Miele di melata di abete toscano PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Toscana

Manna d’abete

Il miele di melata di abete è liquido, con colorazione molto scura. Ha sapore balsamico ed è meno dolce dei mieli di nettare. L’odore è leggermente resinato, con un sentore di legno bruciato simile a quello dello zucchero caramellato.

Le famiglie di api, allevate in arnie di legno, trovano il loro cibo sul territorio che si estende per circa 3 km intorno alle arnie. Di norma sono autosufficienti, ma nei periodi primaverili particolarmente freddi e piovosi la loro alimentazione viene integrata con miele o sciroppo di acqua e zucchero.Nei mesi di luglio e agosto i melari vengono estratti dalle arnie e trasportati nel laboratorio, dove si procede alla disopercolatura dei telaini e alla smielatura tramite centrifugazione.Il miele viene quindi filtrato, posto nei maturatori e lasciato decantare per 15 giorni per far affiorare le impurità e le bolle d’aria, che vengono poi eliminate tramite schiumatura. In alcuni casi può essere necessario ripetere la filtrazione. Il miele viene infine confezionato in vasetti. In alcuni casi, per facilitare il processo di confezionamento, si riscalda il miele in un forno a temperatura controllata.

Tradizionalità

Il prodotto deve la sua tipicità al suo gusto particolare. Il clima e il tipo di terreno sono determinanti per la fioritura, l’impollinazione e l’attività degli afidi. Molto rilevante è anche la lontananza da fonti d’inquinamento dell’aria. Il miele viene utilizzato nella preparazione di numerosi dolci ed anche in prodotti salati tipici. Si accompagna bene con la ricotta e come dessert a fine pasto.

Produzione: Nelle province di Arezzo e Grosseto i produttori più significativi di questo miele sono circa 10 aziende, che producono un quantitativo medio annuo di 550-600 quintali. Il prodotto viene venduto localmente, ma anche in altre regioni d’Italia e in piccola parte all’estero (Germania, Svizzera, Austria e Stati Uniti).

Territorio di produzione

Si produce in particolar modo nell’Alto Casentino (provincia di Arezzo) e nell’Amiata, provincia di Grosseto.

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