Il Miele di Rododendro del Friuli Venezia Giulia è un prodotto raro e prezioso, ottenuto dal nettare dei fiori di rododendro che crescono ad alte quote nelle zone montane della regione. Questo miele si distingue per il suo colore chiaro, l’aroma delicato e le sue proprietà benefiche. È una specialità delle Alpi friulane, dove l’aria pura e l’ambiente incontaminato contribuiscono alla sua qualità unica.
Caratteristiche:
- Colore: Chiaro, da quasi trasparente a giallo paglierino
- Aroma: Delicato e floreale, con leggere note fruttate
- Sapore: Dolce e leggero, con un retrogusto fine e aromatico
- Consistenza: Fluida, tende a cristallizzare lentamente
- Ambiente: Alpi friulane, in particolare nelle zone montane sopra i 1500 metri dove fiorisce il rododendro
La produzione del miele di rododendro segue metodi tradizionali che rispettano la natura e garantiscono la massima qualità del prodotto finale. Le api raccolgono il nettare dai fiori di rododendro che fioriscono in estate. Il nettare viene trasformato in miele all’interno dell’alveare. Il miele viene estratto dai favi mediante centrifugazione, in seguito viene filtrato per eliminare impurità e successivamente invasettato.
Tradizionalità
Il Miele di Rododendro è una delle eccellenze del patrimonio agroalimentare del Friuli Venezia Giulia. La sua produzione è strettamente legata alle fioriture estive in alta montagna, richiedendo condizioni ambientali specifiche e una raccolta accurata. Questo miele non solo rappresenta un alimento di alta qualità, ma anche un simbolo della biodiversità e della ricchezza naturale. Un vero gioiello delle Alpi friulane, con il suo sapore delicato e le sue proprietà benefiche. È un miele che racconta una storia di tradizione, natura e cura, offrendo un’esperienza gustativa unica e raffinata.
Territorio di produzione: Alpi friulane, in particolare nelle zone montane sopra i 1500 metri dove fiorisce il rododendro
Cannocchia di nassa PAT Friuli Venezia Giulia
Calamaro di Saccaleva PAT Friuli Venezia Giulia
La pesca del calamaro con la saccaleva, ha origini lontane: iniziata come succedanea a quella più famosa e praticata pesca delle acciughe e delle sardine, è diventata, soprattutto nel periodo autunnale ed invernale (quando nel Golfo le specie ittiche pescabili erano poche) l’attività principale di decine di saccaleve.