TANTA VOGLIA DI BIO
I prodotti biologici che si trovano in commercio in Italia e nei Paesi europei sono riconoscibili dal marchio “Eurofoglia”. Oltre agli alimenti (ortaggi, frutta, latte, pasta, ecc.), possono essere biologici anche i prodotti per la pulizia della casa (detergenti) e per l’igiene e la cura personale (cosmetici).
Le aziende bio si impegnano a rispettare precise regole di coltivazione: usare pratiche agricole che preservino la fertilità del suolo, come l’alternanza delle colture; rispettare i cicli naturali di vita delle piante e degli animali, non impiegare sostanze chimiche e farmaci. Così i cibi mantengono meglio tutte le loro sostanze nutritive, e vengono rispettate anche tutte le specie animali (insetti, uccelli, ecc.) che, nutrendosi delle piante coltivate con metodo bio, non rischiano di avvelenarsi!
IMPRONTA ECOLOGICA
L’impronta ecologica serve a calcolare quanto suolo occorre, quanta acqua viene usata, quanta anidride carbonica viene emessa per ogni tipo di attività, in questo caso per la produzione di un alimento, considerando tutte le fasi, dalla coltivazione o allevamento delle materie prime alla trasformazione industriale, dal trasporto alla cottura, fino allo smaltimento dei rifiuti.
Il risultato di questi calcoli è un numero che ci dice, in pratica, quanto ambiente ci vuole per fare quell’alimento: se il numero è basso, il “peso” di quel cibo sull’ambiente è sostenibile, viceversa un numero alto indica un peso troppo grande. L’impronta ambientale viene indicata in metri quadrati (mq) o in ettari (ha). Per esempio:
- 1 kg di mele, dopo la coltivazione e la raccolta, non subiscono alcuna modifica nell’azienda di produzione (mele entrano e mele escono!). Pur considerando l’energia che ci vuole per mantenerle fresche nelle celle frigorifere e per trasportarle ai luoghi di vendita, alla fine la loro impronta ambientale è piccola = 2,8 mq
- 1 kg di biscotti è il prodotto della coltivazione del grano (farina), e passa attraverso la fase dell’impasto, della cottura, spesso poi viene confezionato e infine distribuito ai negozi. In totale, la sua impronta ambientale è più grande = 13 mq
- 1 kg di carne bovina richiede la coltivazione del mangime, l’allevamento, la macellazione, la lavorazione, la distribuzione ai centri di vendita e la cottura. Perciò questo alimento è quello che ha l’impronta ambientale più grande di tutti = 108 mq
Fonte isprambiente.gov.it
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