Mela limoncella dei Monti Dauni meridionali PAT Puglia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia

Il frutto è tipicamente piccolo (peso medio gr.100) , di forma ellissidale, costante, con buccia di colore gialloverdastro, di medio spessore, poco cerosa e cosparsa di numerose e vistose lenticelle. Col protarsi della conservazione, per disidratazione del tessuto sottocutaneo, assume un aspetto corrugato grinzoso. La polpa al giusto grado di maturazione, è bianca, croccante, fragrante e succosa.

Vecchia cultivar Italiana. Pianta autoctona dell’Appennino Meridionale, particolarmente adatta ai nostri ambienti di alta collina e media montagna dove risulta vigorosa e produttiva, ed ha una buona riuscita alle normali  avversità climatiche e parassitarie. I fiori, a differenza delle altre varietà, sono di un bianco candido. Essi sono riuniti in numero medio di 6 per corimbo. Ciascun corimbo fiorale, se allega completamente forma un mazzetto in media di 5-6 meline.

La lavorazione è tipica a quella degli alberi da frutta. La conservazione avviene in locali freschi ed al buio, inoltre la mela Limoncella si conserva in recipienti contenente aceto, insieme a peperoni e a pomodori verdi posti a macerare, formando la famosa cumposta, erano considerati cibi basilari dato che potevano essere conservati a lungo fino a primavera avanzata. Ottima infine, risulta la Limoncella da consumare cotta, lessata o al forno, e come ingrediente per la preparazione di focacce e dolci casalinghi.

TRADIZIONALITÀ

L’origine della coltivazione e la prima diffusione si possono far risalire all’epoca della presenza storica dei sanniti, i quali introdussero questo delizioso pomo in tutte le zone conquistate, cosicché l’areale tradizionale di distribuzione della varietà ha corrisposto per secoli all’attuale Molise ed alle zone limitrofe dell’Abruzzo, della Campania e della Puglia, cioè all’incirca con l’antico territorio di massima espansione delle diverse stirpi appartenenti a questo robusto e caparbio popolo montanaro.

La Mela Limoncella è citata da diversi storici e studiosi. Il canonico Giampaolo di Ripalimosani descrive questa mela nel 1819. Inoltre viene citato nell’opuscolo curato dall’Amministrazione Prov. Di Foggia Assessorato al Turismo nelle note gastronomiche precisamente nel territorio di Orsara di Puglia e nel Testo denominato Appennino “I verdi sentieri della collina” scritto da Leonardo De Luca da Panni, che descrive le vicende collocate nel periodo che và dall’evento del fascismo alla seconda guerra mondiale.

Territorio

Provincia di Foggia, in particolare nelle zone del Subappennino Dauno e Gargano.

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