Marrone di Arcinazzo romano PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Il Marrone di Arcinazzo Romano si presenta di colore marrone chiaro con qualche striatura di colore scuro e con pezzatura grande. Il sapore è dolciastro più intenso rispetto ai marroni dei paesi limitrofi. La raccolta avviene manualmente dalla metà del mese di ottobre.

METODO DI PRODUZIONE

La potatura dei castagni viene praticata nel mese di marzo, con frequenza biennale o triennale, con metodiche tradizionali atte a non modificare le caratteristiche del frutto. Annualmente viene praticata la ripulitura dei soli rami vecchi e secchi. Il terreno, generalmente inerbito, viene mantenuto pulito con l’operazione dello sfalcio eseguita 2-3 volte l’anno (primavera-autunno), di cui una poco prima della raccolta. La raccolta dei Marroni di Arcinazzo Romano, che avviene manualmente dalla metà di ottobre, prevede sia la raccolta dei marroni caduti in terra e fuoriusciti dai ricci, che la raccolta dei ricci verdi ancora chiusi. In quest’ultimo caso le operazioni prevedono lo scuotimento con verghe di castagno dalle singole branche, in modo da favorire la caduta dei ricci. Durante la fase della raccolta viene anche eseguita una veloce cernita e selezione dei frutti. I ricci verdi, con all’interno i marroni, vengono posti in sacchi di juta. I Marroni vengono venduti tal quali o sottoposti all’operazione di “curatura” o “bagnatura” in acqua fredda per 7-10 giorni, senza aggiunta di alcun prodotto chimico. L’asciugatura dei frutti avviene attraverso frequenti paleggiamenti (“trapalature”) di marroni posti in strati sottili (non superiori a 20 cm) su pavimenti puliti e porosi. La conservazione dei Marroni avviene all’interno di cantine o locali freschi, distesi sul pavimento o in cassette di legno o sacchi di juta. In questi locali vengono conservati anche i sacchi di juta contenenti i ricci verdi ripieni di Marroni, precedentemente raccolti. Il confezionamento dei Marroni avviene in sacchetti a rete o juta. Generalmente si conservano fino al periodo natalizio.

CENNI STORICI

Nell’economia dell’area dei Monti Simbruini il marrone ha sempre avuto un ruolo fondamentale, tanto che il castagno era chiamato “albero del pane” e la castagna “pane dei poveri”. La coltivazione del castagno è presente nel comune di Arcinazzo Romano da tempi remoti. Numerosi sono, infatti, oltre alle testimonianze orali e fotografiche, gli esemplari di piante secolari presenti nel territorio comunale. Ancora oggi le metodiche di lavorazione e conservazione del prodotto rispettano i tempi e i modi della tradizione storica, prova ne è la tecnica, ancora in uso, della “curatura” in acqua fredda. La riconoscenza ed il rispetto della popolazione locale nei confronti dei castagneti è testimoniata dall’annuale “Sagra del Marrone” che, dal 1974, ogni anno è ospitata dal comune di Arcinazzo Romano.

Territorio di produzione

Arcinazzo romano (ROMA)

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