Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
L’estrazione del miele dai favi (smielatura) si esegue con smielatori centrifughi. Il miele estratto viene sottoposto a filtrazione evitando procedimenti troppo spinti come ad esempio l’ultrafiltrazione. Effettuata la filtrazione, il miele deve essere posto in contenitori di acciaio inox (decantatori o maturatori). Trascorso il periodo di maturazione, che non può essere inferiore ai 10 giorni, e può variare in relazione alle caratteristiche del prodotto, il miele deve essere confezionato e conservato in appositi locali. Nel caso si renda necessario un trattamento termico ai fini tecnologici (estrazione, filtrazione, decantazione e confezionamento) la temperatura non deve superare mai i 45° C.
Tradizionalità
Il principale reperto storico che attesta la denominazione è rappresentato da vasi di ceramica da uno e da dieci kg, di proprietà della famiglia Luchetti di Pesaro, che riportano la dicitura “Miele del Montefeltro” e la data 1860. Il principale reperto fotografico è quello della famiglia Gabannini ripresa in prossimità di un apiario nel 1930.
Come si fa
Il “Miele del Montefeltro” di acacia è caratterizzato dal polline di Robinia (Robinia pseudoacacia) associato in proporzioni variabili principalmente dalle seguenti specie nettarifere e non nettarifere: Crucifere, Leguminose – principalmente Sulla (Hedysarum), Ginestrino (Lotus), Fava (Vicia), Pisello (Pisum), Trifoglio bianco (Trifolium), Meliloto (Melilotus) – oltre a Sanguinello (Cornus), Rosacee, Orniello (Fraxinus), Papavero Papaver), Sambuco (Sambucus), Quercia (Quercus), Vite (Vitis).
Il “Miele del Montefeltro” di millefiori è caratterizzato dall‟associazione in proporzioni variabili principalmente dalle seguenti specie nettarifere:
Leguminose – principalmente Erba medica (Medicago), Ginestrino (Lotus), Acacia (Robinia pseudoacacia), Trifoglio bianco e Trifoglio violetto (Trifolium) – associate a Rovo (Rubus f.), Erba strega (Stachys f.), Crucifere, Girasole (Helianthus f.), Umbrellifere – principalmente forma Carota e Coriandolo – e non nettarifere – principalmente Papavero (Papaver) e Piantaggine (Plantago sativa).
Ricotta PAT Emilia Romagna
Siero derivante dalla lavorazione dei pecorini e delle caciotte. Ha consistenza fondente, quasi lattiginosa, non grumosa, non pastosa, di colore bianco. Il siero viene trasferito in caldaia e riscaldato a 80-90°. Si ottiene per affioramento; dopodiché si procede alla formatura in appositi stampi.