Il Miele di Tiglio del Friuli Venezia Giulia è un miele monoflorale ottenuto dal nettare dei fiori di tiglio, alberi che crescono rigogliosi nelle valli e colline della regione. Questo miele si distingue per il suo colore chiaro, l’aroma intenso e le sue proprietà calmanti. È particolarmente apprezzato per il suo gusto fresco e mentolato.
Caratteristiche:
- Colore: Da chiaro a giallo paglierino
- Aroma: Intenso e floreale, con note mentolate e balsamiche
- Sapore: Dolce con un retrogusto rinfrescante e leggermente mentolato
- Consistenza: Fluida, tende a cristallizzare lentamente
- Ambiente: Valli, colline e zone boscose dove i tigli sono presenti in abbondanza
La produzione del miele di tiglio segue metodi tradizionali, garantendo la massima qualità del prodotto finale. Le api raccolgono il nettare dai fiori di tiglio che fioriscono tra giugno e luglio. Il nettare viene trasformato in miele all’interno dell’alveare. Il miele viene estratto dai favi mediante centrifugazione ed in seguito viene filtrato per eliminare impurità e successivamente invasettato.
Tradizionalità
Il Miele di Tiglio è una delle specialità del patrimonio agroalimentare del Friuli Venezia Giulia. La raccolta del nettare dai fiori di tiglio e la successiva produzione del miele richiedono attenzione e rispetto per la natura. Questo miele rappresenta un prodotto di alta qualità, che riflette la biodiversità e la ricchezza delle valli friulane. È un nettare prezioso, con il suo aroma intenso e le sue proprietà calmanti. È un miele che racconta la storia di una regione ricca di tradizioni e di natura incontaminata, offrendo un’esperienza gustativa unica e rinfrescante
Territorio di produzione: Valli, colline e zone boscose dove i tigli sono presenti in abbondanza
Gnochi de susini PAT Friuli Venezia Giulia
Gli gnocchi di susine, cibo antico di origine boema, furono introdotti nella nostra regione dalla nobiltà e dai funzionari dell’amministrazione austro-ungarica. La produzione documentabile degli gnocchi con le prugne si può far risalire al 1800, secolo di cui si possiedono alcuni ricettari di cucina tipica locale come, ad esempio, “La cucina triestina” di Maria Stelvio.
Pinza triestina PAT Friuli Venezia Giulia
Fin dall’antichità le famiglie che se lo potevano permettere, per festeggiare dignitosamente la Pasqua usavano fare questo dolce in casa cuocendolo nei forni casalinghi. Una ricetta di Pinza Pasquale è riportato nel Manuale di cucina di Katharina Prato, edito per la prima volta in lingua tedesca a Graz nel 1892.