro o di legno “minacino”, tavoliere di legno. Fuoco diretto legna-gas.

Brevi cenni storici

Questo formaggio è molto apprezzato e ricercato in Sicilia. Da alcune testimonianze della cultura folkloristica siciliana si ritiene che esso abbia fatto la sua comparsa intorno al ‘600 in occasione della sagra della maiorchina. Le tecniche di produzione tradizionali sono state illustrate in maniera esaustiva nel libro di Carmelo Campisi “Pecore e pecorino della Sicilia” del 1933.

Linee principali tecnologia di produzione:

  • specie/razza: Pecora;
  • materia prima: Latte intero, crudo;
  • microflora: Naturale;
  • caglio: Pasta di agnello e/o capretto prodotto in azienda;
  • sistema di alimentazione prevalente: Pascolo naturale e coltivato con integrazione di foraggi e
    concentrati in stalla in quantità variabile rispetto alla stagione foraggera;
  • tecniche di lavorazione: il Maiorchino viene ancora prodotto con antiche tecniche tradizionali. Il latte coagula a 39°C con caglio in pasta di agnello e/o capretto. Dopo la rottura della cagliata si riscalda fino a circa 60°C. I bravi casari riescono a raccogliere a mano la cagliata in un’unica massa sferica, che viene posta in una fascera “garbua” e poi poggiata su un piano di legno “mastrello”. Particolarità della lavorazione sta nel fatto che la pasta viene bucherellata con una sottile asta di ferro o di legno “minacino” per favorire lo spurgo del siero e quindi viene poi pressata nella fascera di legno “garbua”. Dopo un giorno viene tolto dalla fascera e posto su dei ripiani di legno di noce;
  • salatura: Le forme dopo 2 giorni vengono salate a secco con sale marino grosso; la salatura varia da 20 a 30 giorni;
  • Stagionatura: Durante i primi 2 mesi il formaggio va pulito, strofinato e rivoltato; dal 3° mese in poi viene trattato con olio di oliva. Un buon Maiorchino si ottiene dopo circa 8 mesi di stagionatura.

Riferimenti storici:

  • Campisi Carmelo “Pecore e pecorino della Sicilia”, Francesco Battiato editore, Catania, 1933.
  • Istituto Nazionale Sociologia Rurale: “Atlante dei prodotti tipici: I formaggi”, Franco Angeli, Milano, 1990.
  • Associazione Regionale Allevatori “I formaggi della Valle del Belice realtà e prospettive” Palermo

Territorio di produzione

Santa Lucia del Mela, Novara di Sicilia, Basicò, Tripi, Mazzarrà Sant’Andrea, Fondachelli, Montalbano di Elicona sul versante nord dei Monti Peloritani

Nfasciatieddi di Agira PAT Sicilia

Prodotto dolciario da forno composto da un intreccio di pasta frolla (farina, sugna, zucchero e uova), da un impasto compatto di mandorle tostate, miele e cannella. Dopo aver tritato finemente le mandorle, mescolare con abbondante miele e con la cannella fino ad ottenere un impasto omogeneo compatto al cucchiaio. Si procede quindi ad intrecciarlo con…
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Vuccidati di mandorle PAT Sicilia

Dolci di farina, zucchero, strutto, uova, latte e lievito, ripieni di un composto di mandorle, zucchero, cannella e acqua q.b. Impastare tutti gli ingredienti, lavorarli finchè non risulti una pasta consistente. Stenderla con il mattarello, ricavarne dei dischi, sulla metà di essi distribuire il ripieno di mandorle e ricoprirli con l’altra metà. Spennellarli con l’albume…
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